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Le Giornate del Cinema Muto 2006 Sommario / Contents

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EVENTO FINALE / CLOSING EVENT<br />

DIE AUSTERNPRINZESSIN (La principessa <strong>del</strong>le ostriche)<br />

[The Oyster Princess] (Projektions-AG “Union” (PAGU), per/for UFA,<br />

DE 1919)<br />

Regia/dir: Ernst Lubitsch; prod: Paul Davidson; scen: Hanns Kräly, Ernst<br />

Lubitsch; f./ph: Theodor Sparkuhl; scg./des: Kurt Richter; direttore<br />

tecnico/technical director: Kurt Waschneck; cast: Victor Janson (Mr.<br />

Quaker, “il re <strong>del</strong>le ostriche”/“the Oyster King”), Ossi Oswalda (Ossi,<br />

sua figlia/his daughter), Harry Liedtke (principe/Prince Nucki), Julius<br />

Falkenstein (Josef), Max Kronert (Seligsohn, il mezzano/the<br />

matchmaker), Curt Bois (capobanda/bandleader), Gerhard Ritterband<br />

(sguattero/kitchen boy), Albert Paulig, Hans Junkermann; première:<br />

20.6.1919 (Union-Theater Kurfürstendamm, Berlin); lg. or./orig. l: 1500<br />

m. (prima <strong>del</strong>la censura/before censorship), 1144 m. (dopo la<br />

censura/after censorship); 35mm, 1290 m., 63’ (18 fps), Cinémathèque<br />

Royale de Belgique/Koninklijk Filmarchief, Bruxelles.<br />

Didascalie in tedesco / German intertitles.<br />

Si ringrazia / Special thanks to Transit Film, München.<br />

Accompagnamento musicale dal vivo composto da / Live musical<br />

accompaniment composed by Peter Vermeersch, eseguito da/performed<br />

by Flat Earth Society: Peter Vermeersch (leader, clarinet), Stefaan<br />

Blancke (trombone), Benjamin Boutreur (alto sax), Berlinde Deman<br />

(tuba), Bart Maris (trumpet), Michel Mast (tenor sax), Marc Meeuwissen<br />

(trombone), Kristof Roseeuw (double bass), Luc Van Lieshout (trumpet),<br />

Bruno Vansina (baritone sax), Peter Vandenberghe (piano & keyboards),<br />

Teun Verbruggen (drums & dustbin grooves),Wim Willaert (accordion &<br />

keyboard),Tom Wouters (clarinet & vibraphone).<br />

La partitura di Peter Vermeersch è stata commissionata come evento<br />

inaugurale <strong>del</strong>l’edizione 2005 <strong>del</strong> Festival Internazionale di Ghent,<br />

dove è stata eseguita dalla Flat Earth Society. / The score by Peter<br />

Vermeersch was commissioned as the opening event of the 2005<br />

International Film Festival of Ghent, for performance by Flat Earth Society.<br />

Gli anni che vanno dal 1919 alla sua partenza per Hollywood furono<br />

incredibilmente fecondi per Lubitsch. I suoi spettacolari ma<br />

umanizzati film storici – Madame Dubarry (1919), Anna Boleyn (1920),<br />

Das Weib des Pharao (1922) – furono inframmezzati da lavori in stile<br />

kammerspiel come Rausch (1919) e Die Flamme (1922), e da<br />

spumeggianti commedie come Die Austernprinzessin (1919), Die<br />

Puppe (1919), Kohlhiesels Töchter (1920) e Die Bergkatze (1921).<br />

Nel 1947, scrivendo a Theodore Huff, Lubitsch ricordava che “Die<br />

Austernprinzessin è stato il primo dei miei film in cui fosse evidente<br />

uno stile chiaramente definito.” Qui, peraltro, la ricerca stilistica va<br />

ben oltre il “tocco alla Lubitsch”. Il movimento di danza formale e<br />

ritmico da lui elaborato per il film manca di fonti immediatamente<br />

riconoscibili, anche se anticipa la coreografia di Kurt Jooss ed i<br />

balletti eccentrici di Valeska Gert e dei suoi seguaci. Senza<br />

24<br />

precedenti è anche il modo in cui Lubitsch unisce i personaggi, la<br />

coreografia e l’ambientazione. Nella stessa lettera a Huff, ricordava<br />

con soddisfazione la scena in cui l’amico e sostituto <strong>del</strong> principe<br />

