e 3e 2e 1p✻✲✲✲✛ P✛✛✲qFig. 2.15. Curve <strong>di</strong> livello <strong>per</strong> <strong>il</strong> moto armonico semplice; P = (0, 0) è un punto <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibrio stab<strong>il</strong>e;h(P ) = 0 e e 3 > e 2 > e 1 > 0.si può invocare <strong>il</strong> Teorema 2.28 e concludere che (0, 0) è un punto fisso stab<strong>il</strong>e ma non asintoticamentestab<strong>il</strong>e.A titolo <strong>di</strong> esercizio si mostra come <strong>il</strong> problema possa essere affrontato con la teoria <strong>di</strong> Liapunov.Il punto P è estremale <strong>per</strong> la funzione h(q, p). Per stu<strong>di</strong>arne le proprietà si scrive la matrice hessianaH(q, p)<strong>per</strong>tanto∂ 2 h∂q 2 = κ∂ 2 h∂p 2 = 1 mH(q, p) =∂ 2 h∂q∂q = ∂2 h∂p∂q = 0( κ 00 1/mInoltre det (H(0, 0)) = κ/m > 0 e H 1,1 (0, 0) = κ > 0 implicano che P è un punto <strong>di</strong> minimo <strong>per</strong> lafunzione h(q, p). Si <strong>di</strong>mostra che la funzione w(q, p) = h(q, p)−h(0, 0) è una funzione <strong>di</strong> Liapunov, quin<strong>di</strong>usando <strong>il</strong> Teorema 2.30 si conclude che P è un punto <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibrio stab<strong>il</strong>e.In primo luogo si osserva che h(0, 0) = 0. Fissato un numero reale e > 0 la curva <strong>di</strong> livello con energiae ha equazione12m p2 + 1 2 κq2 = e (2.28)Per ogni e > 0 la curva <strong>di</strong> livello è un’ellisse centrata nell’origine (si veda la figura 2.15). Per e < 0 nonsi hanno curve <strong>di</strong> livello. Per e = 0 la curva <strong>di</strong> livello coincide con <strong>il</strong> punto <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibrio stab<strong>il</strong>e. Orbite<strong>per</strong>io<strong>di</strong>che: <strong>per</strong> ogni valore <strong>di</strong> e > 0 la corrispondente curva <strong>di</strong> livello è una curva chiusa e regolare. Su<strong>di</strong> essa giace un’orbita <strong>per</strong>io<strong>di</strong>ca. Pertanto l’insieme dei dati iniziali che danno luogo a orbite <strong>per</strong>io<strong>di</strong>cheè Π = R \ {P }.Si consideri e > 0. Lungo l’orbita con energia e si ha p = ± √ m(2e − κq 2 ). Per ragioni <strong>di</strong> simmetria <strong>il</strong><strong>per</strong>iodo T è dato dal doppio del tempo impiegato a <strong>per</strong>correre l’arco su<strong>per</strong>iore della traiettoria <strong>di</strong> equazionep = √ m(2e − κq 2 ). Il punto iniziale è (− √ 2e/κ, 0), mentre quello finale è ( √ 2e/κ, 0). Usando la primadelle (2.26) si hadqdt = 1 √2e − κqm p = 2⇒m∫ T/20∫ √ 2e/κdt =− √ 2e/κEseguendo la sostituzione q = √ 2e/κ sin θ si ottiene)∫ √ 2e/κdq√(2e − κq2 )/m = 20dq√(2e − κq2 )/mT2 = √4mκSi osservi che <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo è in<strong>di</strong>pendente da e.∫ π/20√ mdθ ⇒ T = 2πκEsempio 2.35. Pendolo semplice. Si considera <strong>il</strong> pendolo semplice <strong>di</strong> lunghezza l e massa m; detto θl’angolo tra la <strong>di</strong>rezione del pendolo e la verticale <strong>di</strong>scendente si ha che <strong>il</strong> moto è regolato dall’equazione ¨θ =fismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 46
