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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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PRIMA PARTE. GLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA: IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVEmanente 42% in Italia 121 . Quindi, si può ipotizzare come gli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> verie propri siano 36.886, mentre gli stranieri che sono tali solo perché hanno cittadinanzanon italiana sono 26.687.Bisogna poi considerare come questi ultimi soggetti, quelli che chiamiamo “<strong>studenti</strong>stranieri non <strong>internazionali</strong>”, in alcuni casi decidano di allontanarsi dalla propria famigliaper studiare, scegliendo una facoltà lontana dalla propria residenza. Considerando che il26,3% degli <strong>studenti</strong> in Italia studia fuori sede 122 , si ipotizza che una percentuale leggermentepiù bassa possa interessare anche gli “<strong>studenti</strong> stranieri non <strong>internazionali</strong>”; inquesto modo si stima la loro presenza in 4.804 soggetti 123 . Il comportamento economicodi questi soggetti potrebbe essere paragonato a quello degli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong>;quindi, nello stimarne la numerosità, occorre prendere in considerazione anche questodato. Si tratta così di 41.690 soggetti.Distinguere tra “<strong>studenti</strong> stranieri <strong>internazionali</strong>” e “<strong>studenti</strong> stranieri non <strong>internazionali</strong>”è importante nel momento in cui si stimano i costi e le spese sostenute per lafrequenza universitaria e per il mantenimento quotidiano degli <strong>studenti</strong> fuori sede.<strong>Gli</strong> <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> affrontano delle spese per il percorso di studi e per il loromantenimento: si tratta delle tasse e dei contributi universitari, dei libri di testo e delmateriale didattico, dell’affitto dell’alloggio (sia esso alloggio universitario o appartamentoo stanza privata), delle spese per la casa (come le bollette di luce, acqua, gas, ecc.), dellespese per gli alimenti, trasporto, abbigliamento, comunicazione, tempo libero, i viaggi chesostengono amici e parenti che vengono a trovare in Italia lo studente e i viaggi che gli<strong>studenti</strong> stessi fanno per tornare a casa. Inoltre sono previste spese per l’assicurazione sanitariae per il permesso di soggiorno. Tuttavia per riuscire a comprendere l’effettivo impattoeconomico degli universitari stranieri, non si può non considerare che anche gli <strong>studenti</strong>stranieri “non <strong>internazionali</strong>” sostengano delle spese, contribuendo così a rafforzare il loropeso sull’economia nazionale. Per questi <strong>studenti</strong> le spese considerate includono le tasseuniversitarie, il costo dei libri di testo, le spese di trasporto, il permesso di soggiorno e l’assicurazionesanitaria. Per quantificare queste voci sono state applicare alcune “forzature”metodologiche, che cercheremo di descrivere per ciascuna voce di spesa.Tasse e contributi universitari. Le tasse universitarie sono diverse se si tratta di facoltàpubbliche o private. Nell’a.a. 2010/2011 in media la retta per iscriversi ad un’universitàpubblica è stata di 993 € pro capite, contro i 3.323 € dell’università privata 124 . Considerandoche il 94,3% degli <strong>studenti</strong> stranieri è iscritto all’università pubblica e il rimanente121In questi dati sono conteggiati anche gli <strong>studenti</strong> stranieri che non hanno definito la natura della provenienzadel loro titolo di studio.122Sesta indagine Eurostudent sulle condizioni di studio degli <strong>studenti</strong> universitari, 2011.123Si ipotizza che il 26,3% riferito agli italiani possa essere ridotto del 30% se si considera la popolazione studentescastraniera. Quindi applicando il 18% al numero di <strong>studenti</strong> stranieri che hanno preso il diploma in Italia siperviene a calcolare in 4.804 gli “<strong>studenti</strong> stranieri non <strong>internazionali</strong>” che studiano fuori sede.124Elaborazioni su dati MIUR.91

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