Nucki, Josef, viene fatto attendere nell’anticamera <strong>del</strong> signor Quaker,<br />

“il re <strong>del</strong>le ostriche”. Josef, affascinato dalle elaborate decorazioni sul<br />

pavimento di legno, è tutto assorto nel ripercorrerle, in tutte le loro<br />

volute, finché la scena diventa un balletto per un solo danzatore.<br />

Ilona Brennicke e Joe Hembus, esaminando il modo in cui l’arredo di<br />

un set può condizionare il movimento dei suoi occupanti, indicano,<br />

acutamente, l’indovinato titolo di un film di Lubitsch molto più<br />

tardo, Design for Living.<br />

Un’influenza sicura sul film – e forse sui suoi ritmi di movimento così<br />

particolari – fu l’operetta austro-ungherese degli inizi <strong>del</strong> secolo. Die<br />

Austernprinzessin e So This Is Paris, con la <strong>del</strong>iziosa sequenza di<br />

charleston, sono i più musicali dei film muti di Lubitsch, anche se la<br />

musica sarebbe sempre stata per lui un’ispirazione fondamentale. Si<br />

dice che, avendo iniziato la sua carriera come cabarettista, amasse<br />

suonare il piano sul set e (come Chaplin) provasse lui stesso ogni<br />

ruolo. Lubitsch seppe stare comodamente a cavallo fra due mondi.<br />

Era incantato dal nuovo mondo e dalla modernità, dalle manie e dalla<br />

musica americana; eppure, allo stesso tempo, trasse un’ispirazione<br />

proficua e costante dal vecchio mondo europeo <strong>del</strong>l’operetta, <strong>del</strong>la<br />

commedia musicale, <strong>del</strong>le storie <strong>del</strong>la Ruritania, <strong>del</strong>la commedia da<br />

boulevard francese e <strong>del</strong> teatro comico ungherese, che funse da base<br />

per alcuni dei suoi migliori film hollywoodiani. Egli portò nei film di<br />

Hollywood il mondo, lo spirito e l’eleganza di Franz <strong>Le</strong>hár, Oscar<br />

Straus e <strong>Le</strong>o Fall.<br />

Die Dollarprinzessin di Fall (presentato a Vienna nel 1907) è<br />

chiaramente collegato a Die Austernprinzessin, con una bisbetica<br />

viziata che viene domata da un aristocratico decaduto, anche se<br />

nell’operetta di Fall la storia è ambientata in America, dove il nobile<br />

batte gli americani al loro stesso gioco facendo la propria fortuna.A<br />

sua volta, Die Austernprinzessin anticipa i rapporti tra Maurice<br />

Chevalier e Jeanette MacDonald in The Love Parade, One Hour with<br />

You e The Merry Widow. Prima di partire per l’America, Lubitsch stava<br />

lavorando ad una versione muta di Ein Walzertraum (Il sogno di un<br />

valzer), di Oscar Straus, che fu in seguito realizzata da Ludwig Berger;<br />

ci si chiede però che cosa questo “musical muto” avrebbe potuto<br />

essere in mano a Lubitsch, che avrebbe infine realizzato Ein<br />

Walzertraum a Hollywood come film sonoro, The Smiling Lieutenant.<br />

Lubitsch ricordava che Die Austernprinzessin fu anche il primo film in<br />

cui decise di far evolvere il suo stile comico dallo slapstick alla satira.<br />

Qui si diverte a spese dei nuovi ricchi americani, rappresentati dal<br />

signor Quaker, che vive in un’opulenta villa di stile europeo con<br />

eserciti di servi e segretarie ossequienti che si muovono in sincrono.<br />

C’è persino un valletto che gli regge il sigaro. La ricchezza, però, non<br />

è tutto: la viziata, petulante “principessa <strong>del</strong>le ostriche” (Ossi<br />

Oswalda) diventa pazza di gelosia nell’apprendere che la principessa<br />

<strong>del</strong> lucido da scarpe sposerà un nobile. Suo padre riesce a calmare i<br />

suoi capricci solo promettendole di comperarle un principe. (Gli

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