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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANEGLI ERASMUS MUNDUS: UN PROGRAMMA ESTESOANCHE AI NON COMUNITARICristiana Crescimbene, Irpps-CNRL’utilizzo del programma Erasmus Mundus, che coinvolge i cittadini non comunitari, èiniziato in Italia fin dalla sua istituzione da parte dell’Unione Europea nel 2004. Tuttavia,nel primo anno il programma ha coinvolto solo sei atenei italiani (Università degli studi diFirenze, Pisa, Bologna, Ferrara, Trento e Libera Università di Bolzano). La partecipazione siè poi estesa nel tempo, coinvolgendo tutte le principali università <strong>italiane</strong>, sia pubblicheche private. Dal 2004 fino al 2012 (ultimo anno disponibile), nell’ambito del programmasono entrati in Italia 606 <strong>studenti</strong> di corsi di laurea, 3.022 <strong>studenti</strong> di master, 648 dottorandidi ricerca, 186 borsisti “post-doc” e 614 docenti stranieri, per un totale di 5.076persone.Come si vede dalla Figura 1, il programma ha interessato principalmente gli <strong>studenti</strong> dimaster <strong>internazionali</strong>. Infatti, per i primi tre anni le borse di studio hanno riguardato soloun certo numero di borse di studio per corsi di questo tipo ed il finanziamento di soggiornidi personale docente delle università straniere coinvolte nei diversi progetti.Questo tipo di mobilità in ingresso è continuato fino al 2008, con una tendenza semprecrescente, fatta eccezione per il 2007, in cui si è provveduto alla ristrutturazione del programma,che è entrato in quell’anno a far parte del sistema di “Lifelong Learning” dell’UE.Dal 2009, però, la crescente diminuzione dei fondi delle università si è fatta sentire anchesu questa attività, provocando una inversione di tendenza.Dal 2007, il programma è stato esteso anche agli <strong>studenti</strong> di corsi di laurea, ai dottorandie ad alcuni borsisti post-dottorato. Nei primi due anni, il programma così riorganizzatoha avuto un grande sviluppo, ma le condizioni economiche problematiche emerse nel 2009ne hanno provocato un ridimensionamento sempre più sensibile (Fig. 2).La mobilità in uscita dall’Italia nell’ambito del programma Erasmus Mundus si è concentratain quella che viene chiamata “Azione 2”, cioè scambi di docenti, <strong>studenti</strong> e borsistitra atenei italiani ed università estere che hanno siglato un accordo a questo riguardo. Conquesta copertura si sono recate all’estero, tra il 2007 ed il 2009, un totale di 386 persone(Fig. 3). Come si può notare, anche nel caso della mobilità in uscita dall’Italia i flussi piùconsistenti hanno riguardato l’iscrizione a master <strong>internazionali</strong>.Si è avuta anche una mobilità internazionale in uscita di <strong>studenti</strong> per frequentare corsidi master <strong>internazionali</strong> all’estero e di borsisti post-doc anche nell’ambito della cosiddetta“Azione 1”, che riguarda le domande inoltrate direttamente dall’interessato al responsabiledel corso: questa però è stata estremamente limitata, avendo interessato in tutto solo 220<strong>studenti</strong> e 38 borsisti tra il 2010 ed il 2012.In conclusione, il programma Erasmus Mundus rappresenta un interessante tentativo dicooperazione internazionale nel campo dell’educazione universitaria e di <strong>internazionali</strong>zzazionedegli atenei dell’area UE27. Le università <strong>italiane</strong> hanno in gran parte mostrato di182

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