y✻✩✻ ✲ xy✻✩✄ ✄✗✲ x(a)(b)Fig. 3.26. Con<strong>di</strong>zioni iniziali: (a) <strong>per</strong> l’orbita circolare; (b) <strong>per</strong> una piccola deviazione dall’orbita circolare.da cui si ottiene ρ(t) ≥ ρ 1 + √ 2ε/µt.<strong>Esercizi</strong>o 3.9. Si consideri una particella <strong>di</strong> massa µ sottoposta all’azione <strong>di</strong> una forza centrale <strong>di</strong>potenzialeu(r) = κr 2 + α r 2 (3.18)con κ > 0. 1. Si scrivano le equazioni del moto e <strong>il</strong> principio <strong>di</strong> conservazione dell’energia. 2. Si <strong>di</strong>segni <strong>il</strong>grafico del potenziale efficace nel caso γ := 1 + 2µα/L 2 > 0. 3. Si <strong>di</strong>scuta qualitativamente <strong>il</strong> moto dellaparticella e si <strong>di</strong>mostri che esiste un moto circolare uniforme <strong>di</strong> raggio ρ 0 . Se ne determinini <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodoT 0 . 4. Sia u 0 = u eff (ρ 0 ): si scriva l’equazione dell’orbita <strong>per</strong> moti con energia e > u 0 . 5. Si <strong>di</strong>ca <strong>per</strong> qualivalori <strong>di</strong> α l’orbita determinata al punto 4 è chiusa.Soluzione: si veda la soluzione <strong>di</strong> [4] <strong>per</strong> <strong>il</strong> moto armonico in tre <strong>di</strong>mensioni.4. Introduzione alle equazioni alle derivate parzialiDallo stu<strong>di</strong>o della meccanica dei sistemi è noto che <strong>il</strong> modello che descrive <strong>il</strong> comportamentofisico <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> molte particelle viene definito introducendo un numero<strong>di</strong> variab<strong>il</strong>i uguale al numero <strong>di</strong> gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertà del sistema. Queste variab<strong>il</strong>i sono dettecoor<strong>di</strong>nate lagrangiane e <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in modo univoco la posizione <strong>di</strong> tuttele particelle che costituiscono <strong>il</strong> sistema rispetto al riferimento relativamente al quale sistu<strong>di</strong>a <strong>il</strong> moto. Le coor<strong>di</strong>nate lagrangiane vengono pensate come funzioni del tempo ela conoscenza <strong>di</strong> tali funzioni <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> seguire <strong>il</strong> sistema durante <strong>il</strong> suo moto istante<strong>per</strong> istante, cioè <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>ire a ogni istante la posizione <strong>di</strong> ciascuna particella,la sua velocità e, più in generale, <strong>il</strong> valore <strong>di</strong> una qualsiasi osservab<strong>il</strong>e fisica associata alsistema. Dal punto <strong>di</strong> vista fisico un’osservab<strong>il</strong>e è una grandezza caratteristica del sistemache può essere misurata s<strong>per</strong>imentalmente, nel modello matematico che descrive <strong>il</strong> sistemaun’osservab<strong>il</strong>e è una qualsiasi funzione delle coor<strong>di</strong>nate lagrangiane; ovviamente sarà ut<strong>il</strong>estu<strong>di</strong>are l’andamento <strong>di</strong> quelle osservab<strong>il</strong>i che hanno un’interessante interpretazione fisica.Nel contesto della meccanica dei sistemi <strong>di</strong>screti le variab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> posizione, ovvero le coor<strong>di</strong>natelagrangiane, e la variab<strong>il</strong>e temporale giocano ruoli <strong>di</strong>versi; le une vengono semprepensate come funzione dell’altra. Più precisamente dette q i le coor<strong>di</strong>nate lagrangiane edetta t la variab<strong>il</strong>e temporale <strong>il</strong> problema consiste nel determinare le funzioni q i (t) soluzionidelle equazioni del moto e sod<strong>di</strong>sfacenti opportune con<strong>di</strong>zioni iniziali. Vi sono problemifisici, d’altro canto, che non possono essere schematizzati con un modello <strong>di</strong> questo tipo;si pensi, <strong>per</strong> esempio, al problema dell’elettromagnetimo. In questo contesto si immagina<strong>di</strong> avere una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> carica e <strong>di</strong> corrente assegnata in tutto lo spazio e nota inogni istante; in altri termini si pensa alla variab<strong>il</strong>e spaziale q ∈ R 3 come a un’etichettache, assieme alla variab<strong>il</strong>e temporale t ∈ R, in<strong>di</strong>vidua una posizione e un istante in cui sifismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 84
