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Le Giornate del Cinema Muto 2006 Sommario / Contents

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Hay, Creighton Hale, Emily Fitzroy, Norma Shearer; 35mm, 11,100<br />

ft., 148’ (20 fps), imbibito/tinted,The Museum of Modern Art, New<br />

York.<br />

Didascalie in inglese / English intertitles.<br />

Musica composta ed eseguita da / Score created and performed by<br />

Donald Sosin. Canzoni interpretate da / With songs sung by Joanna<br />

Seaton (cfr. “Eventi musicali” / see “Musical Events, p. 15).<br />

Way Down East si situa nella duplice linea di tendenza <strong>del</strong>le opere<br />

griffithiane dei tardi anni Dieci. Come True Heart Susie e A Romance<br />

of Happy Valley, è una nostalgica storia di vita rurale pre-conflitto<br />

mondiale, “una storia semplice di gente comune”. Anche Tol’able<br />

David ha pressappoco la stessa matrice; Griffith comprò i diritti<br />

<strong>del</strong>la storia di Joseph Hergesheimer durante le riprese di Way<br />

Down East, rivendendoli in seguito al protagonista di Way Down<br />

East, Richard Barthelmess, per un film che verrà realizzato da<br />

Henry King nel 1921.<br />

Way Down East è il primo dei due estremamente popolari, e<br />

pertanto molto costosi, lavori teatrali di cui Griffith si assicurò i<br />

diritti cinematografici nel 1920. Romance, un dramma <strong>del</strong>l’americano<br />

Edward Sheldon, era andato in scena per la prima volta nel 1913, ma<br />

aveva riscosso un grande successo solo in Inghilterra, con Doris<br />

Keane e Basil Sydney nei ruoli principali. Il contratto Griffith/Keane,<br />

che Richard Schickel ha definito “senza precedenti per l’epoca”,<br />

stabiliva un pagamento anticipato di 150.000 dollari più una<br />

partecipazione agli utili. Way Down East si rivelò perfino più<br />

costoso, giacché Griffith dovette sborsare 175.000 dollari al<br />

produttore William Brady, oltre a dover pagare i diritti d’autore<br />

<strong>del</strong>la storia originale alla scrittrice Lottie Blair Parker e a Joseph<br />

Grismer, il quale aveva riadattato per Brady il copione di Parker e<br />

scritto un romanzo ispirato alla stessa pièce. Il film tratto da<br />

Romance, e diretto dall’assistente di Griffith Chet Withey, si rivelò<br />

un fiasco, mentre Way Down East ebbe un successo enorme, tanto<br />

da ispirare a Griffith un terzo adattamento da un testo teatrale nel<br />

1921, ovvero Orphans of the Storm, basato sul dramma The Two<br />

Orphans di Adolphe d’Ennery e Eugène Cormon (1874).<br />

All’epoca <strong>del</strong>la realizzazione di Way Down East Griffith era<br />

pesantemente indebitato, sia per la costruzione <strong>del</strong> nuovo studio di<br />

Mamaroneck, situato in una tenuta di campagna affacciata sul Long<br />

Island Sound, sia per i soldi che gli erano stati anticipati dalla<br />

United Artists per acquistare i diritti di Romance e per coprirne i<br />

costi di produzione. In aggiunta, Way Down East, che pure non<br />

prevedeva set molto elaborati o folle di comparse, si rivelò molto<br />

più costoso <strong>del</strong> previsto. Richard Schickel sostiene che l’équipe e<br />

lo studio di Griffith rimasero impegnati nella lavorazione per sei<br />

mesi, un tempo molto più lungo rispetto ai suoi standard abituali,<br />

con la troupe ferma ad aspettare le condizioni atmosferiche<br />

indispensabili per poter girare la tempesta di neve e le scene sul<br />

ghiaccio.<br />

94<br />

I grandi debiti contratti da Griffith crearono una notevole tensione<br />

con la United Artists al momento <strong>del</strong>la distribuzione di Way Down<br />

