dell’entroterra barese e lucano, in un ambiente che alcuni illuminati docentiavevano specializzato indirizzandolo alla formazione tecnico-scientifica, allostudio della realtà naturale, e dove la ricerca scientifica era finalizzata all’utilitàsociale di matrice genovesiana. Nell’anno accademico 1791-92 vennero istituitiun Osservatorio Meteorologico e un Gabinetto per gli esperimenti di fisica«con un corredo sufficiente di macchine per l’intiero corso di esperienze agiovani con qualche profitto» 3 . A proporli fu il professor Luca de SamueleCagnazzi. Questi era convinto che i laboratori fossero importanti in quanto lescienze «si apprendono più con gli occhi che colle orecchie, onde mancando[…] stabilimenti di complete raccolte di macchine fisiche e chimiche, diorti botanici ed agrari, di raccolte litografiche, e zoologiche e di sezionianatomiche, l’istruzione non è che solamente orale» 4 , e aveva provvedutopersonalmente alla costruzione «se non in tutto, almeno nella più gran parte»delle apparecchiature 5 . Cagnazzi fabbricò con le sue mani un rudimentalemicroscopio e alcune macchine elettriche, perfezionò alcuni strumenti dimisurazione, e realizzò una raccolta sistematica di minerali. Durante i suoiviaggi a Napoli, raccolse campioni di minerali del Vesuvio e poi scambiò idoppioni con colleghi di altre zone dell’Italia e con scienziati stranieri. Feceanche arrivare ad Altamura libri di fisica, di chimica, di botanica, di economia,di non facile reperimento nel Regno di Napoli, servendosi spesso di corriericompiacenti: nel Settecento la circolazione di molte opere di autori stranieri,ma anche italiani, era fortemente limitata dalla censura ecclesiastica, inparticolare nella provincia 6 .Sebbene non si disponga di documenti che descrivano il laboratorio,possiamo tuttavia indicare alcuni degli strumenti in uso e le esperienzedi laboratorio condotte dagli studenti dell’ateneo. Barometri, igrometri diChiminello e di Saussure, termometri di Réamur, pluviometri, banderuole(una era sulla sommità della Collegiata di San Nicolò dei Greci) 7 erano usatiper le osservazioni atmosferiche; elettrometri a pagliuzze di Volta, generatorielettrostatici a disco verticale, condensatori elettrostatici permettevano diriprodurre in piccolo alcuni fenomeni atmosferici come i baleni, i tuoni, ifulmini, di studiare l’elettrostatica, ma anche di mostrare una gran varietà di3 L. DE SAMUELE CAGNAZZI, Lettera dell’arcidiacono […] al P. Bartolomeo Gandolfi delle Scuole pie PP.di Fisica nella Sapienza Romana, e Socio di varie illustri Accademie, in «Giornale letterario di Napoli»vol. XCIII (14 febbraio 1798), pp. 98-106, p. 98.4 L. de Samuele Cagnazzi, Saggio sulla popolazione del regno di Puglia, Napoli, 1974 [Napoli, 1820-1839], p. 184.5 L. de Samuele Cagnazzi, Lettera […] al P. Bartolomeo Gandolfi, cit., pp. 98-106, p. 98.6 Sulle macchine elettroscopiche, gli apparecchi per le esperienze elettriche e gli strumenti dimisura costruiti e modificati da Cagnazzi: B. Raucci, La diffusione delle scienze nell’Università deglistudi di Altamura: un difficile percorso di affermazione, in Atti del xxiii Congresso nazionale di Storiadella fisica e dell’astronomia, 5-7 giugno 2003, Bari 2004, pp. 349-361; L. De Frenza, Il patriota e lamacchina. Alcune testimonianze poco note sull’interesse di Luca de Samuele Cagnazzi per la costruzionedi strumenti di fisica, «Anthopos&Iatria», ix (2005) 4, pp.82-88; A. Garuccio, B. Raucci, Luca deSamuele Cagnazzi: professore di Fisica sperimentale e costruttore di macchine scientifiche per esperimentisull’elettricità, in L’eredità di Fermi, Majorana e altri temi, Atti del xxiv Congresso Nazionale dellaSocietà degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA) Napoli - Avellino 3-6 giugno 2004, a curadi M. Leone, B. Preziosi e N. Robotti, Napoli 2007, pp. 119-122.7 Luca de Samuele Cagnazzi, Ragguaglio del terremoto, in «Analisi Ragionata de’ Libri Nuovi»,vol. ii, Luglio 1792, pp. 88-93, pag. 89.16
Nuova collocazione dell’Archivio-laboratorio al piano terra del Liceo Cagnazzi.esperimenti interessanti e spettacolari, come l’effetto luminoso di una scaricaelettrica in un vuoto parziale; una camera scura per studiare la luce 8 . Diversierano poi gli strumenti per studiare la formazione dei composti e l’azione diuna sostanza su un’altra. Venne riservata infatti grande attenzione allo studiodelle proprietà dei corpi «più nascoste alla vista» perché «è una pazzia [ridurre]la Fisica alle solo proprietà estrinseche ed apparenti de’corpi, senza conoscernei principi e la struttura», bisogna «dividerli ne’componenti, ossia decomporli, eciò dicesi Analisi» 9 . La chimica, per Cagnazzi, era una disciplina indispensabileper conoscere il Regno della Natura, la composizione della terra, i minerali,i gas, e il suo studio era fondamentale per le applicazioni in agricoltura e inmedicina. Permetteva di svelare i «primitivi principi che nudrono le piante[…] l’idrogeno, l’ossigeno, il carbonio, o l’azoto», di comprendere come sisviluppano le piante e quali tecniche possono migliorarne la resa ed evitarele malattie; di scoprire le sostanze che si possono ricavare dalle piante e8 L. de Samuele Cagnazzi, Discorso Meteorologico dell’anno 1794… in «Giornale Letterario diNapoli», vol. XXX, 1 luglio 1795, pp. 3-29, p. 6. Cagnazzi costruì inoltre alcune pile di Volta che regalòad amici e colleghi. A padre Gandolfi, che «conosceva per lettere», donò una «pila di Volta fatta inpicciolo», un’altra la regalò a Giuseppe Saverio Poli. Continuò a costruire strumenti anche quandosi trasferì a Napoli. Nel 1804 iniziò a «fare delle lentine microscopiche col torno», regalandonealcune all’amico Giuseppe Saverio Poli; nel dicembre 1834 avendo osservato un «microscopio solareche ingrandiva prodigiosamente», da poco portato a Napoli, si interessò ad esso e ne indagò ilmeccanismo e dopo alcuni mesi di studio riuscì a costruirne uno simile. L. de Samuele Cagnazzi,La mia vita, a cura di A. Cutolo, Milano 1954, p. 2269 ABMC, Cagnazzi, F. III D 9, Elementi di Fisica composti per uso della Regia Università di Altamura,cit., [c. 2r, I e c. 2v, II].17
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