−ω 2 sin θ, dove ω = √ g/l è la pulsazione e g l’accelerazione <strong>di</strong> gravità. Procedendo come nell’Esempio 2.1<strong>il</strong> problema può essere ricondotto allo stu<strong>di</strong>o del sistema <strong>di</strong>namico planare{ ˙q = pṗ = −ω 2 (2.29)sin qdove si è posto q = θ e p = ˙θ. Lo stu<strong>di</strong>o dettagliato <strong>di</strong> problemi meccanici uni<strong>di</strong>mensionali verrà affrontatonel paragrafo 3, in questo esempio ci si limita a stu<strong>di</strong>are la stab<strong>il</strong>ità dell’origine.In primo luogo si osserva che l’origine dello spazio delle fasi, ovvero <strong>il</strong> punto q = 0 e p = 0, è un puntofisso del sistema <strong>di</strong>namico, infatti posto f(q, p) = (p, −ω 2 sin q) <strong>il</strong> campo delle <strong>di</strong>rezioni, si ha f(0, 0) = 0.Per stu<strong>di</strong>are la stab<strong>il</strong>ità dell’origine si può usare l’approccio <strong>di</strong> Liapunov. Si osserva dapprima che lafunzione h(q, p) = p 2 /2 − ω 2 cos q è un integrale primo del sistema <strong>di</strong>namico, infattiL f h(q, p) = ∇h(q, p) · f(q, p) = (ω 2 sin q)p + p(−ω 2 sin q) = 0Si considera, poi, la funzione w = h − h(0, 0) = h + ω 2 e si <strong>di</strong>mostra che è una funzione <strong>di</strong> Liapunov. Inprimo luogo w(0, 0) = h(0, 0) − h(0, 0) = 0; in secondo luogo∂ 2 w∂q 2 = ω2 cos q,∂ 2 w∂p 2 = 1, ∂ 2 w∂q∂p = 0allora <strong>il</strong> determinante hessiano calcolato nell;origine vale ω 2 , quin<strong>di</strong> è positivo. In conclusione l’origine èun punto <strong>di</strong> minimo relativo proprio <strong>per</strong> la funzione w, quin<strong>di</strong> w è una funzione <strong>di</strong> Liapunov <strong>per</strong> l’origineche, a sua volta, è un punto fisso stab<strong>il</strong>e.Si considera, ora, <strong>il</strong> pendolo semplice sottoposto all’azione <strong>di</strong> una forza <strong>di</strong>ssipativa proporzionale a ˙θme<strong>di</strong>ante un coefficiente positivo b > 0. In questo caso la descrizione in termini <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong>namico èanaloga con l’unica (fondamentale) <strong>di</strong>fferenza che <strong>il</strong> campo delle <strong>di</strong>rezioni è f(q, p) = (p, −ω 2 sin q − bp).In questo caso la funzione w non è più un integrale primo del sistema <strong>di</strong>namico, ma resta una funzione<strong>di</strong> Liapunov <strong>per</strong> l’origine, infattiL f w(q, p) = ∇w(q, p) · f(q, p) = (ω 2 sin q)p + p(−ω 2 sin q − bp) = −bp 2 ≤ 0In virtù del Teorema 2.30, allora, si conclude che l’origine è un punto fisso stab<strong>il</strong>e. In questo caso cisi aspetta che l’origine sia anche asintoticamente stab<strong>il</strong>e, purtroppo non è possib<strong>il</strong>e riconoscere questaproprietà sulla base del Teorema 2.30 <strong>per</strong>ché la terza ipotesi sulla funzione w non è sod<strong>di</strong>sfatta, piùprecisamente L f w è uguale a zero sui punti dell’asse q, quin<strong>di</strong> w è una funzione <strong>di</strong> Liapunov <strong>per</strong> l’originema non è <strong>di</strong> Liapunov in senso stretto. Questa incapacità del teorema <strong>di</strong> Liapunov a trattare i puntiasintoticamente stab<strong>il</strong>i del pendolo <strong>di</strong>ssipativo è in realtà comune a tutti i sistemi meccanici <strong>di</strong>ssipativi;nel seguito si vedrà come <strong>il</strong> problema possa essere risolto <strong>per</strong> mezzo del Teorema 2.36 <strong>di</strong> Barbasin.Al fine <strong>di</strong> enunciare <strong>il</strong> teorema <strong>di</strong> Barbasin si introduce <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> insieme positivamenteinvariante Si considera <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>namico (2.6) con f <strong>di</strong> Lipschitz su I ⊂ R n ,si <strong>di</strong>ce che I ′ ⊂ I è positivamente invariante sotto l’evoluzione del sistema <strong>di</strong>namico(2.6) se e solo <strong>per</strong> ogni x 0 ∈ I ′ l’unica soluzione ϕ : [t 0 , +∞) → R del problema <strong>di</strong> Cauchyassociato