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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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TERZA PARTE - APPROFONDIMENTI SPECIFICI SUL CONTESTO NAZIONALEVi sono però anche programmi come quello della Temple University di Roma, che nonsi rivolgono esclusivamente agli <strong>studenti</strong> delle università istitutrici ma anche di altre; inquesto caso viene utilizzato il metodo dei crediti universitari, erogati dal programma inItalia e utilizzati per conseguire lauree in diverse università nordamericane.Esistono poi alcuni programmi totalmente sganciati da istituzioni universitarie nordamericanee che tuttavia offrono corsi riconosciuti validi da molte università: un esempio ècostituito dalla American Heritage Association (con sede a Macerata) che ha come puntodi riferimento i consorzi universitari MCSA e NCSA.All’AACUPI sono inoltre associati anche alcuni istituti di istruzione superiore statunitensiche permettono il conseguimento di un titolo accademico statunitense accettandodomande di iscrizione indipendentemente dalla nazionalità del richiedente (American Universityof Rome, John Cabot University di Roma, St. John’s University di Roma, The JohnsHopkins University – The Bologna Center Paul H. Nitze School of Advanced InternationalStudies).I programmi di studio differiscono sensibilmente per dimensione. Il numero medio dipartecipanti è piuttosto limitato (nella maggior parte dei casi non più di 100 <strong>studenti</strong>),ma ve ne sono alcuni con affluenza molto elevata, come la John Cabot University (850<strong>studenti</strong> annui) o il Syracuse University Semester in Italy (800).Va inoltre citato il Programma Fulbright Universitas, avviato dalla Commissione per gliScambi Culturali fra l’Italia e gli Stati Uniti, che promuove partenariati tra le universitàe centri di ricerca in Italia e negli Stati Uniti in vari campi disciplinari, dalle scienze etecnologie, alle scienze sociali, discipline umanistiche e le arti, offrendo anche risorse perle università che favoriscono il processo di <strong>internazionali</strong>zzazione attraverso la mobilità didocenti e ricercatori, sia italiani che statunitensi.In mancanza di un quadro completo ed affidabile delle iniziative è anche difficile calcolareil numero preciso degli iscritti. Tuttavia, considerando i programmi noti e la lorodurata, il numero di visti per motivi di studio rilasciati annualmente, i titolari di borse(così come chi intenda iscriversi a corsi di istruzione tecnica e professionale) esentatidall’obbligo del visto e il numero di permessi di soggiorno per studio validi alla fine del2011 e le difficoltà connesse al loro rilascio, si può ragionevolmente stimare che il numerodi <strong>studenti</strong> nordamericani complessivamente coinvolti nel corso dello stesso anno sia statopari a circa 20mila unità. Questa presenza, oltre ai vantaggi per gli <strong>studenti</strong>, comportanotevoli benefici all’Italia, considerato che – secondo stime AACUPI per l’anno 2008 17 - iprogrammi universitari dei membri associati contribuiscono per il 12% all’intero flussoturistico diretto a località di interesse storico e artistico su tutta la penisola, con unfatturato diretto pari a circa 397 milioni di euro e benefici indiretti per oltre 630 milioni,insieme ad un notevole grado di fidelizzazione alla visita turistica in Italia di una partedella popolazione nord americana. Non vanno tuttavia sottaciute le criticità connesse a17IRPET, I programmi universitari nord americani in Italia, Aacupi, Firenze, 2008. www.aacupi.org/30th_anniv_volume/pdf_files/16_irpet_study_2008_rpnt_it.pdf.191

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