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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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PRIMA PARTEGLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA:IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVELe politiche nazionali e l’<strong>internazionali</strong>zzazioneIl sistema italiano di Istruzione SuperioreL’evoluzione del sistema universitario italiano è esemplificativa dello sviluppo vissutodall’Italia negli ultimi 150 anni. Nel 1861, anno dell’unificazione del Paese, solo pochiprivilegiati intraprendevano studi di livello superiore e la situazione è rimasta pressochéinvariata fino alla fine della prima guerra mondiale. L’evoluzione del sistema di istruzioneha quindi dato luogo non soltanto al proliferare di università pubbliche, ma anche allanascita di università private e di atenei legati alla chiesa cattolica. Diversi interventilegislativi hanno regolato il settore dell’istruzione e contribuito alla sua crescita, primotra tutti l’introduzione dell’obbligo di frequenza scolastica, il quale ha influito nell’immediatosull’istruzione secondaria inferiore e, in prospettiva, anche su quella di livellosuperiore, coinvolgendo la componente femminile fino ad allora piuttosto marginale.L’Italia figura tra i quattro Paesi che, per primi, hanno promosso la creazione delcosiddetto “Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore”, avviando una riforma del propriosistema basata sui principi della “Dichiarazione di Bologna”, siglata nel giugno del 1999,attraverso la cosiddetta Riforma Berlinguer (Decreto Ministeriale n. 509/1999). Attraversotale provvedimento il percorso formativo universitario, fino ad allora unitario e didurata quadriennale o quinquennale, è stato diviso in due distinti cicli, quello triennalee quello biennale, ciascuno dei quali termina con il conseguimento di un titolo. Ulteriorimodifiche sono state successivamente introdotte dalla Riforma Moratti (Decreto Ministerialen. 270/2004), la quale ha definito il limite di crediti formativi 15 necessari per ilconseguimento dei titoli accademici, dando autonomia agli atenei per l’articolazione deipiani di studio, le modalità di svolgimento della tesi di laurea, le procedure di valutazionedella preparazione iniziale dello studente, i servizi di orientamento. Infine, la recentissimaRiforma Gelmini, un insieme di atti normativi (legge 133/2008; legge 240/2010 diRiforma del sistema universitario) cui dovrà necessariamente far seguito l’emanazionedi numerosi decreti attuativi, ha previsto la facoltà di trasformazione delle università infondazioni di diritto privato, anche con l’ingresso di nuovi soggetti pubblici o privati,fermo restando il sistema di finanziamento pubblico e la vigilanza esercitata dal MIUR.La legge 240/2010 ha, inoltre, introdotto sostanziali modifiche all’articolazione interna15Al credito formativo universitario corrispondono normalmente 25 ore di lavoro per studente, ivicompreso lo studio individuale. La quantità media di lavoro di apprendimento svolto in un anno da unostudente a tempo pieno è convenzionalmente fissata in 60 crediti.PRIMA PARTE. GLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA: IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVE15

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