a (2.6) con dato iniziale x(t 0 ) = x 0 è definita globalmente su [t 0 , +∞) e inoltreϕ(t) ∈ I ′ <strong>per</strong> ogni t ≥ t 0 . Ciascuna componente connessa <strong>di</strong> una su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> livello è uninsieme positivamente invariante.Teorema 2.36 (Barbasin–Krasovskij) Si consideri <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>namico (2.6) con campodelle <strong>di</strong>rezioni f : I ⊂ R n → R n continuo e <strong>di</strong> Lipschitz su I e sia x e un suo puntofisso. Si supponga che esiste una funzione w : I ′ ⊂ I → R <strong>di</strong> classe C 1 sull’intornofismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 47
- Page 1 and 2: Esercizi e appunti per il corso di
- Page 3 and 4: ⇒ x(t) = Ce tcon C ∈ RImpondend
- Page 5 and 6: ✻x✟✻✟ ✟ ✟ ✟x✻x 0x
- Page 7 and 8: viene scelto vicino a x 2 il sistem
- Page 9 and 10: Esercizio 1.4. Supponendo uniforme
- Page 11 and 12: Questo è parzialmente vero nel cas
- Page 13 and 14: L’integrale, infatti, ha senso pe
- Page 15 and 16: sensato, perché si ricorda che le
- Page 17 and 18: dimostrare che il tempo t 1 − t 0
- Page 19 and 20: con f : R n → R una funzione asse
- Page 21 and 22: Come nel caso unidimensionale verif
- Page 23 and 24: - asintoticamente stabile se e solo
- Page 25 and 26: Esempio 2.9. Sulla base di argoment
- Page 27 and 28: x 2✻✲✻ ✲✛ ✻❄✛ ❄
- Page 29 and 30: Per esempio nel punto ¯x = (0, 1)
- Page 31 and 32: livello chiusa, questa osservazione
- Page 33 and 34: (x 2 + y 2 )/2. Si può verificare
- Page 35 and 36: - Per a = 1, la curva di livello pa
- Page 37 and 38: Teorema 2.21 Si consideri il sistem
- Page 39 and 40: ciò fa intuire che in qualche sens
- Page 41 and 42: Teorema 2.28 (Stabilità dei sistem
- Page 43 and 44: La palla B δ (x e ) è proprio que
- Page 45: e si studia la matrice associata al
- Page 49 and 50: Da questa proprietà segue che w è
- Page 51 and 52: ✲✲✛✛P 3p✻✲✲✛✛P 2
- Page 53 and 54: −πp✲✻✲✲ ✲✛0 π q✛
- Page 55 and 56: è soddisfatta, perché L f ′w(q,
- Page 57 and 58: y✻✛− √ 2✲✲ ✲✲✛
- Page 59 and 60: Esercizio 2.16. Per i seguenti sist
- Page 61 and 62: degli assi cartesiani dello spazio
- Page 63 and 64: Dal momento che I 1 < I 2 < I 3 si
- Page 65 and 66: Il problema (3.1) può essere ricon
- Page 67 and 68: dell’analisi avendo come riferime
- Page 69 and 70: Γ e = {(q, p) ∈ R 2 : q e 1 ≤
- Page 71 and 72: Osservato che dall’equazione dell
- Page 73 and 74: assunto nel minimo, cioè a zero. I
- Page 75 and 76: La tesi, allora, segue in virtù de
- Page 77 and 78: u(q)✻q 3 q 4 q 1 q 2✲ qu 0p
- Page 79 and 80: p✻q0(q − q 0 ) 1/2 p (q − q 0
- Page 81 and 82: Si può osservare che ˙θ ha segno
- Page 83 and 84: Troncando lo sviluppo delle potenze
- Page 85 and 86: deve specificare il valore della ca
- Page 87 and 88: valore della soluzione sull’asse
- Page 89 and 90: x ∈ [a, b], u x (a, t) = u 1,a (t
- Page 91 and 92: Inoltre si è usata l’identità n
- Page 93 and 94: con q = (x, y, z) ∈ R 3 , t ∈ R
- Page 95 and 96: Le equazioni del moto possono esser
- Page 97 and 98:
Sostituendo queste espressioni nell
- Page 99 and 100:
1. u x + u y = u;2. 2u x − 3u y =
- Page 101 and 102:
In realtà lo studio è limitato al
- Page 103 and 104:
3. u(x, y) = log √ x 2 + y 2 , (x
- Page 105 and 106:
nella regione√2E := {(ξ, η) ∈
- Page 107 and 108:
ammette l’unica soluzioneu(x, t)
- Page 109 and 110:
Esercizio 6.43. Una corda semi-illi
- Page 111 and 112:
Esercizio 6.50. Come l’Esercizio
- Page 113 and 114:
Esercizio 6.59. Per effetto di una
- Page 115 and 116:
Esercizio 6.66. Si risolva l’equa
- Page 117 and 118:
4. u 0 (x) = exp{−α|x|} con α
- Page 119:
6.3. Equazione di Laplace: funzioni