Gli Strumenti della Scienza
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
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ancora in costruzione nel 1571, quando l’Università provvede a rimpinguare le
casse con contributi «per la fabbrica che attualmente si fa». 2
La comunità monastica, ricca di numerose personalità quale ad esempio
il madrigalista del ’500, padre Angelo Ignannino, prospera per due
secoli sovvenzionata - come del resto le altre istituzioni religiose - dalla
Amministrazione Cittadina, ed accresce enormemente il proprio patrimonio per
effetto di lasciti e donazioni di cui all’epoca gli enti religiosi beneficiavano, quasi
sempre in cambio di sepolture cioè di posti dove si potesse - in terra consacrata
- riposare dopo la morte.
Si giunge così all’inizio del ‘700 epoca in cui assistiamo ad una radicale
trasformazione della fabbrica di cui ci occupiamo. In un clima di grande
benessere, conseguente ad alcune ottime annate agricole e di notevole crescita
culturale, 3 tanto da rendere possibile l’istituzione, per volontà della sua gente,
dell’Università degli Studi, la città, emancipata dalla signoria - bonaria, ma pur
sempre onerosa - dei Farnese ha raggiunto una posizione di primo piano nel
Regno di Napoli.
Sotto il profilo edilizio sembra voler gareggiare con sé stessa nel costruire
palazzi e chiese con cupole e campanili che vanno a modificare e a
caratterizzare il panorama cittadino, come è efficacemente rappresentato nella
veduta settecentesca riportata nell’opera dell’Orlandi, 4 (figura 1).
Nella prima metà del settecento la chiesa di San Rocco, «per essere caduta» 5
viene sostituita da una molto più grande, secondo i canoni di un barocco
leggiadro, ariosa, luminosissima, sormontata da una cupola di notevole
dimensione e altezza. Non è dato conoscere il nome dell’architetto che
progettò quest’opera grandiosa e nello stesso tempo raffinata, probabilmente
furono utilizzati modelli già noti ed in uso presso l’ordine dei predicatori.
Contemporaneamente dovette essere ampliato, in proporzione, il convento
per quello che possiamo dedurre dalla vastità del chiostro (m.19 x 19) e del
porticato che lo circonda, la cui altezza misura sei metri all’intradosso delle
volte.
La data 1716 incisa ad altezza d’uomo nei pressi della facciata (che il Berloco.
ritiene apposta in occasione della ultimazione di questa, peraltro mai avvenuta)
potrebbe, secondo noi, indicare l’inizio della riedificazione.
Comunque, la veduta di Altamura dipinta su di una volta nell’Episcopio di
Matera e risalente al 1709 contiene la raffigurazione del complesso monastico
quale era anteriormente alla trasformazione settecentesca (figura 2).
Osservando il particolare che ci interessa - il cui autore, per altri indizi, appare
abbastanza scrupoloso e credibile - possiamo ricavarne:
ɴ che la chiesa di San Rocco fosse piuttosto modesta, asimmetrica nella
2 V. Frizzale, Storia di Altamura, 1755, manoscritto in ABMC.
3 T. Fiore, Il sacco di Altamura, in «Altamura/Bollettino dell’ABMC», n. 9, gennaio 1967, p. 63.
4 Cesare Orlandi Delle Città d’Italia e sue isole adjacenti, Perugia 1770. Voce Altamura.
5 La notizia è tramandata indirettamente in Archivio Generale dell’Ordine dei (Predicatori)
Domenicani(A.G.O.P.), a proposito della vita del frate Giovanni Paladino ed è riportata dal Berloco
alla pag. 83 del lavoro già citato.
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