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Le Giornate del Cinema Muto 2006 Sommario / Contents

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Collegium Sacilense <strong>2006</strong><br />

Nell’anno <strong>del</strong> giubileo <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong>, la costante evoluzione e i risultati <strong>del</strong> Collegium Sacilense, giunto all’ottava edizione, vanno al di là <strong>del</strong>le<br />

nostre aspettative. Anno dopo anno, il Collegium contribuisce con entusiasmo e freschezza ai lavori <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong> e agli studi <strong>del</strong>la comunità <strong>del</strong><br />

cinema muto e degli archivi in generale. Attualmente, diversi “ex-collegians” partecipano a importanti progetti di restauro, e altri ancora<br />

proseguono la loro esperienza con incarichi universitari. In questa edizione, per la prima volta un ex-collegian – Matthew Solomon – ha curato uno<br />

dei programmi <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong>: “La magia nel cinema”. L’edizione 2004/5 dei Collegium Papers sarà ricordata per il ragguardevole livello dei<br />

contributi che senza dubbio trovano un posto all’interno <strong>del</strong>la letteratura critica su Dziga Vertov. La struttura ideosincratica <strong>del</strong> Collegium è stata<br />

riproposta con successo da altri festival. Anno dopo anno la selezione dei candidati è sempre più ardua: quest’anno il numero <strong>del</strong>le domande<br />

superava di tre volte il numero dei posti disponibili.<br />

Il momento storico, reso cruciale sia dalle incombenti innovazioni tecnologiche, sia dalle questioni etico-filosofiche implicate, ha quest’anno<br />

imposto un’attenzione particolare ai problemi e alle pratiche <strong>del</strong>la conservazione e <strong>del</strong> restauro dei film e ha indirizzato la scelta dei partecipanti<br />

e dei temi previsti anche quando i Dialogues sono dedicati ai particolari aspetti <strong>del</strong> programma <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong>.<br />

Sotto un altro profilo invece lo stile e gli obiettivi <strong>del</strong> Collegium rimangono invariati e questi primi anni confermano la validità <strong>del</strong>l’approccio<br />

proposto. Il principio di fondo rimane quello di suscitare nelle nuove generazioni l’interesse nei confronti <strong>del</strong>la storia e <strong>del</strong>l’eredità <strong>del</strong> cinema muto,<br />

e di “infiltrare” le nuove leve in quella comunità scientifica molto speciale che per un quarto di secolo si è sviluppata attorno alle <strong>Giornate</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Cinema</strong> <strong>Muto</strong>. Il nome esotico e consapevolmente un po’ pretenzioso si ispira a un seminario religioso-filosofico che in epoca medievale si teneva<br />

in città, ma in realtà indica la natura non convenzionale <strong>del</strong> collegium, un esperimento volto a trarre profitto dalle condizioni di singolarità <strong>del</strong>le<br />

<strong>Giornate</strong>, una settimana ad alta concentrazione di avvenimenti. Oltre alla possibilità di assistere a un elevato numero di proiezioni di materiali rari<br />

d’archivio, si può godere <strong>del</strong>la presenza di molti (forse la maggioranza) fra i più riconosciuti e apprezzati esperti <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong> cinema:<br />

ricercatori, storici, archivisti, critici, collezionisti, universitari e semplici entusiasti (appassionati?). Allontanandosi dalle convenzioni <strong>del</strong>lo stile<br />

“summer school”, incentrate su formali corsi didattici, il Collegium sperimenta il ritorno a un concetto classico quanto fondamentale <strong>del</strong>lo studio,<br />

inteso come risultato <strong>del</strong>la curiosità e <strong>del</strong>l’interesse <strong>del</strong>lo studente. Gli incontri quotidiani sono pensati alla stregua dei “dialoghi” platonici dove<br />

gli studenti siedono accanto agli esperti <strong>del</strong>le diverse discipline, non solo per ricevere informazioni ma soprattutto per “interrogare” personalmente<br />

gli habitués <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong> che possono incontrare agevolmente, alla pari, durante il corso <strong>del</strong>la settimana per conversazioni supplementari.<br />

I partecipanti al Collegium hanno l’occasione di sperimentare le proprie ricerche collaborando alla pubblicazione di una raccolta di saggi sui temi<br />

ispirati dalle esperienze <strong>del</strong>la settimana. Ciascun “collegian” contribuisce alla raccolta con un proprio scritto le cui principali fonti sono i film in<br />

programma e le conversazioni avute con gli esperti durante la settimana: deve essere un lavoro che non potrebbe essere scritto altrimenti, se non<br />

con la frequentazione <strong>del</strong>le <strong>Giornate</strong>. <strong>Le</strong> prime sette raccolte sono già state pubblicate e anche se i risultati non sempre sono uguali, i migliori<br />

rivelano la freschezza di nuovi approcci alla storia <strong>del</strong> cinema accompagnati da forme di scrittura nuove, lontane dalle pigre citazioni <strong>del</strong> linguaggio<br />

critico convenzionale. I Collegium Papers nei casi più felici, vanno al di là <strong>del</strong>l’esercizio studentesco e si rivelano letture inedite, utili e stimolanti.<br />

The <strong>Giornate</strong>’s Jubilee year sees the eighth session of the Collegium Sacilense, whose evolution and success has exceeded all our original<br />

expectation. Year by year the Collegium contributes more youthful and enthusiastic recruits to the <strong>Giornate</strong> community and the world of silent<br />

cinema study and conservation in general. A number of former collegians are currently at work on important archival restoration projects, and<br />

others are communicating their experience in academic posts. For the first time, this year a former Collegian has curated a section of the festival<br />

– Matthew Solomon’s “Magic in Film” programme. The 2004-2005 Collegium Papers achieved new standards: the series of essays on Dziga Vertov<br />

are incontrovertibly a substantial and permanent contribution to film literature. The Collegium’s idiosyncratic structure has been successfully<br />

emulated by other festivals. Year by year the competition for places becomes fiercer: this year there were more than three times more applicants<br />

than places.<br />

Like last year, a number of the Collegium “Dialogues” will be dedicated to particular features of the programme; but again, in the selection of<br />

collegians, participants, and subjects alike, there will be special emphasis on the problems and practice of film conservation and archiving at a<br />

crucial historical moment, when both technology and philosophies are in state of violent flux.<br />

In other respects the aim and style of the Collegium remain unchanged: its first years have demonstrated the validity of our approach. Underlying<br />

all is the determination to excite a new generation in the idea of cinema history and heritage, and to infiltrate these newcomers into the very<br />

special – but inevitably ageing – community that has evolved around the <strong>Giornate</strong> during its quarter-century. The exotic (and knowingly<br />

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