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Gli Strumenti della Scienza

Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura

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La scala monumentale

attraverso un arco di accesso impreziosito dal rivestimento in pietra della

ghiera, si accede al vano dello scalone che collega il piano terra a quello

superiore (figura 8).

Questo elemento ripetuto in molti degli edifici progettati da Castellucci, rispetta

in generale il medesimo schema: un ampio e alto vano con doppia rampa (che

diviene tripla in Palazzo Gentile e Bitonto) che smonta in una porta ad arco

al primo piano che può o meno presentare un pianerottolo balaustrato con

affaccio 19 . L’ampio vano è in genere illuminato da finestre sulla parete di fondo

o lateralmente, a seconda dello spazio libero sull’esterno della scatola muraria

che contiene il tutto.

In molte occasioni si è potuto constatare che lo scalone è impreziosito da

balaustre in marmo o ringhiere in ghisa (come in questo caso) di alta fattura

dalle quali deriva una l’efficace valore estetico. In altre occasioni lo scalone

è per così dire declassato alla sua semplice funzione poiché libero di questi

felici episodi decorativi, ma mai privo – come in questo caso – del particolare

distintivo delle scale del Castellucci è cioè la comodità dell’alzata dei gradini

che permette di compiere l’arrampicata senza alcun minimo sforzo.

Qui il pregevole decoro della ringhiera è purtroppo vagamente offuscato dallo

scivolo di sollevamento per i disabili.

La cappella

Al piano superiore una serie di ambienti sono adibiti ad aule e laboratori

scolastici disposti tutt’intorno al corridoio che li racchiude snodandosi con

l’affaccio sul cortile.

Un’interessante variante nella regolarità dell’impianto è rappresentata dalla

cappella attualmente adibita a sala conferenze. Vi si accede tramite una

sobria porta con timpano che appare letteralmente appiattito dalla recente

tinteggiatura che - ci duole constatare - non ha risparmiato nemmeno i gattoni

e le mensole che risultano anch’esse private del cromatismo materico della

pietra lavorata oramai spogliata della propria naturale essenza (figura 9).

All’interno, pur nella sua esigua essenza, l’ambiente è piacevolmente corredato

da cornici che corrono sui pilastri, sulle linee di imposta degli archi e lungo i

pennacchi delle volte a vela.

La bicromia dei colori provvede ad ampliare la sintetica spazialità

movimentandola; mentre la pavimentazione presenta ampie parti con

maioliche originali magnificamente conservatesi e risarcite in alcuni tratti

con altre di moderna fattura eseguite in occasione dell’ultimo restauro, che

riproducono fedelmente il modello autentico. Nella parete di fondo, opposta

all’unica finestra che dà luce all’ambiente, si apre una nicchia muraria con una

decorazione in stucco a forma di conchiglia.

Nell’insieme architettonico l’edificio nella sua serena severità si riporta

all’estetica propriamente funzionale di una sede ecclesiastica, quale luogo di

19 Si confrontino in merito Palazzo Gentile a Bitonto, Antonacci-Telesio a Trani, Palazzo Prelatizio

di Acquaviva, Palazzo Jatta a Ruvo e Palazzo Comunale di Gioia del Colle dove appare il singolare

doppio abbinamento d’archi accesso-affaccio balaustrato.

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