East. Griffith voleva garantirsi la parte <strong>del</strong> leone sui proventi <strong>del</strong><br />

film distribuendolo per proprio conto, in sale selezionate e a<br />

prezzo maggiorato, prima di farlo uscire nei normali circuiti sotto<br />

l’egida <strong>del</strong>la United Artists. Ma la nuova società, che aveva<br />

anch’essa un enorme bisogno di denaro liquido e di nuovo<br />

prodotto (Chaplin non aveva ancora distribuito un solo film) fece<br />

pressione su Griffith per avere il film, e a un dato momento <strong>del</strong>la<br />

discussione sui diritti di distribuzione, Griffith, Pickford, Fairbanks<br />

e Chaplin sembrarono molto vicini a una rottura. La frattura venne<br />

ricomposta, anche se, come fa osservare Richard Schenkel, né la<br />

società di produzione di Griffith, la D.W. Griffith Corporation, né<br />

la United Artists risolsero mai in modo definitivo il problema <strong>del</strong><br />

finanziamento dei suoi film. Griffith era costretto a ipotecare gran<br />

parte dei potenziali introiti di un film semplicemente per poterlo<br />

realizzare, pertanto non era mai nelle condizioni di usare i proventi<br />

di una produzione per finanziarne un’altra. I favolosi incassi di Way<br />

Down East lo sollevarono temporaneamente dai debiti, ma i<br />

modesti incassi dei film successivi, a partire da Orphans of the<br />

Storm, per non parlare <strong>del</strong>le imprese ancor meno fortunate, misero<br />

in seria crisi la sua società già a partire dal 1924.<br />

Way Down East ottenne un enorme successo popolare e raccolse<br />

quasi dappertutto una inusuale messe di critiche lusinghiere, ma,<br />

dalla stampa metropolitana in particolare, venne accolto con una<br />

certa condiscendenza per via <strong>del</strong> suo materiale originale. Questa<br />

attitudine è esemplificata nella lettera di congratulazioni scritta a<br />

Griffith dal commediografo e regista Winchell Smith (5 settembre<br />

1920; nei Griffith Papers): “Uno di questi giorni la gente di teatro<br />

aprirà gli occhi su ciò che lei è riuscito a fare: trarre un grande<br />

spettacolo cinematografico dalla consunta trama di Way Down East<br />

– presentarlo in una normale sala teatrale – e uscirne vittorioso!<br />

Non è assolutamente fantastico?!”.<br />

Quasi tutti i principali giornali newyorchesi seguirono la stessa<br />

falsariga, ma forse, ancor prima di questi, è interessante citare<br />

l’editoriale apparso su un giornale <strong>del</strong>l’hinterland rurale, l’Evening<br />

World-Herald di Omaha, Nebraska (9 febbraio 1921; nei Griffith-<br />

Papers) che, senza tergiversare, arriva subito al punto:“David Wark<br />

Griffith non è semplicemente un abile uomo d’affari col pallino <strong>del</strong><br />

cinema. È anche un raffinato uomo di cultura dagli alti ideali – un<br />

vero grande artista… E in questa “storia semplice di gente<br />

comune”, grazie al suo elevato magistero d’arte, ci ha mostrato<br />

come il cinema possa essere usato non solo per divertire ma anche<br />

ponendosi al servizio <strong>del</strong> pubblico. Griffith ha saputo combinare<br />

verità e bellezza, restituendo all’arte il suo positivo e nobile ruolo<br />

di ancella <strong>del</strong>la semplice bontà”.<br />

Al contrario, la stampa di categoria newyorchese sembrava quasi<br />

dispiaciuta di non poter separare il film dal testo teatrale d’origine,<br />

che spesso definiva un puro e semplice “melodramma”. Variety (10<br />

settembre 1920) sommamente entusiasta <strong>del</strong> film (“sarebbe un

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