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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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PRIMA PARTE. GLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA: IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVEche eroga le borse di studio), ma questa perdita può considerarsi anche un investimentopubblicitario nei confronti del Paese di origine e anche una buona credenziale a livellointernazionale. Il fatto che nel futuro ci si orienti a tenere dei corsi in lingua inglese agliitaliani e agli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> (facilitando il loro apprendimento ma non certofacendo studiare l’inglese ai docenti in considerazione delle loro esigenze) deve essereparimenti considerato non un aggravio economico bensì un significativo accreditamentoa livello internazionale. Alcune università prevedono anche misure finanziarie di sostegnoa favore di <strong>studenti</strong> esteri meritevoli, ma si tratta pur sempre di impegni finanziarimodesti, per cui, se la questione posta inizialmente si limita a tenere conto delle speseaggiuntive sostenute nei loro confronti, si riscontra che l’accoglienza degli <strong>studenti</strong><strong>internazionali</strong> non costituisce un grave fardello e, al contrario, andrebbe incrementataanche sotto l’aspetto finanziario per gli effetti positivi che ne conseguono per i direttiinteressati e anche per il sistema universitario italiano.Impatto sulle sfide demograficheL’Istat ha curato le previsioni sulla popolazione residente per il periodo 2011-2065,tenendo conto che la popolazione si modifica di anno in anno sulla base del saldo naturale(differenza tra nascite e decessi) e del saldo migratorio (differenza tra movimentimigratori in entrati e in uscita) e ha previsto tre varianti (bassa, media e alta) perchénon è possibile determinare con certezza tutti i fattori che eserciteranno un influsso.Trattandosi di previsioni a lungo termine, esse vanno prese in considerazione con cautela,avendo presente che esse sono tanto più incerte quanto più ci si allontana dalla base dipartenza. Un ruolo importante, che inciderà sul livello della popolazione straniera, verràgiocato anche dalle acquisizioni di cittadinanza, il cui andamento è destinato a essereinfluenzato dagli interventi legislativi di riforma delle condizioni di accesso.In tutti gli scenari, seppure con diverse sfumature, si verifica una crescita della popolazioneanziana, un aumento dell’età media (49 anni circa) e una diminuzione dellapopolazione in età da lavoro. Nel 2065 nello scenario demografico medio gli stranieri,che contribuiranno a ringiovanire la struttura per età della popolazione complessiva,trattandosi di persone giovani o adulte e non anziane, saranno 14,1 milioni nello scenariocentrale, un quinto circa rispetto alla popolazione totale.Il recente aggiornamento che l’Istat ha fatto nel 2012 sulle previsioni demograficheattesta, nello scenario medio, che nel 2065 la popolazione complessiva (61,3 milioni)non sarà in Italia molto più numerosa di quella attuale a causa di una dinamica naturalenegativa pari a 11,5 milioni di unità (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi)e di una dinamica migratoria positiva pari a 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9milioni di uscite). L’età media sarà ancora più elevata (49,7 anni), gli ultrasessantacinquenniquasi raddoppiati (un terzo della popolazione) e gli stranieri, quasi quattro voltepiù numerosi di adesso, assumeranno un carattere sempre più organico per la loro funzionalitàai bisogni di assistenza degli anziani e alle esigenze del sistema produttivo.87

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