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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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Premessa metodologicaun quadro secondo cui la qualità dell’insegnamento è stata considerata molto buona(63%), nonostante le difficoltà patite a causa dei ritardi enormi nel rilascio/rinnovo deipermessi di soggiorno (63%) e lo scetticismo sulle possibilità di fare carriera in Italia(39%). Le conclusioni del curatore dell’indagine, il prof. Tito Boeri dell’Università Bocconidi Milano, propongono semplificazioni procedurali innanzitutto riguardo alla durata delpermesso di soggiorno - che dovrebbe avere la stessa durata del corso di studi - e quindiriguardo i criteri di selezione, che dovrebbero invece ricadere nell’ambito di responsabilitàdelle università, ritenute più competenti dei consolati a valutare curriculum e titoli distudio degli <strong>studenti</strong> stranieri da ammettere ai propri corsi;− il “Milan International Student Survey” 3, curato dal Cimea, ha visto la realizzazionetra maggio e giugno 2009, nel corso di due settimane, di 10 focus group, cui hannopartecipato 86 <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong>, e 10 interviste in profondità. Il caso di Milano,già oggetto di attenzione a più riprese da parte della Camera di Commercio meneghinanell’ambito delle politiche di <strong>internazionali</strong>zzazione, viene qui analizzato dal punto divista dello studente internazionale. La ricerca offre molteplici spunti: Milano, descrittadagli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> tra luoghi comuni e conoscenza concreta, ne esce fuori comeuna rampa di lancio per l’Europa, sebbene non manchino margini di miglioramento, soprattuttoper quanto riguarda fattori critici come la carenza d’informazioni e le difficoltàconnesse al permesso di soggiorno e alla ricerca dell’alloggio;− Barbara Staniscia 4, nell’ambito del Progetto “Territorial Impact of Globalizationfor Europe and its Regions”, ha individuato, sulla base dei dati sulle iscrizioni universitarie,il corso in Scienze del Turismo presso l’Università Sapienza di Roma come casodegno di studio per l’elevata incidenza di <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> (almeno il 15%). Lastudiosa ha quindi provveduto tra la primavera e l’estate 2011 alla somministrazionedi 100 questionari dalla cui analisi emerge che, se è vero che Roma venga scelta comesede di studio per la fama degli insegnamenti e la possibilità di beneficiare di sostegnieconomici e spese più contenute, tuttavia è evidente che gli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> nonsono sempre considerati una risorsa portatrice di benefici e talvolta si sentono guardaticon indifferenza o come un problema da risolvere.Infine, merita menzione il numero monografico della rivista del Ministero dell’Interno“Libertà Civili” (n. 4/2012), in occasione del quale il Punto di contatto italiano all’internodi EMN ha fornito il suo contributo sulle procedure d’ingresso degli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong>ricordando, tra l’altro, che “si dovrebbe essere meno diffidenti nei loro confrontie far leva su politiche pro-attive” 5 .3Cfr. http://cimea.it/default.aspx?IDC=2168.4Staniscia Barbara, Mobility of students and attractiveness of universities. The case of Sapienza Universityof Rome, in “International Review of Sociology”, 2012, pp. 1-14.5Pittau Franco, Ricci Antonio, Un percorso con troppi ostacoli, in “Libertà Civili”, Roma, n. 4, luglioagosto2012 pp. 18-25.11

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