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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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PRIMA PARTE. GLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA: IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVEprovenienti dall’estero (complessivamente 30.260 sulla base degli archivi di Eurostat),nel corso del 2011 i primi beneficiari sono stati gli statunitensi (6.279), seguiti dai cinesi(4.214) e dai turchi (1.632). Per numero di nuovi permessi si segnalano anche i cittadiniprovenienti dal Messico (767). Nel 2011 risultano, invece, ridotti i permessi di soggiornoper motivi di studio rilasciati a persone provenienti dai principali Paesi di origine degliimmigrati presenti in Italia. Si è trattato di poco più di cento permessi per l’Argentina, laMoldova, il Venezuela e la Nigeria e di oltre duecento per la Tunisia, il Marocco, la Serbia,l’Egitto, il Pakistan e la Croazia.Dall’andamento dei flussi si possono desumere alcune linee di lettura. Lo studio pressole università <strong>italiane</strong> può essere collegato con alcune aree dalle quali si sono originatiflussi di richiedenti asilo, come è il caso dell’Iran e del Medio Oriente. Tuttavia, un certoimpatto è stato esercitato anche dai flussi dell’emigrazione italiana tanto che nei Paesidove sono insediate le maggiori collettività, come ad esempio il Brasile e l’Argentina, siriscontra un interesse degli oriundi a studiare in Italia.<strong>Gli</strong> <strong>studenti</strong> americani costituiscono un caso a sé poiché i soggiornanti per studio(2.886 nel 2011) sono poco più di un terzo di quelli che entrano in Italia per motivo distudio (6.279 i nuovi rilasci). Ricordiamo che in Italia operano molti college statunitensi,che consentono ai propri <strong>studenti</strong> di condurre in Italia un semestre accademico, per cuiil loro permesso di soggiorno, in quanto scaduto, non viene rilevato a fine anno. Inoltre,la loro frequenza non avviene presso le università <strong>italiane</strong> bensì presso i citati college,il che non consente la registrazione <strong>nelle</strong> statistiche sulle frequenze universitarie precedentementeanalizzate, riservate al sistema nazionale pubblico e privato. Uno studio 72del 2008 commissionato dall’AACUPI sul tema dei programmi universitari nord-americanistima oltre 20mila <strong>studenti</strong> statunitensi iscritti all’anno, di cui oltre 10mila solo nel Lazioe 8mila in Toscana.Qualcosa di simile avviene anche per gli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> religiosi inviati in Italiadalle diocesi e dagli istituti religiosi di Paesi esteri. Si tratta, in prevalenza, di sacerdotie suore che ricevono un permesso per motivi religiosi (valido anche per la frequenzauniversitaria), concentrati quasi esclusivamente a Roma, presso le facoltà e le universitàpontificie. Basti pensare che l’Yearbook Unesco censiva presso queste università, per l’annoaccademico 1998-99, 9.389 <strong>studenti</strong> dei quali circa 4.000 esteri. Successivamente,una ricerca condotta dall’Ufficio Centrale Studenti Esteri in Italia (UCSEI), e presentatapresso l’università Gregoriana il 15 aprile 2005 in collaborazione con l’équipe del DossierStatistico Immigrazione Caritas e Migrantes, rilevava che su circa 20.000 <strong>studenti</strong> universitariiscritti alle strutture pontificie, circa la metà era costituita da stranieri, per lamaggior parte religiosi (i laici erano solo 1.279) 73 .72Cfr. www.aacupi.org/30th_anniv_volume/pdf_files/16_irpet_study_2008_rpnt_it.pdf.73Cfr. Studiare <strong>nelle</strong> università <strong>italiane</strong>: la partecipazione, le scelte e i risultati degli <strong>studenti</strong> stranieri. Breve analisidi un decennio di trasformazioni. Indagine promossa dall’Ufficio centrale <strong>studenti</strong> esteri in Italia - UCSEI e condottadall’ISTAT e dall’Ufficio di Statistica del Ministero dell’università - MIUR (Roma, 2005).61

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