Gli Strumenti della Scienza
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
Catalogo (1800-1900) degli strumenti del gabinetto di fisica del Liceo Cagnazzi di Altamura
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scena che, seppur complessivamente appare carente di incisive attrazioni
plastiche, presenta un atipico attico decorato a rombi che insistendo sull’ultimo
piano, staglia letteralmente la fabbrica contro il cielo innalzandone il fronte
e, raggruppando il tutto, funge da contenimento, quasi a voler abbracciare
l’edificio intero. Assieme all’orologio che linearmente lo sormonta, il portale
diviene quindi l’episodio fulcro della simmetria in questa compagine
architettonica(figura 7).
Posto sulla sommità di cinque gradini è rinvigorito per tutto il suo profilo da
bugne lisce che pur nella loro semplicità, denotano un sapiente intervento
preparatorio da parte degli scalpellini. Aggetta leggermente prima di
condurre all’androne a botte e successivamente al cortile. Possiamo dire che
stilisticamente e per l’estrema semplicità la fabbrica ci ricorda – ovviamente in
scala differente – il Palazzo Capitaneo di Palese.
Il controllo spaziale della dimensione di facciata è gestito dal solito elemento
triplo degli assi delle finestre che contraddistingue il Nostro in diverse sue
opere. Mentre in Palazzo Capitaneo la ‘tripletta’ delle finestre dettava la
centralità, qui la ritroviamo nell’impaginazione delle ali murarie adiacenti
all’asse di simmetrica portale-orologio.Tre finestre identiche ripetute e poi, verso
il cantone bloccate da un’altra, provvista di una piccola variante: il balconcino,
dal significato estetico più che funzionale, poiché appare solo come elemento
di rinforzo della terminazione dell’edificio, a contenimento dell’impaginazione
spaziale delle ali murarie di facciata. Il palazzo in origine era privo sul lato
destro dell’attuale addizione che oggi altera visibilmente gli oggettivi rapporti
tra i tangibili elementi di facciata la compagine urbana.
Verticalmente, la facciata è scandita da un doppio ordine di finestre su un liscio
intonaco, inciso unicamente da un cornicione marcapiano dal semplice fascione
a sostegno della linea delle finestre. In origine lo zoccolo di attacco a terra era di
conci di pietra sbozzati sino all’altezza delle basi di piedritto del portale.
L’atrio e le sue adiacenze
Varcato il portone di ingresso, e attraversato un breve androne con volta a
botte, sulla destra si accede all’ABMC (Archivio Biblioteca Museo Civico di
Altamura), che occupa, tra l’altro un intero lato dell’ex portico scandito da
volte a crociera sormontanti le scaffalature lignee. Questo genere di ambiente
gira tutt’attorno all’atrio principale quadrangolare dove al di fuori, sulle pareti,
le tompagnature degli archi dell’ex-chiostro e i piedritti superstiti, lasciano
intravedere la posizione esatta degli stessi rimossi visivamente dalla riduzione
eseguita dal Castellucci. Qui un doppio ordine di finestre - arcuate al piano terra
e semplicemente rettangolari e collegate da una cornice al primo - movimenta
lo spazio e la prima sensazione che scaturisce nell’osservatore è di trovarsi
in uno degli innumerevoli cortili delle masserie sparse per la Puglia. Questo a
causa del candore del bianco calcino sulle pareti e per le chianche pavimentali
lisciate in chiara pietra locale. 18
18 La voce dialettale chianca deriva dal latino planca=tavola piana, il termine di uso locale sta ad
indicare la pietra piatta. Cfr. quanto riporta M. A. Micalella in P. Malagrinò, Dolmen e Menhir di
Puglia, Fasano, Schena, 1982, p. 34.
il seminario in san domenico ad altamura
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