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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANEUna larga maggioranza (60,6%) degli intervistati è in corso con gli esami (Fig. 1.2),mentre il 90,5% giudica comunque soddisfacente il proprio rendimento nello studio.Maggiori difficoltà le riferiscono coloro che sono arrivati dopo il 2005 (si dichiara incorso 55,9%), gli over 30 anni (54,3%) e chi studia discipline scientifiche e tecnologiche(54,4%). Al contrario una maggiore brillantezza negli studi viene dichiarata tra coloro chesono iscritti alla laurea specialistica (64,2%) e si dedicano alle discipline umanistiche(65,1%).Infine, quando invece si analizza la situazione di coloro che svolgono un’attivitàlavorativa, gli <strong>studenti</strong> in corso scendono al 56,0%. Risultati analoghi si ottengonodistinguendo le risposte relative alla valutazione del proprio rendimento negli studi tra chilavora e chi no (gli insoddisfatti salgono dal 9,5% relativo al campione generale al 12,0%proprio degli <strong>studenti</strong> lavoratori).La valutazione da parte degli <strong>studenti</strong>L’<strong>internazionali</strong>zzazione del sistema di formazione universitario nazionale è ormaiuniversalmente riconosciuta non solo come un valido indicatore della qualità del sistemastesso, ma anche come un potente mezzo per attrarre nel Paese un flusso di immigrazionequalificata e quindi aumentare le potenzialità culturali e produttive della nazione 9 . Allalimitata presenza di <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> <strong>nelle</strong> università del nostro Paese ha certocontribuito il fatto che l’italiano è una lingua relativamente poco diffusa al di fuori deiconfini nazionali e che il tradizionale sistema universitario (che prevedeva sostanzialmenteun solo titolo di studio, spesso di difficile equiparazione rispetto a quelli di altre nazioni),non facilitava l’iscrizione degli <strong>studenti</strong> stranieri nei nostri atenei. Tuttavia, non era finoa ora disponibile quello che è ormai lo strumento principale per giudicare quali siano lereali potenzialità attrattive di una istituzione universitaria: la valutazione da parte degli<strong>studenti</strong> stessi.Questo strumento, che era peraltro comune all’origine delle università 10 , è statoreintrodotto in epoca moderna prima <strong>nelle</strong> università statunitensi negli anni ’20 (primadalla Purdue University e poi da Harvard) e si è poi diffuso in tutti gli atenei dei Paesimaggiormente sviluppati, fino a divenire pratica generale a partire dalla fine del XXsecolo 11 .In Italia, questa procedura è stata introdotta abbastanza di recente e la valutazione deidiversi corsi di laurea da parte degli <strong>studenti</strong> che li frequentano è regolarmente raccoltadai “Nuclei di valutazione” dei singoli atenei dalla fine degli anni ’90 12 ed entra poi a far9Saxenian AnnaLee, The New Argonauts. Regional Advantage in a Global Economy, Harvard University Press, CambridgeMA, 2006.10Le Goff Jacques, <strong>Gli</strong> intellettuali nel Medioevo, Mondadori, Milano, 2008.11England James, Hutchings Pat, McKeachie Wilbert J., The Professional Evaluation of Teaching, American Council ofLearned Societies, Occasional Paper n. 33, 1996.12MIUR, Osservatorio per la valutazione del sistema universitario: Valutazione della didattica da parte degli <strong>studenti</strong>,Rapporto finale del Gruppo di Ricerca, 1/1998.104

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