dσ <strong>per</strong> unità <strong>di</strong> tempo nel verso specificato dalla normale esterna ν(q) a ∂Ω in q è parialla massa contenuta nel c<strong>il</strong>indretto <strong>di</strong> base dσ interno a Ω e <strong>di</strong> altezza v(q, t) · ν(q).massa che attraversa l’area dσ <strong>per</strong> unità<strong>di</strong> tempo nel verso <strong>di</strong> ν(q)}= u(q, t)v(q, t) · ν(q)si noti al secondo membro la presenza del prodotto scalare, si ricorda, infatti, che sia v siaν sono vettori tri<strong>di</strong>mensionali. Osservato che la massa totale contenuta in Ω all’istante t èuguale all’integrale della densità u(q, t) esteso al volume Ω, dal principio <strong>di</strong> conservazionedella massa segue che∫∫du(q, t) dq = − u(q, t)v(q, t) · ν(q) dσdt Ω∂Ωdove, si osserva, <strong>il</strong> primo è un integrale triplo e <strong>il</strong> secondo un integrale su<strong>per</strong>ficiale. Ilsegno meno è legato al fatto che come verso della normale alla su<strong>per</strong>ficie ∂Ω è stato sceltoquello esterno alla su<strong>per</strong>ficie. Applicando <strong>il</strong> teorema della <strong>di</strong>vergenza al secondo membrosi ottiene∫∂uΩ ∂t∫Ω(q, t) dq = − u(q, t)v(q, t) · ν(q) dqe dall’arbitrarietà della regione Ω ⊂ G segue l’equazione <strong>di</strong> continuità (4.3).L’equazione (4.3) non è nella forma (4.2) <strong>per</strong>ché in essa compaiono due funzioni: <strong>il</strong>campo scalare u e <strong>il</strong> campo vettoriale v. Se si suppone, <strong>per</strong>ò, <strong>di</strong> conoscere <strong>il</strong> campo dellevelocità, allora l’equazione <strong>di</strong> continuità <strong>di</strong>venta un’equazione <strong>di</strong>fferenziale alle derivateparziali del primo or<strong>di</strong>ne nella funzione incognita u. In particolare nel caso <strong>di</strong> un fluidoin un tubo uni<strong>di</strong>mensionale parallelo all’asse x l’equazione si riduce a∂u ∂(x, t) + [u(x, t)v(x, t)] = 0 (4.4)∂t ∂xdove v è un campo scalare assegnato.È lecito aspettarsi che le equazioni <strong>di</strong>fferenziali alle derivate parziali, così come quelleor<strong>di</strong>narie, ammettano più <strong>di</strong> una soluzione, <strong>per</strong> esempio è imme<strong>di</strong>ato verificare che la (4.4)ammette le infinito alla uno soluzioni costanti u(q, t) = costante. Dal punto <strong>di</strong> vista fisicoè importante capire quali siano le con<strong>di</strong>zioni che bisogna imporre alla soluzione affinché<strong>il</strong> problema ammetta una soluzione unica; nel caso delle equazioni or<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne nsi deve considerare un problema <strong>di</strong> Cauchy fissando <strong>il</strong> valore della soluzione e delle sueprime n − 1 derivate in un istante. Nel caso dell’equazione <strong>di</strong> continuità uni<strong>di</strong>mensionaleè s<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>e che l’equazione ammetta una soluzione unica una volta assegnato <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o <strong>di</strong>densità all’istante iniziale; in altri termini si vorrebbe <strong>di</strong>mostrare un teorema che assicur<strong>il</strong>’esistenza e l’unicità della soluzione dell’equazione <strong>di</strong> continuità (4.4) sod<strong>di</strong>sfacente allacon<strong>di</strong>zione iniziale u(x, 0) = u 0 (x), <strong>per</strong> ogni x ∈ R, dove u 0 è una funzione reale assegnatache rappresenta la <strong>di</strong>stribuzione della massa nel tubo all’istante iniziale.Il problema può essere letto in un modo <strong>di</strong>verso e molto istruttivo: si vuole determinarela funzione u soluzione dell’equazione <strong>di</strong>fferenziale (4.3) nel piano qt avendo assegnato <strong>il</strong>fismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 86
