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Gli studenti internazionali nelle università italiane - West

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IntroduzioneINTRODUZIONEPREFETTO ANGELO MALANDRINODirettore Centrale per le Politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo presso il Ministero dell’InternoAll’origine di questa nuova pubblicazione si colloca il programma European MigrationNetwork, che ha chiesto a tutti gli Stati membri una messa a fuoco della presenza di<strong>studenti</strong> universitari provenienti da altri Paesi. Il rapporto è stato curato con estremadiligenza dal Centro Studi e Ricerche IDOS e, prima di essere trasmesso alla CommissioneEuropea, è stato approfondito congiuntamente a diverse università e all’Istituto IRPPSdel CNR, senza trascurare l’apporto dei rappresentanti di diverse collettività di immigrati.Sono, così, emersi spunti fruttuosi di approfondimento e ulteriori apporti per completareil disegno iniziale.La soddisfazione per il favorevole andamento di questo piano di ricerca non è stata,tuttavia, considerata un motivo valido per ritenere chiuso il lavoro e, al contrario, si èpensato di andare oltre, dando l’avvio, per completare le poche centinaia di questionariinizialmente raccolti, a una vera e propria indagine sul campo che interessasse diverseuniversità sparse in tutta Italia. L’apertura dimostrata dal Punto di Contatto italianodell’European Migration Network e il diligente supporto assicurato dal Centro Studi eRicerche IDOS, che ha messo a disposizione i suoi operatori e le sue ampie conoscenzein tutta Italia, hanno consentito di predisporre questo nuovo sussidio, che richiama l’attenzionesu una questione che, pur non adeguatamente trattata, diventerà sempre piùdeterminante in un mondo globalizzato: quello del diritto internazionale allo studio.Non sarebbe giusto ritenere che nel nostro Paese non sia stata percepita l’importanzadella presenza degli <strong>studenti</strong> <strong>internazionali</strong> (termine preferibile rispetto a quello, piùricorrente, di “<strong>studenti</strong> stranieri”) e, anzi, non mancano analisi apprezzabili sul pianogenerale o su singoli aspetti e determinati territori. Ma neppure sarebbe fondato pensareche la questione sia stata approfondita in tutti i suoi aspetti e, cosa ancora più importante,che si sia calata a livello di opinione pubblica. Nel passato questo deficit conoscitivopoteva essere ritenuto meno importante, ma lo stesso non si può dire oggi, in un mondoglobalizzato in cui la “circolazione dei cervelli” risulta essere la via più intelligente perpreparare un futuro più soddisfacente.I curatori del volume, consapevoli dell’importanza della posta in gioco, hanno ripresoin uno schema organico i contributi in precedenza pubblicati sull’argomento e li hannocompletati con diversi approfondimenti, che spaziano da quelli statistici e normativi aquelli economici e culturali. A sua volta, l’ampia indagine che ha coinvolto 1.200 <strong>studenti</strong><strong>internazionali</strong> ha consentito di fare luce, con ricchezza di particolari, sul percorso di chiviene in Italia a studiare, sul quale conviene spendere qualche riflessione.7

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