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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANErispetto all’incidenza degli <strong>studenti</strong> stranieri iscritti ai corsi di laurea triennale o magistrale(3,8%, livello 5 ISCED), analizzata nel capitolo precedente. Inoltre, la stragrandemaggioranza (quasi il 92%) degli <strong>studenti</strong> stranieri iscritti ad un corso post-lauream èiscritta ad un corso di Dottorato (3.954) o a un Master (3.454).ITALIA. Studenti stranieri iscritti ai corsi post-lauream (a.a. 2011/12)Non UE UE Totali % non ItalianiScuole di Specializzazione 461 214 34.344 2,0Dottorati 3.215 739 34.629 11,4Master e Corsi di Perfez. 2.294 1.160 37.281 9,3TOTALE 5.970 2.114 106.254 7,6FONTE: EMN Italia. Elaborazioni su dati MIUR-Ufficio di StatisticaNello specifico gli <strong>studenti</strong> non comunitari, 5.970 pari ai tre quarti (73,9%) degli <strong>studenti</strong>stranieri iscritti a livello di post-lauream, incidono sul totale italiani e stranieri per il5,6%. Sono 461 gli iscritti alle Scuole di specializzazione, 3.215 ai corsi di Dottorato e 2.294gli iscritti a Master o corsi di perfezionamento. Il primo Paese con il numero piú elevato diiscritti è l’Albania (600 iscritti), seguito da diversi Paesi asiatici: Iran (395), India (358) eCina (354). Non si deve dimenticare che ai corsi di Dottorato gli <strong>studenti</strong> stranieri possonoessere ammessi in soprannumero, anche se già soggiornanti in Italia e magari con un titolodi laurea italiana (questo può riguardare abbastanza spesso il caso degli <strong>studenti</strong> albanesi).Nonostante le ammissioni in soprannumero di quelle che possono essere identificate comele “seconde generazioni”, nel confronto europeo l’incidenza dei dottorandi stranieri (inclusii comunitari) rispetto al totale dei dottorandi iscritti rimane molto bassa 67 .Riguardo al soprannumero va anche tenuto conto che, nel contesto italiano, quellodegli iscritti ai corsi di Dottorato rappresenta uno status non chiaramente definito perchéda un lato essi svolgono un’attività di ricerca professionale, ricevendo una borsa di studioche è un vero e proprio stipendio da cui vengono detratti anche gli accantonamentipensionistici, dall’altro sono <strong>studenti</strong> che devono soddisfare i requisiti previsti di formazione.Questa condizione si riverbera anche sulle iscrizioni in soprannumero senza borsa,opzione introdotta nel 1998 e dal 2010 non più limitata numericamente, soggette ad unanotevole differenziazione a livello nazionale, per effetto dell’autonomia delle università<strong>italiane</strong>, ma anche tra le diverse aree di ricerca e facoltà all’interno dello stesso ateneo.67Secondo i dati Eurostat più recenti, riferiti al 2009, l’Italia, con un’incidenza dei dottorandi stranieri sul totaledei dottorandi dell’8,25%, si colloca nel gruppo dei “nuovi” Paesi membri, con un’incidenza tra il 3% e il 10%(Romania 3,1%; Estonia 5,3%; Bulgaria 5,7%; Ungheria 7,1%; Italia 8,25%; Slovenia 8,5%; Finlandia 9,3%; Malta9,5%; Cipro 9,5%; Repubblica Ceca 10,2%), molto lontano dal gruppo dei “vecchi” Paesi membri dove l’incidenzaè molto più alta (Spagna 22,0%; Austria 27,5%; Belgio 31,7%; Francia 40,9%; Regno Unito 47,5%). Solo Polonia,Lettonia e Lituania si collocano sotto il 3%, mentre non sono disponibili i dati aggiornati per Germania, Irlanda,Grecia, Paesi Bassi, Lussemburgo. Nello stesso tempo, dai dati Eurostat del 2009 risulta molto alta l’incidenza didottorandi italiani all’estero. Nell’elenco dei Paesi europei l’Italia si trova al settimo posto con 11,98%, precedutada Bulgaria 13,8%; Irlanda 19,3%; Portogallo 17,9%; Slovacchia 14,9%; Malta 282,4% e Cipro 141,8%.52

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