PRIMA PARTE. GLI STUDENTI INTERNAZIONALI IN ITALIA: IMPATTO, STATISTICHE E PROSPETTIVE51.947 (+126,3%). Notevole difficoltà persiste, invece, per gli studi post-lauream, comeper esempio le scuole di specializzazione medica, essendo richiesto ai fini dell’ammissioneil possesso della cittadinanza italiana, ostacolo che vale anche per i giovani immigratidi seconda generazione residenti in Italia.Il quadro generale può essere facilmente riepilogato secondo le seguenti proporzioni:è straniero 1 ogni 22 immatricolati, 1 ogni 26 iscritti complessivi, 1 ogni 37 laureati(oltre 7mila).ITALIA. Studenti stranieri iscritti e immatricolati <strong>nelle</strong> università <strong>italiane</strong>: primi 10 Paesi eincidenza su totale iscritti (a.a. 2011/2012)Immatricolati (a.a. 2011/2012) Iscritti (a.a. 2011/2012)1. Albania 1.719 1. Albania 11.8022. Cina 1.303 2. Cina 6.1613. Moldova 519 3. Camerun 2.6124. Camerun 460 4. Iran 2.2715. Marocco 458 5. Perù 1.9296. Ucraina 448 6. Marocco 1.8317. Perù 397 7. Moldova 1.7948. Iran 381 8. Ucraina 1.5599. Russa Fed. 287 9. Israele 1.58610. Ecuador 240 10. Russa Fed. 1.404Tot. UE 2.994 Tot. UE 14.451Tot. non UE 9.937 Tot. non UE 51.947Tot. Stranieri 12.931 Tot. Stranieri 66.398Tot. Ital.+ Stran. 280.588 Tot. Ital.+ Stran. 1.743.697% Stran/Tot. 4,6 % Stran/Tot. 3,8% non UE/Tot. 3,5 % non UE/Tot. 3,0FONTE: EMN ITALIA. Elaborazioni su dati Ministero Istruzione, Università e Ricerca/Anagrafe Nazionale StudentiL’<strong>internazionali</strong>zzazione dello studio sta divenendo sempre più visibile ma, nonostantei concreti passi in avanti, l’incidenza degli stranieri sulla popolazione studentescatotale rimane piuttosto limitata rispetto ad altri Paesi europei. A questo proposito, sipossono annoverare diversi fattori ostativi: le difficoltà connesse alla programmazionedei flussi e l’incertezza del rilascio (e conseguente rinnovo) dei permessi di soggiornoper motivi di studio; il complesso meccanismo di riconoscimento dei titoli di studioconseguiti all’estero; lo scarso numero di borse di studio erogate; la carenza di residenzeuniversitarie (i posti letto disponibili sono pari al 2,8% della popolazione universitaria).Si segnala, inoltre, la limitata diffusione nel territorio nazionale di corsi in inglese,lingua solitamente conosciuta dagli <strong>studenti</strong>, un limite che, però, come accennato sista tentando di arginare: già ora in oltre 100 atenei sono attivi corsi o insegnamenti intale lingua. Come ricordato, dall’anno accademico 2014/2015 l’intera offerta formativamagistrale, cioè bienni specialistici e dottorati, del Politecnico di Milano sarà fornita45
VI RAPPORTO EMN ITALIA - GLI STUDENTI INTERNAZIONALI NELLE UNIVERSITÀ ITALIANEin lingua inglese e forse in seguito a questa decisione, peraltro contestata, altri ateneiseguiranno questo esempio. Per quel che riguarda gli altri fattori ostativi, il Testo Unicodelle leggi sull’immigrazione sancisce la completa parità di diritto nell’accesso alle borsedi studio, alle residenze per <strong>studenti</strong>, a eventuali riduzioni delle tasse universitarie e adaltri interventi di sostegno. Pertanto, è auspicabile che in futuro possa essere sempre piùassicurata agli <strong>studenti</strong> stranieri una effettiva fruizione di tali diritti.Analizzando l’evoluzione storica della presenza degli <strong>studenti</strong> stranieri negli ateneiitaliani (inclusi i comunitari), è interessante rilevare come, nella metà degli anni ’60,essi fossero appena 10.000. Nei primi anni ’70 si fece un significativo passo in avanti esi giunse a 30.000 <strong>studenti</strong>, scesi nuovamente a 20.000 all’inizio degli anni ’90, periodoin cui furono notevoli le oscillazioni e netto l’aumento delle matricole di origine europea,con diminuzione degli <strong>studenti</strong> provenienti dalle altre aree continentali. Nel corso deltempo il peso delle diverse collettività è notevolmente mutato. Mentre nella prima fase ilprotagonismo spettava a tedeschi, svizzeri e specialmente greci, che trovavano in Italiaun rimedio al numero chiuso praticato in alcune facoltà delle loro università, è statapoi la volta degli albanesi, non solo per i nuovi flussi ma anche in seguito all’iscrizioneall’università dei figli degli immigrati o delle seconde generazioni. Infine, negli ultimianni, il dinamismo più significativo ha riguardato in particolare la Romania e la Cina,oltre agli Stati Uniti che contano in Italia numerose strutture succursali delle proprieuniversità. A questo proposito, l’archivio relativo alle iscrizioni anagrafiche curato dalMIUR dà adito a interessanti spunti di riflessione. I dati disaggregati disponibili perl’a.a. 2011/2012 riferiti esclusivamente agli iscritti non comunitari, pari a 51.947 (datoaggiornato al 29/12/2012), mostrano che gli <strong>studenti</strong> stranieri sono soprattutto europeie asiatici, con prevalenza delle seguenti collettività: Albania 11.802, Cina 6.161,Camerun 2.612, Iran 2.271, Perù 1.929, Marocco 1.831, Moldova 1.794, Ucraina 1.559,Israele 1.586 e Russia 1.404. I maggiori protagonisti dello studio universitario in Italianon sono, quindi, coloro che appartengono alle collettività più consistenti, seppure conalcune eccezioni. L’eccezione più significativa è quella dell’Albania che, pur essendo unpiccolo Paese, continua a rimanere al vertice della graduatoria. Anche il Camerun è unPaese che incoraggia lo studio all’estero e ritiene l’Italia uno sbocco interessante e, traquelli africani, è lo Stato che conta il maggior numero di <strong>studenti</strong> in Italia 64 . Attualmentegli iscritti camerunensi sono pressoché triplicati nel corso di un decennio e notevole èanche il fatto che un migliaio di cittadini di questo Paese abbia conseguito la laurea inItalia. Questi immigrati costituiscono una risorsa non solo per l’apporto economico, masoprattutto per la ricchezza culturale di cui sono portatori, che favorisce il plurilinguismoe l’<strong>internazionali</strong>zzazione della società italiana.I dati sulle iscrizioni mostrano, inoltre, che la mobilità studentesca non ripropone64Cfr. Siebetcheu Raymond, L’immigrazione camerunense in Italia, in Caritas/Migrantes, Dossier Statistico Immigrazione2011, Edizioni IDOS, Roma, 2011, pp. 49-55.46