Tiroidectomia Totale: How I do it - AOOI

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158 con precise regole d’uso, la nomenclatura delle diagnosi, dei traumi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche. A ciascun termine è associato un codice univoco numerico o alfanumerico. La Classificazione ICD nasce nel 1893, grazie alla Conferenza Internazionale di Statistica di Chicago, la quale approvò la Classificazione Internazionale delle cause di morte. L’Italia recepì soltanto nel 1924 tale classificazione, la quale sottoposta a periodici aggiornamenti, a partire dalla 6ª revisione, fu adottata per rilevare anche le cause di morbosità. Nel 1975 a Ginevra, nel corso della 29ª Assemblea dell’OMS, fu approvata la nona revisione della Classificazione (ICD IX). Negli Stati Uniti un Comitato costituito da rappresentanti delle associazioni professionali ed accademiche dei medici, delle associazioni degli ospedali, dell’OMS e dell’amministrazione pubblica, ha sviluppato e provvede ad aggiornare annualmente una versione modificata ed ampliata del sistema ICD, la ICD9CM, la quale è stata utilizzata a partire dal 1979; il termine Clinical sottolinea l’orientamento della classificazione americana verso i dati di morbosità, a discapito delle originarie cause di mortalità. La classificazione attualmente in uso in Italia rappresenta la traduzione italiana della versione 1997 dell’ICD IX CM, predisposta a cura del Ministero della Salute e pubblicata dall’Istituto Poligrafico dello Stato. Essa è utilizzata a partire dal 1 gennaio 2001 per la codifica delle informazioni contenute nella SDO. Il sistema DRG (Diagnosis Related Groups) nasce all’inizio degli anni ottanta dalla ricerca sulla funzione di produzione delle strutture ospedaliere condotta negli Stati Uniti dal gruppo di Robert Fetter (1) dell’Università di Yale ed è un sistema di classificazione dei pazienti dimessi dagli ospedali per acuti utilizzato per valutare il consumo di risorse nell’attività clinica ospedaliera. L’intuizione di Fetter fu quella di rappresentare l’ospedale come un’azienda multiprodotto, che: • a partire da input che costituiscono le risorse a disposizione dell’azienda, • sviluppa prodotti intermedi indirizzati al paziente (analisi di laboratorio, esami strumentali, pasti, etc.), • per ottenere un prodotto finale, dato dalla valutazione e dall’eventuale variazione dello stato di salute del paziente. L’individuazione di funzioni di produzione ha permesso di distinguere tra prodotto dell’attività ospedaliera e prodotti intermedi. Il concetto di efficienza prevale nella produzione dei prodotti intermedi in quanto data la richiesta di un servizio e dato un margine di tolleranza sui risultati da raggiungere, compito dell’organizzazione è quello di massimizzare i risultati (recupero di produttività) a parità di risorse impiegate. In altre parole, per costruire un modello credibile e riproducibile di rap-
159 presentazione dell’attività ospedaliera, il gruppo di Fetter ha sviluppato un sistema di classificazione dei dimessi che individua sottogruppi di pazienti che “consumano” pacchetti di prodotti intermedi sufficientemente simili tra loro e deducibili dalle loro caratteristiche cliniche. (1) Il sistema DRG si può definire un sistema iso-risorse in quanto orientato a descrivere la complessità dell’assistenza prestata al paziente partendo dal principio che, malattie simili, trattate in reparti ospedalieri simili, comportano approssimativamente lo stesso consumo di risorse umane e materiali. L’architettura dei DRG si basa sulle informazioni contenute nella SDO. Vengono individuate circa 500 classi, articolate in 25 raggruppamenti maggiori o MDC (Major Diagnostic Categories); all’interno di ogni MDC si elencano vari DRG chirurgici e medici. I DRG rappresentano una scala di tipo “nominale” a più classi che permette di distinguere gli individui appartenenti a classi diverse “con l’obiettivo specifico di descrivere la complessità assistenziale della casistica dei pazienti ricoverati in strutture sanitarie “per acuti” attraverso l’identificazione di categorie di ricoveri. La significatività clinica di ciascuna categoria finale è stata definita come la possibilità di anticipare dalla descrizione delle principali caratteristiche cliniche di ciascun gruppo i bisogni assistenziali ed il profilo previsto per ogni raggruppamento di ricoveri”. (6) L’utilizzo dei DRG quale unità di pagamento rappresenta il riconoscimento del ruolo fondamentale che la tipologia di casi trattati da una struttura ha sul consumo di risorse e sui costi, ma è indispensabile riaffermare la funzione classificatoria di tipo nominale indipendentemente dal suo utilizzo quale base di remunerazione in un sistema di pagamento prospettico. È bene accennare, per completezza, che ad ogni paziente dimesso viene attribuito uno specifico DRG tramite un algoritmo predefinito, gestito dal software DRG Grouper della 3M Health Information System. Fra le informazioni contenute nella SDO, l’algoritmo utilizza sempre quelle relative a diagnosi principale, interventi chirurgici o procedure, sesso, età, stato alla dimissione e diagnosi secondarie. (2) Relativamente all’introduzione dei DRG in Italia, sono trascorsi quasi tredici anni dal Decreto Ministeriale 14 dicembre 1994, sulle Tariffe delle prestazioni di assistenza ospedaliera, e dodici dalle linee-guida 1/95 per la sua applicazione. Le Regioni hanno risposto in modo molto differente ed articolato nei tempi alle indicazioni ministeriali riguardo alla adesione e alle modalità di attuazione al nuovo sistema di finanziamento a prestazione dell’assistenza ospedaliera. A questi ritardi e a queste diversità non sono estranee alcune disposizioni (talora conflittuali) emanate dalle Leggi Finanziarie varate tra il 1994 e il 1997; queste testimoniano la faticosa ricerca di una nuova forma di
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