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Esercizi e appunti per il corso di Fisica Matematica - Sezione di ...

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sferico (a<strong>per</strong>to) I ′ <strong>di</strong> x e <strong>di</strong> Liapunov <strong>per</strong> x e . Si suppone, inoltre, che esiste un insiemecompatto C ⊂ I ′ tale che x e ∈ C, C è positivamente invariante e in C \ {x e } non esistonotraiettorie lungo cui w è costante a eccezione del punto critico x e . Allora <strong>il</strong> punto fisso x eè asintoticamente stab<strong>il</strong>e e <strong>il</strong> suo bacino d’attrazione contiene C.Prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare <strong>il</strong> teorema <strong>di</strong> Barbasin è ut<strong>il</strong>e <strong>di</strong>scutere in modo molto sinteticol’applicazione al problema del pendolo <strong>di</strong>ssipativo introdotto nell’Esempio 2.35; <strong>per</strong> una<strong>di</strong>scussione più dettagliata si rimanda all’<strong>Esercizi</strong>o 2.13. Si considera le funzione <strong>di</strong> Liapunovw(q, p) = p 2 /2−ω 2 cos q+ω 2 ; è fac<strong>il</strong>e vedere che la sua curva <strong>di</strong> livello w(q, p) = 2ω 2è chiusa e contiene l’origine. Inoltre in ogni suo punto <strong>il</strong> campo delle <strong>di</strong>rezioni f puntaverso l’interno della regione C delimitata dalla curva <strong>di</strong> livello stessa. Se si osserva, infine,che gli unici punti <strong>di</strong> C in cui si abbia L f w = 0 sono quelli che giacciono sull’asse q eche in tali punti <strong>il</strong> campo delle <strong>di</strong>rezioni è parallelo all’asse p, si conclude, in virtù delTeorema 2.36 che l’origine è un punto fisso asintoticamente stab<strong>il</strong>e e che la regione C ècontenuta nel bacino d’attrazione, quin<strong>di</strong> ne costituisce una stima.Prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare <strong>il</strong> Teorema 2.36 è necessario introdurre <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> insiemelimite. Si considera <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>namico (2.6) con f <strong>di</strong> Lipschitz su I ⊂ R n , sia x ∈ I esia ϕ : R → R n l’unica soluzione del problema <strong>di</strong> Cauchy associato al sistema <strong>di</strong>namico(2.6) con dato iniziale ϕ(t 0 ) = x. Si <strong>di</strong>ce insieme ω–limite <strong>di</strong> x l’insieme ω(x) ⊂ R ncostituito da tutti i punti y ∈ R n tali che esiste una succesione monotona crescentet 0 ≤ t 1 ≤ · · · ≤ t k ≤ · · · <strong>di</strong>vergente positivamente tale che lim k→+∞ |ϕ(t k ) − y| = 0.Si <strong>di</strong>ce insieme α–limite <strong>di</strong> x l’insieme α(x) ⊂ R n costituito da tutti i punti y ∈ R ntali che esiste una succesione monotona decrescente t 0 ≥ t 1 ≥ · · · ≥ t k ≥ · · · <strong>di</strong>vergentenegativamente tale che lim k→+∞ |ϕ(t k ) − y| = 0.È imme<strong>di</strong>ato osservare che un punto fisso asintoticamente stab<strong>il</strong>e è l’insieme ω–limite<strong>di</strong> ciascun punto del suo bacino d’attrazione; se si considera, invece, una linea <strong>di</strong> faselungo cui si svolge un moto <strong>per</strong>io<strong>di</strong>co passante <strong>per</strong> un punto x ∈ R n , allora l’insieme ω(x)è costituito dall’intera linea <strong>di</strong> fase. Per ulteriori esempi meno ovvi <strong>di</strong> insiemi limite sirimanda al paragrafo ??.Dimostrazione del Teorema 2.36. Sia x ∈ C e sia ϕ : [t 0 , +∞) → R n la soluzione delproblema <strong>di</strong> Cauchy associato al sistema <strong>di</strong>namico (2.6) con dato iniziale ϕ(t 0 ) = x.In primo luogo si <strong>di</strong>mostra che l’insieme ω–limite <strong>di</strong> x è non vuoto ed è contenuto inC. Dal momento che C è positivamente invariante, si ha che ϕ(t) ∈ C <strong>per</strong> ogni t ≥ t 0 ;allora data una successione monotona crescente {t k } <strong>di</strong>vergente positivamente si ha cheϕ(t k ) ∈ C <strong>per</strong> ogni k ∈ N. Ricordando che C è compatto si conclude che esiste unasottosuccessione t ks estratta da t k tale che ϕ(t ks ) converge a un punto <strong>di</strong> C. Si può quin<strong>di</strong>conludere cheω(x) ≠ ∅ e ω(x) ⊂ C (2.30)Si osserva, ora, che ϕ(t) ∈ C <strong>per</strong> ogni t ≥ t 0 e L f w(y) ≤ 0 <strong>per</strong> ogni y ∈ C si ha chew(ϕ(t)) è una funzione monotona del tempo e quin<strong>di</strong> esiste <strong>il</strong> limitew x := lim w(ϕ(t)) (2.31)t→+∞fismat05.tex – 20 Apr<strong>il</strong>e 2006 – 13:12 pagina 48

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