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Esercizi e appunti per il corso di Fisica Matematica - Sezione di ...

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ciò fa intuire che in qualche senso le orbite <strong>di</strong> fase <strong>di</strong> (2.6) vicine al punto fisso x e sonoben approssimate dalle orbite del sistema linearizzato (2.21). Ovviamente queste sonoparole vuote (si veda l’Esempio 2.29), sta <strong>di</strong> fatto che sulla base dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> (2.21) èpossib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire le importanti proprietà relative alla stab<strong>il</strong>ità del punto fisso x e riassuntenel seguente teorema, detto anche principio <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ità lineare.Teorema 2.23 Si consideri <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>namico (2.6) con f : I ⊂ R n → R n <strong>di</strong> classeC 1 (I). Sia x e un suo punto fisso; si consideri <strong>il</strong> sistema linearizzato (2.21) associato a(2.6) nell’intorno <strong>di</strong> x e . Siano λ 1 , . . . , λ n ∈ C gli n autovalori della matrice A, allora– se Re λ i < 0 <strong>per</strong> ogni i = 1, . . . , n allora <strong>il</strong> punto fisso x e è asintoticamente stab<strong>il</strong>e;– se esiste i ∈ {1, . . . , n} tale che Re λ i > 0 allora <strong>il</strong> punto fisso x e è instab<strong>il</strong>e.Dimostrazione. La <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> questo risultato va oltre gli scopi <strong>di</strong> queste note; sirimanda a [4, Capitolo 4, Paragrafo 17].Teorema 2.23 □Questo teorema è molto potente, ma prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>scuterne le applicazioni si esaminanoi suoi limiti: sulla base del teorema precedente non si potrà mai in<strong>di</strong>viduare un puntofisso stab<strong>il</strong>e che non sia anche asintoticamente stab<strong>il</strong>e. Più precisamente <strong>il</strong> teorema non<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> concludere nulla sulla stab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> x e nel caso in cui gli autovalori hanno tuttiparte reale minore o uguale a zero, ma ve ne è almeno uno con parte reale nulla.Esempio 2.24. Si considera <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> Lotka–Volterra (2.10) e si calcolano le derivate parziali primedel campo delle <strong>di</strong>rezioni:∂f 1∂x 1= 1 − x 2 ,∂f 1∂x 2= −x 1 ,∂f 2∂x 1= αx 2 ,∂f 2∂x 2= α(x 1 − 1)Stu<strong>di</strong>o del punto fisso (0, 0):( ) 1 0A =⇒ det(A − λ1I) = −(1 − λ)(α + λ) = 0 ⇒ λ 1 = −α < 0 < λ 2 = 10 −αl’esistenza <strong>di</strong> un autovalore con parte reale positiva implica che <strong>il</strong> punto fisso (0, 0) è instab<strong>il</strong>e. Stu<strong>di</strong>o delpunto fisso (1, 1):( ) 0 −1A =⇒ det(A − λ1I) = λ 2 + α = 0 ⇒ λ 1,2 = ±i √ αα 0dove si è usato che α > 0. Tutti gli autovalori hanno parte reale nulla, quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> teorema precedente non<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire nulla sulla stab<strong>il</strong>ità del punto fisso (1, 1).Esempio 2.25. Si considera <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>namico (2.16) stu<strong>di</strong>ato nell’Esempio 2.18 e si calcolano le derivateparziali prime del campo delle <strong>di</strong>rezioni:∂f 1∂x = ex y 2 ,∂f 1∂y = 2yex ,∂f 2∂x = −y(ex x + e x ),∂f 2∂y = −ex xStu<strong>di</strong>o del punto fisso (¯x, 0) con ¯x ∈ R:( )0 0A =⇒ det(A − λ1I) = λ(λ + xe x ) = 0 ⇒ λ 1 = 00 −e¯x¯xe λ 2 = −¯xe¯xfismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 39

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