deve specificare <strong>il</strong> valore della carica e quello della corrente. In questo caso la posizione e <strong>il</strong>tempo giocano lo stesso ruolo, in<strong>di</strong>viduano un punto dello spazio–tempo R 3 ×R in cui va assegnato<strong>il</strong> valore <strong>di</strong> una funzione <strong>di</strong> quattro variab<strong>il</strong>i. Più precisamente si suppongono notela funzione densità <strong>di</strong> carica ϱ : (q, t) ∈ R 3 × R → ϱ(q, t) ∈ R e la funzione densità <strong>di</strong> correntej : (q, t) ∈ R 3 ×R → j(q, t) ∈ R 3 e si scrivono le equazioni che descrivono l’evoluzionedelle osservab<strong>il</strong>i fisiche, cioè del campo elettrico E : (q, t) ∈ R 3 × R → E(q, t) ∈ R 3 e delcampo magnetico B : (q, t) ∈ R 3 × R → B(q, t) ∈ R 3 . Le equazioni del modello elettromagneticosono le celebri equazioni <strong>di</strong> Maxwell<strong>di</strong>v E = ϱ , rot E = − ∂Bε 0 ∂t , <strong>di</strong>v B = 0 e rot B = −µ ∂E0j + ε 0 µ 0∂t(4.1)note rispettivamente come legge <strong>di</strong> Gauss <strong>per</strong> <strong>il</strong> campo elettrico, legge <strong>di</strong> Farady–Henry,legge <strong>di</strong> Gauss <strong>per</strong> <strong>il</strong> campo magnetico e legge <strong>di</strong> Ampère–Maxwell.Le equazioni precedenti definiscono <strong>il</strong> modello matematico dell’elettromagnetismo edescrivono l’evoluzione dei campi E e B. Essendo equazioni <strong>di</strong>fferenziali <strong>per</strong> funzioni <strong>di</strong>più variab<strong>il</strong>i devono necessariamente essere espresse in termini delle derivate parziali deicampi. Per esempio scrivendo in modo esplicito la legge <strong>di</strong> Gauss <strong>per</strong> <strong>il</strong> campo elettricosi trova∂E x∂x (q, t) + ∂E y∂y (q, t) + ∂E z∂z (q, t) = 1 ϱ(q, t)ε 0dove si è posto E = (E x , E y , E z ) e q = (x, y, z). In generale un’equazione <strong>di</strong>fferenzialealle derivate parziali (PDE) <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne k <strong>per</strong> la funzione u : R n → R è un’equazionedella formaF ( x; ∂u∂x 1, . . . , ∂u∂x n; ∂2 u∂ 2 x 1,∂ 2 u, . . . , ∂2 u; ∂k u,∂x 1 ∂x 2 ∂ 2 x n ∂ k x 1∂ k u, . . . , ∂k u )= 0 (4.2)∂ k−1 x 1 ∂x 2 ∂ k x ndove si è posto x = (x 1 , . . . , x n ); si noti la presenza <strong>di</strong> tutte le derivate miste. In questocapitolo si <strong>di</strong>scutono alcuni problemi fisici <strong>per</strong> i quali si può costruire un modello matematicoin termini <strong>di</strong> equazioni <strong>di</strong>fferenziali alle derivate parziali.4.1. Equazione <strong>di</strong> continuità <strong>per</strong> un fluidoUn fluido occupa <strong>il</strong> volume contenuto all’interno della regione G ⊂ R 3 ; si in<strong>di</strong>ca con u(q, t)la densità <strong>di</strong> massa del fluido nel punto q = (x, y, z) ∈ G all’istante t ∈ R. Sulla base delsolo principio <strong>di</strong> conservazione della massa è possib<strong>il</strong>e mostrare che la funzione u sod<strong>di</strong>sfaall’equazione <strong>di</strong> continuità∂u(q, t) + <strong>di</strong>v[u(q, t)v(q, t)] = 0 (4.3)∂tdove la funzione vettoriale v : (q, t) ∈ R 3 × R → v(q, t) ∈ R 3 , detta campo delle velocità,rappresenta la velocità all’istante t del volumetto infinitesimo <strong>di</strong> fluido centrato in q.Sia Ω ⊂ G una regione chiusa e limitata la cui frontiera ∂Ω è una su<strong>per</strong>ficie regolare;sia dσ una porzione infinitesima <strong>di</strong> ∂Ω centrata in q ∈ ∂Ω, la massa che attraversa l’areafismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 85
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✻x✟✻✟ ✟ ✟ ✟x✻x 0x
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L’integrale, infatti, ha senso pe
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Come nel caso unidimensionale verif
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x 2✻✲✻ ✲✛ ✻❄✛ ❄
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Per esempio nel punto ¯x = (0, 1)
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livello chiusa, questa osservazione
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