valore della soluzione sull’asse t, cioè su una curva regolare del piano. È ovvio che l’asse tha un valore particolare nel contesto specifico dell’equazione <strong>di</strong> continuità, ma in generalequesto tipo <strong>di</strong> problema può essere posto assegnando <strong>il</strong> dato iniziale su una curva regolarequalsiasi del piano. Più precisamente, considerata l’equazione <strong>di</strong>fferenziale alle derivateparziali del primo or<strong>di</strong>ne(F x, y, u, ∂u∂x , ∂u )= 0 (4.5)∂ydove F : R 5 → R è una funzione assegnata abbastanza regolare, considerata una curvaregolare ϕ = (ϕ 1 (s), ϕ 2 (s)), con s ∈ I e I ⊂ R intervallo, considerata una funzione f : I →R, si <strong>di</strong>ce che u : D ⊂ R 2 → R è soluzione del problema <strong>di</strong> Cauchy associato a (4.5)con dato iniziale f assegnato sulla curva regolare ϕ se e solo se u sod<strong>di</strong>sfa (4.5) nell’a<strong>per</strong>toconnesso D contenente <strong>il</strong> supporto della curva ϕ e inoltre u(ϕ 1 (s), ϕ 2 (s)) = f(s) <strong>per</strong> ognis ∈ I.4.2. Equazione del caloreUn solido occupa <strong>il</strong> volume G ⊂ R 3 ; si in<strong>di</strong>ca con u(q, t) la tem<strong>per</strong>atura del corpo nel puntoq = (x, y, z) ∈ G all’istante t ∈ R. Sulla base del principio <strong>di</strong> conservazione dell’energiaè possib<strong>il</strong>e mostrare che la funzione u sod<strong>di</strong>sfa all’equazione del calorek∂u∆u(q, t) = (q, t) (4.6)cϱ ∂tdove k è la conduttività del corpo, c <strong>il</strong> suo calore specifico e ϱ la sua densità <strong>di</strong> massa chesi suppone costante. L’equazione (4.6) è un’equazione <strong>di</strong>fferenziale alle derivate parzialidel secondo or<strong>di</strong>ne.In primo luogo si mostra che sulla base del principio <strong>di</strong> conservazione dell’energia èpossib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire una sorta <strong>di</strong> equazione <strong>di</strong> b<strong>il</strong>ancio energetico sim<strong>il</strong>e all’equazione <strong>di</strong>continuità <strong>per</strong> la densità <strong>di</strong> massa. Si in<strong>di</strong>ca con ε(q, t) la densità <strong>di</strong> energia del corpoin q ∈ G all’istante t e con j(q, t) <strong>il</strong> flusso <strong>di</strong> calore in q all’istante t, ovvero presa unasu<strong>per</strong>ficie infinitesima dσ centrata in q ∈ Ω, l’energia che la attraversa <strong>per</strong> unità <strong>di</strong> temponel verso specificato dalla normale ν dσ a dσ è uguale a j(q, t) · ν dσ . Sia Ω ⊂ G unaregione chiusa e limitata la cui frontiera ∂Ω è una su<strong>per</strong>ficie regolare; sia dσ una porzioneinfinitesima <strong>di</strong> ∂Ω centrata in q ∈ ∂Ω, l’energia che attraversa l’area dσ <strong>per</strong> unità <strong>di</strong> temponel verso specificato dalla normale esterna ν(q) a ∂Ω in q è pari a j(q, t) · ν(q). Osservatoche l’energia totale contenuta in Ω all’istante t è uguale all’integrale della densità ε(q, t)esteso al volume Ω, dal principio <strong>di</strong> conservazione dell’energia segue cheddt∫Ω∫ε(q, t) dq = −∂Ωj(q, t) · ν(q) dσApplicando <strong>il</strong> teorema della <strong>di</strong>vergenza al secondo membro si ottiene∫∂ε∂t∫Ω(q, t) dq = − j(q, t) · ν(q) dqΩfismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 87
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⇒ x(t) = Ce tcon C ∈ RImpondend
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✻x✟✻✟ ✟ ✟ ✟x✻x 0x
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viene scelto vicino a x 2 il sistem
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Esercizio 1.4. Supponendo uniforme
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Questo è parzialmente vero nel cas
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L’integrale, infatti, ha senso pe
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con f : R n → R una funzione asse
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Esempio 2.9. Sulla base di argoment
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x 2✻✲✻ ✲✛ ✻❄✛ ❄
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Per esempio nel punto ¯x = (0, 1)
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livello chiusa, questa osservazione
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(x 2 + y 2 )/2. Si può verificare
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