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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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SECONDA PARTE. INDAGINE SUGLI STUDENTI INTERNAZIONALII 1.200 <strong>studenti</strong> stranieri intervistati risultano iscritti a 61 diversi atenei distribuitinel territorio nazionale, seppure si evince una prevalenza di rispondenti frequentanti iprincipali atenei romani (il 69,2% del campione studia in 20 differenti atenei con sedenella Capitale) dove, d’altronde, oltre alla più grande università d’Europa (l’Università“Sapienza”), si concentrano altre importanti università pubbliche e private, nonchénumerose università pontificie e college statunitensi esterni al sistema universitarionazionale. Considerando quindi l’impatto di questi ultimi, l’indagine condotta mostra unanetta prevalenza di rispondenti iscritti presso atenei del Centro Italia (73,4%), seguiti dalMezzogiorno (15,8%) e quindi dall’Italia Settentrionale (10,6%).Il maggior numero di risposte proviene dall’Università “Sapienza” di Roma (417) e dadue altri atenei che hanno fornito più di 100 risposte: l’Università della Calabria (165risposte) e l’Università “Tor Vergata” di Roma (136), seguite da presso dall’università diRoma Tre (99).I dati nazionali mostrano che gli <strong>studenti</strong> stranieri sono soprattutto europei noncomunitari e asiatici, con prevalenza dei seguenti Paesi di origine: Albania 11.802, Cina6.161, Camerun 2.612, Iran 2.271, Perù 1.929, Marocco 1.831, Moldova 1.794, Ucraina1.559, Israele 1.586 e Russia 1.404.Questa situazione si rispecchia in modo sostanzialmente analogo nella distribuzioneper nazionalità tra coloro che hanno risposto all’indagine. La percentuale più alta degliintervistati (38,0%) proviene infatti da Paesi europei non appartenenti all’UE. Considerevoleè però anche la quota di quelli provenienti dall’Asia (26,1%), mentre non sono molti coloroche provengono da Paesi americani e africani. All’interno del campione sono rappresentate98 nazionalità. Tra queste, le più numerose, che complessivamente assommano a quasi lametà degli intervistati, sono gli <strong>studenti</strong> albanesi (18,3%), cinesi (10,8%), russi (5,0%),moldavi e statunitensi (3,9% ciascuno), ucraini (3,8%) e brasiliani (3,5%). Rispetto ai datiforniti dal MIUR, pur nella somiglianza, si notano anche alcune significative differenze:in particolare, numerose risposte sono giunte da <strong>studenti</strong> statunitensi (47 questionari), iquali, tuttavia, non rientrano <strong>nelle</strong> presenze censite dal MIUR poiché iscritti presso collegeamericani. Solo un numero estremamente ridotto di intervistati (7,2%) dichiara di essere inmobilità Erasmus (partecipano, infatti, al programma permanente anche Turchia e Croaziain qualità l’uno di Paese candidato e l’altro prossimo all’adesione all’UE) o Erasmus Mundus.Questa evenienza peraltro non è sorprendente, perché la brevità di questi soggiorni perstudio e il numero limitato dei partecipanti tendono a renderli statisticamente invisibili.Si può quindi ritenere che i dati raccolti riguardino prevalentemente <strong>studenti</strong> che stannocompiendo un percorso universitario completo in Italia.Caratteristiche demografiche: genere, stato civile, età e anno di arrivoI dati anagrafici mostrano che la struttura sociale degli intervistati presenta analogiee differenze rispetto a quella del corpus generale degli iscritti agli atenei italiani. Infatti,la percentuale di studentesse (57,1%) è praticamente uguale a quella sul totale degli99

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