dal mondo minerale. Insieme alla fisica e alla meteorologia, la chimica eraconsiderata una scienza utile al bene pubblico, un sapere necessario per poterintervenire sul territorio, sulle sue risorse, sulla realtà fisica, demografica esociale della regione.A seguito della riforma, l’Appula Atene, come Bernardo Tanucci definìl’Università di Altamura, divenne un centro di formazione modernamenteinteso, dove alle lezioni teoriche seguivano le pratiche sperimentazioni, edanche un centro di ricerca nel campo della botanica, della meteorologia, dellamedicina. Le indagini compiute dai professori, aiutati spesso nella raccoltadei dati dagli studenti, erano strettamente correlate all’economia del territorio.Questa impostazione precostituì un limite giacché, come ebbe a scrivereMatteo Galdi, nel Regno «poche o niuna scoverta interessante si è fatta inChimica, in Fisica, in Storia Naturale, nell’applicazione delle Fisico-chimichealle arti» 10 . Ma fu un “limite” ispirato da motivazioni ideologiche: condurreindagini sistematiche sul territorio, sulla realtà fisica, demografica e socialedella regione doveva servire, secondo gli ispiratori di questa Weltanschauungilluministica, a conoscere le risorse della propria terra al fine di programmareuna gestione moderna utilizzando nuove tecniche di coltivazione, di raccolta, dicommercializzazione dei prodotti agricoli.Ricerche botaniche, studi agrari, indagini mineralogiche, osservazionimeteorologiche, statistiche demografiche e sanitarie dovevano servire afavorire lo sviluppo del paese, a offrire nuovi orientamenti, nuove prospettivedi gestione del territorio e delle sue risorse, in particolare agricole. Il sistemaagrario faceva acqua da tutte le parti. La produzione, ancora legata agli arcaicied empirici metodi di coltivazioni e ad antiquati strumenti di lavoro, era lasciatanelle mani di poveri contadini che ignoravano la pratica del sovescio, chediffidavano dei moderni attrezzi e delle novità 11 . Convinti che l’economia dellanazione potesse risollevarsi anche attraverso l’innovazione tecnica, i docentitentavano di diffondere una nuova concezione del lavoro agricolo, proponendol’adozione di innovative tecniche di coltivazione, spiegando l’utilità per unamigliore resa del terreno della concimazione. Come i loro colleghi napoletani,avevano soppesato le manovre riformistiche attuate dal governo borbonicoe avevano discusso di ridistribuzione delle terre, di revisione del sistemafiscale, di liberalizzazione del commercio, di incentivi all’imprenditoria, diqualificazione del lavoro manuale, di istruzione, e avevano iniziato a vederenella vecchia struttura politica un freno al progresso economico e culturale. Lapolitica riformistica non aveva dato i risultati sperati: il riordino della finanzae dei tributi, l’abbattimento dei privilegi feudali, la ripartizione dei fondiecclesiastici e demaniali, la revisione del sistema giuridico e amministrativo,10 M. Galdi, Pensieri sull’istruzione relativamente al Regno delle Due Sicilie, Napoli, nella StamperiaReale, 1809, pp. 58.11 T. Berloco, Economia delle “masserie” della confraternita del SS. Rosario di Altamura nel XVIIIsecolo, in Le confraternite pugliesi in età moderna, v. II, Atti del Seminario Internazionale di Studi (27-29aprile 1979) a cura di L. Bertoldi Lenoci, Fasano 1991, pp. 515-567; F. Mirizzi, Strumenti e tecniche dellavoro agricolo e pastorale in Terra di Bari tra Sette e Ottocento, in Cultura e società in Puglia e a Bitontonel sec. XVIII, v. II, Atti del Convegno di studi (6-7 novembre 1992), a cura di S. Milillo, Bitonto 1994,pp. 343-356.18
Ritratto di Luca de Samuele Cagnazzi diautore ignoto, Liceo Cagnazzi, Altamura.erano tutti problemi che il governo non era riuscito a risolvere 12 . La presadi coscienza delle necessità del Paese era stata lenta, graduale; ma infine lenuove teorie economiche e le nuove idee politiche erano state appoggiate dallamaggioranza dei professori e dagli studenti. Fu così che l’Appula Atene, cara alconservatore Tanucci, alla fine del Settecento divenne la Leonessa di Puglia.Ad Altamura furono proprio il clero colto, la nobiltà illuminata e gli studentiad animare la rivoluzione nel 1799; e furono questi «spiriti fervidi» a soffrire dipiù la brutale repressione da parte delle bande armate del Cardinale Ruffo che,sciamando nel Regno, misero fine a un sogno, facendo sì che il Mezzogiornoinanellasse un’altra occasione perduta 13 . Fu ucciso un docente dell’Universitàe vennero saccheggiate le proprietà delle famiglie dei gentiluomini del posto.Oltre alle devastazioni e al sequestro dei beni, alle ruberie di bestiame e alladistruzione di «mobili, biancheria, cose preziose», il professore Cagnazzi videle sue «macchine fisiche» fatte a pezzi dai Sanfedisti che – perdita più grave ditutte – incendiarono anche una «gran quantità di libri» 14 .12 G. Masi, Strutture e società in terra di Bari a fine Settecento, in Terra di Bari all’aurora delrisorgimento (1794-1799), I Convegno di studio sulla Puglia nell’Età Risorgimentale, Istituto per lastoria del Risorgimento Italiano, Bari 1970, pp. 31- 56.13 M. Capaccioli, G. Longo, E. Olostro Cirella, L’astronomia a Napoli dal Settecento ai giorninostri: storia di un’altra occasione perduta, Napoli, Guida Editore, 2010.14 Lettera dell’Arcidiacono Luca de Samuele Cagnazzi del 20 aprile 1810, cfr. F. CARABELLESE, Dal1799 al 1806 (dalla rivoluzione repubblicana allo stabilirsi della monarchia), in Ricerche e Documentiin Terra di Bari, vol. IV, Bari, 1900, p. 114. Vedi anche ABMC, Cagnazzi, F. III D 9, f. lo 7, carte nonnumerate.19
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