TERZA PARTE - APPROFONDIMENTI SPECIFICI SUL CONTESTO NAZIONALEblocco della programmazione degli “ingressi” per lavoro non stagionale (tradizionalmenteè al suo interno che si riserva una quota alle conversioni dei permessi per studio o tirocinio).Da un alto, quindi, l’opportunità di prevedere annualmente la conversione del titolodi soggiorno anche per chi non abbia concluso la propria formazione accademica appareattestata, abbastanza chiaramente, dalla disparità tra il dato sulle conversioni del 2010e quello del 2011; dall’altro, la previsione del Decreto Flussi 2010 – che ha riservato ben3mila quote alla conversione di permessi per studio e altre 3mila a quelli per tirocinioo formazione – sembrerebbe fuori misura rispetto alle pratiche effettivamente portate atermine nell’anno, che però, è bene ricordarlo, non possono essere considerate una fedeleespressione dell’effettiva richiesta, per valutare adeguatamente la quale dovremmodisporre dei dati sulle istanze di conversione presentate (che potrebbero in parte essereevase nel corso dell’anno successivo, oltre che rifiutate).Vale la pena ricordare, a questo proposito, che anche in ragione di un impianto normativopiuttosto restrittivo in materia di accesso alla cittadinanza delle seconde generazioni,in Italia una quota considerevole di <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> appartiene proprioa questo gruppo, che – evidentemente – esprime bisogni ben diversi da quelli di unostudente arrivato nel Paese appositamente per completare i propri studi, tra i quali ancheuna più diffusa esigenza di convertire il proprio permesso in un titolo di soggiorno perlavoro anche a prescindere dalla conclusione degli studi.In ogni caso, una previsione analoga a quella del 2010 è stata inserita anche nel Decretosui Flussi di ottobre 2012 (6mila quote per la conversione in permessi per lavoro subordinato,senza una predefinita ripartizione tra titolari di permessi per studio o formazione/tirocinio, e altri 1.000 per la conversione in titoli di soggiorno per lavoro autonomo).D’altra parte, l’intero quadro comunitario, sinteticamente descritto dai dati in tabella,è inevitabilmente condizionato dai principi normativi che regolano la materia nei singoliStati, oltre che dalla loro posizione rispetto al panorama dell’immigrazione comunitaria.E non solo. A giudicare dai risultati di una recente indagine comparativa condotta dal MigrationPolicy Group in 5 Stati dell’Unione (Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassie Svezia), influisce enormemente sulla quota di <strong>studenti</strong> che portano avanti la pratica diconversione l’accesso alle informazioni necessarie: gli <strong>studenti</strong> non comunitari, per quantolargamente interessati a maturare un’esperienza lavorativa a carattere internazionale,appaiono scarsamente informati sulla possibilità di inserirsi nel mondo professionale delPaese scelto per gli studi. Una maggiore informazione sui principi normativi che regolanotale opzione sembrerebbe quindi il primo obiettivo da perseguire affinché questa possibilitàdiventi più concretamente e diffusamente percorribile, a cominciare proprio da queiPaesi UE in cui si concentra la presenza di <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong>.151
VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANEUNIONE EUROPEA. Conversione dei Permessi di soggiorno per motivi di studio in altri motivi:nuova tipologia e totale (2010-2011)Paesi2010 2011Lavoro % Lav./Tot. Totale Lavoro % Lav./Tot. TotaleBelgio 42 10,4 403 n.d. n.d. n.d.Bulgaria n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Rep. Ceca 440 68,0 647 59 24,5 241Danimarca 85 87,6 97 779 74,0 1.053Germania 4.951 50,1 9.884 8.198 54,0 15.170Estonia 27 73,0 37 21 60,0 35Irlanda 333 18,5 1.803 376 21,5 1.752Grecia 329 51,7 636 339 41,0 826Spagna 1.297 51,3 2.529 1.661 48,0 3.461Francia 8.824 63,0 14.017 9.431 63,7 14.803Italia 46 36,5 126 825 77,5 1.065Cipro n.d. n.d. n.d. 0 n.d. 0Lettonia 1 20,0 5 3 9,1 33Lituania 25 43,9 57 35 83,3 42Lussemburgo n.d. n.d. n.d. 0 n.d. 2Ungheria 260 49,4 526 194 45,3 428Malta 0 n.d. 32 6 26,1 23Paesi Bassi n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Austria 98 55,1 178 107 58,5 183Polonia 777 28,7 2.710 34 1,4 2.349Portogallo 388 100,0 388 466 100,0 466Romania 62 22,1 281 46 19,1 241Slovenia 48 35,8 134 78 47,3 165Slovacchia 10 45,5 22 22 55,0 40Finlandia 265 31,4 845 1.606 78,4 2.049Svezia 107 47,8 224 107 45,0 238Regno Unito 38.878 86,3 45.035 46.894 86,7 54.069UE 27 57.293 71,1 80.616 71.287 72,2 98.734FONTE: EMN Italia. Elaborazione su dati Eurostat152