SECONDA PARTE. INDAGINE SUGLI STUDENTI INTERNAZIONALIIl rapporto con i docenti e con i servizi di segreteriaAncora migliore è giudicato il rapporto con i docenti che, dalle risposte ricevute, èottimo nel 22,2% dei casi, buono nel 47,9% e negativo o pessimo solo nel 5,3%.Generale è l’accordo degli intervistati di ogni provenienza sul proprio rapporto con ilpersonale docente, che viene valutato positivamente dal 72,7% degli europei, dal 68,2%degli asiatici, dal 70,8% degli africani e dal 66,7% degli americani.Sulla positività di questo rapporto non c’è differenza sostanziale tra donne e uomini.Per quanto riguarda l’età e l’anno di arrivo in Italia, le risposte sul rapporto con i docentiricalcano quelle relative all’opinione complessiva sulla propria esperienza nell’universitàitaliana: anche in questo caso, infatti, se i più soddisfatti sono coloro che hanno più di 30anni (che lo giudicano positivamente nel 74,4% dei casi, contro il 68,9% di quanti hannomeno di 30 anni), sono invece coloro che sono arrivati da meno tempo in Italia ad avere ilgiudizio migliore (ottimo per il 77,8% di chi è arrivato in Italia negli ultimi 2 anni, 70,2%per chi è arrivato tra il 2006 e il 2010, 62,4% per chi è in Italia da prima del 2006).Anche per questa domanda, si ripetono le tendenze evidenziate per il giudizio generalesullo studio negli atenei italiani. In particolare, è evidente la dipendenza dalla tipologiadi studi: tanto più è alto il livello, tanto migliore è il giudizio (Fig. 1.4).Fig. 1.4: Valutazione del proprio rapporto con i docenti (%)100%8,4 3,7 2,6 5,429,622,9 19,024,650%62,073,478,470,00%Laurea diprimo livelloLaurea Post-laureamquinquennaleTotalenegativo buono ottimoFONTE: International Student Survey EMN Italy-CNR/IRPPS-IDOS107
VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANEInoltre, tra chi segue corsi in materie umanistiche si hanno giudizi migliori rispetto aquelli di chi segue quelli in materie scientifico/tecnologiche. Infine, anche in questo casoil rapporto con i docenti è migliore per coloro che non lavorano, che lo giudicano ottimonel 71,7% dei casi, mentre per chi lavora questa percentuale scende al 67,0%.La valutazione della efficacia dei servizi di segreteria è meno positiva di quella relativaalla didattica: se circa l’80% si considera almeno parzialmente soddisfatto, tuttavia circa il20% degli intervistati la giudica non adeguata alle proprie esigenze sia se si disaggreganole risposte per area di provenienza geografica, sia se si disaggregano per genere. I livelli disoddisfazione comunque, anche se sempre inferiori a quello relativo alla propria esperienzanell’università e a quello sui rapporti con i docenti, seguono comunque le stesse tendenzeevidenziate per le precedenti due domande.Valutazione del proprio rendimento negli studiConsiderato il livello di soddisfazione per il sistema universitario italiano nel suocomplesso, non sorprende il fatto che gli intervistati giudichino in modo essenzialmentepositivo anche il proprio rendimento negli studi, considerato non positivo solo dal 9,4%degli intervistati. Sotto questo aspetto, non si riscontrano sostanziali differenze tra gli<strong>studenti</strong> delle diverse aree geografiche, mentre si nota un maggiore livello di soddisfazione<strong>nelle</strong> studentesse, tra le quali quelle che giudicano negativamente il proprio rendimentonegli studi sono solo poco più dell’8%. Notiamo anche come coloro che giudicanosoddisfacente il proprio rendimento negli studi sono coloro che sono arrivati in Italia trail 2006 e il 2010 e che quindi hanno già un’esperienza di studi ben consolidata (Fig. 1.5).Suddividendo le risposte in funzione delle altre variabili strutturali, si riscontrano le stessetendenze evidenziate per i giudizi sul sistema universitario: è peraltro logico che questisiano strettamente legati al proprio rendimento negli studi.Riguardo ai possibili miglioramenti da apportare ai cosi di laurea in Italia, gli intervistatiscelgono soprattutto l’opportunità di più stage e tirocini (25,3%), insegnamenti più legatial mercato del lavoro globale (21,2%) e un maggiore utilizzo di tecnologia (20,2%).Pochissimi invece ritengono opportuna una migliore organizzazione (2,4%) o la presenzadi docenti più preparati (1,4%). Si tratta quindi di suggerimenti relativi più ad aspettipratici che agli aspetti strutturali del sistema universitario italiano.108