Gli Strumenti della Scienza
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
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Elettroforo di Volta
Elettroforo perpetuo
Accessori Elettroscopio
a foglie d’oro
Misure 0,45 cm (spessore),
60 cm (diametro)
Materiali Resina, legno, ottone,
manico isolante
Inventore Alessandro Volta
Periodo di costruzione 1930
Stato di conservazione Buono
Valore d’acquisto 75 lire
Collocazione Armadio 6
Acquisizione ultima 06/02/2008
Inventario Stato 1924-1960 n.129
Archivio fotografico EL 030-033
L’elettroforo di Volta è la più semplice macchina ad induzione,
ideata da Volta nel 1775. È costituita da un disco di ebanite,
detto schiacciata, su cui poggia un disco metallico detto scudo,
munito di un manico isolante. La schiacciata si elettrizza
negativamente strofinandola con pelle di daino (una volta si
usava pelle di gatto). Si poggia successivamente sopra di essa
lo scudo; le due superfici si toccano in pochi punti perché non
combaciano perfettamente e in conseguenza si comportano
come due piani vicinissimi ma staccati e si elettrizzano
per induzione. La facciata inferiore dello scudo si carica
positivamente, quella superiore negativamente. Toccando
quest’ultima, l’elettricità negativa si disperde al suolo e lo
scudo resta carico positivamente. Prendendo lo scudo per il
manico isolante ed avvicinandogli la nocca dell’indice dell’altra
mano, otteniamo scintille. L’operazione può essere ripetuta
molte volte ricavando sempre molte scintille senza strofinare
ulteriormente la schiacciata perché la sua carica iniziale rimane
quasi costante.
Ideato da Volta nel 1775, rappresenta una delle macchine
elettrostatiche ad induzione in grado di accumulare e separare
cariche elettriche. Grazie alla sua semplicità costruttiva e
di funzionamento l’elettroforo di Volta ha goduto di grande
popolarità ed è stato realizzato in molte versioni. Presente
puntualmente in tutti i manuali dell’epoca con le istruzioni per
costruirlo. Nella versione originale Volta realizzò la schiacciata
con una miscela riscaldata di resina trementina, cloroformio e
cera, che veniva poi versata e spianata nel piatto metallico.
Elettrologia
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