Gli Strumenti della Scienza
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
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facciata, con campanile a vela, e orientata come quella attuale;
che, affiancato, ed un poco arretrato, vi fosse il convento, ad essa
proporzionato (a giudicare dal numero delle finestre i vani prospicienti
la facciata non sono più di quattro) e quindi con un chiostro di due o, al
massimo, tre campate, non visibile nel disegno stesso perché nascosto
dalla facciata principale connotata dall’ingresso ben evidente e da due
livelli di costruzione.
che l’ala che si protende verso chi guarda il dipinto, con insieme la
costruzione con tetto spiovente (baracca) fosse una superfetazione dovuta
a necessità di spazi - anche per usi agricoli - scomparsa nel successivo
ampliamento settecentesco. Si potrebbe anche azzardare l’ipotesi che
questa costruzione non sia afferente al convento, ma un edificio ritenuto
minore (la locanda seicentesca, o la chiesa di S. Maria di Loreto o altro
ancora) spostato dal pittore sul lato destro della veduta per non coprire la
parte più importante di questa e cioè la Porta di Matera.
Contrasta con questa posizione l’altra veduta, contenuta nella raccolta Rocca
della Biblioteca Angelica di Roma e datata 1584, nella quale un ignoto frate
agostiniano rappresenta il convento come un organismo unitario, completo di
un vastissimo chiostro con, addirittura, cinque arcate per lato (figura 3).
A spiegare questa apparente incongruenza si può osservare, nello stesso
disegno, che anche il convento degli agostiniani viene rappresentato con un
chiostro a cinque arcate, laddove rilievi dell’inizio del novecento 6 lasciano
intravedere un organismo unitario disposto intorno ad un piccolo chiostro
di sole tre arcate. Cinque arcate, sono anche riportate per il monastero del
Soccorso dove invece se ne contano quattro ancor oggi. È da ritenere, quindi,
che il disegnatore abbia usato lo stesso simbolo - cinque archetti - per tutti i
porticati di tutti i conventi, a prescindere dalla effettiva consistenza degli stessi.
Così chiarita la situazione per la fase più antica, passiamo a chiederci quale sia
stata la effettiva consistenza delle opere realizzate nel corso dell’ampliamento
settecentesco del complesso:
ɴ per analogia con l’imponenza della chiesa, si deve pensare che in questa
fase il chiostro sia stato ampliato sino alla attuale consistenza (quattro
arcate per lato).
ɴ Tutt’intorno, al piano terreno, secondo l’usato schema della maggior
parte dei conventi, il porticato coperto da volte a crociera e, ancora più
esternamente, altri locali di ricevimento: astanteria, cucina, refettorio ecc.
ɴ al primo piano in corrispondenza del porticato le piccole celle dei monaci
affacciate sul cortile interno e, esternamente a queste, corridoi ed altre
stanze.
Questa la situazione nella seconda metà del settecento che vede prosperare la
comunità monastica, attivamente partecipe della vita della città contribuendo
alla sua crescita anche culturale col dare docenti al Regio Studio di cui si è
6 Si tratta di una pianta su carta oleata, relativa all’impianto del macello comunale nel convento
degli agostiniani. In Archivio ABMC Fondo ing. Michele De Nora, non schedata
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