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estende all'infinito; non facciamo a tempo ad adeguarci a un'offerta che si moltiplica in tante altre<br />
opportunità. Inoltre si sono rotti i tabù, per cui è possibile tutto, non c'è più un binario che distingue<br />
il malato dal normale dal deviante; i limiti sono saltati o sono molto sfumati e sempre di più possono<br />
essere presenti nella vostra vita ordinaria delle variabili inedite, impreviste, complicate e<br />
intollerabili. La mattina si va nell'ambiente di lavoro o in famiglia o nei vari gruppi, sapendo che<br />
possono emergere, senza che li prevediamo, delle variabili inedite, nuove, con le quali dobbiamo fare<br />
i conti; è impossibile trovare una formula che ci escluda queste variabili. Un altro bisogno<br />
fondamentale, che si è modificato in questo rapporto dismaturo-psicotico con se stessi, è proprio la<br />
sessualità. É diventata confusa; sono fuse insieme più istanze ed è sempre più facile trovare la<br />
eterosessualità con spinte di omosessualità, periodi di non sessualità o di dinamiche diluite o<br />
surrogato, scoppi di travestitismo, di pedofilia, di voyeurismo, ecc.; cioè le varie modalità parziali di<br />
sessualità che sono presenti come fasi nel corso di uno sviluppo regolare, ma che in questo caso si<br />
manifestano come istanze separate e variamente in sequenza senza che la persona approdi ad una<br />
formulazione più intera di sessualità. Un altro bisogno oggi in crescita è il bisogno di aggressività:<br />
facilmente si presentano periodi in cui stiamo in paranoia, tutti sono nemici, si è intolleranti verso di<br />
tutti, reagiamo per piccole cose, abbiamo il territorio ben circoscritto in cui nessuno ci deve entrare.<br />
Questa marea di opportunità e stimoli, che ci fischiano come sirene ammalianti, ci crea difficoltà<br />
a selezionare, articolare, programmare. Ogni stimolo-opportunità che arriva a noi è vissuto come<br />
importante e ci spinge ad andare dietro una dimensione che ci abbaglia e ci spinge con urgenza a<br />
soddisfarlo. E senza gustarsi sballo o pausa di quiete, subito riaffiorano nuovi fischi e nuove sirene: è<br />
come spostare un debito da una banca creditrice all'altra senza mai azzerare il prestito e gli interessi<br />
dovuti.<br />
In questa voragine di bisogni, chi ci rimette sono alcuni bisogni vitali che definirei "globali": per<br />
esempio, il bisogno artistico, il bisogno estetico, il bisogno anche di vivere la natura, il bisogno di<br />
vivere la polis, l'insieme delle relazioni in un contesto, un globale come il cosmo, un progetto sul<br />
futuro, un processo di cambiamenti ampi e strutturali, ecc.. Si fa molta difficoltà a selezionare questo<br />
tipo di bisogni perché necessitano di grosse separazioni da altri bisogni e di tollerare l'astinenza<br />
conseguente. Così come si fa difficoltà ad ascoltare i bisogni che provengono dalla propria caverna:<br />
c'è una certa discontinuità o frattura con la propria archeologia interiore che si è costruita nel corso<br />
della vita; c'è la difficoltà nel mondo di oggi a tener presente o a utilizzare la propria memoria storica<br />
viva, mentre invece ce ne sarebbe molto bisogno.<br />
Al posto di questi bisogni globali o legati alla propria caverna, oggi prevale un loro surrogato, una<br />
nuova forma di parzialità-frammentazione: la realtà virtuale, prima descritta, che ha parzializzato e<br />
frammentato la realtà viva e l'ha sostitutia con un surrogato fiction di vario ordine e qualità.<br />
Un'altra modalità di parzialità-frammentazione è come vengono elaborati-interpretati questi<br />
bisogni-opportunità. Innanzitutto sono sempre più parziali-frammentati i "fuoricampo-tempo liberodiscernimento"<br />
che adottiamo, perché sempre più sostituiti e riempiti da obblighi-doveri-funzioniruoli-che<br />
fare programmati, un mondo di eteroreferenzialità che vede nell'esterno la disponibilità di<br />
tutte le chiavi per poter procedere nella vita. Spesso, anche nei pochi momenti dedicati alla<br />
elaborazione-interpretazione, avviene che si ha poco tempo per elaborare perché l'urgenza è cosi<br />
tanta che cortocircuita ogni riferimento valoriale, ogni organizzatore interno. Attualmente alla<br />
persona ordinaria arrivano solo le conclusioni presentate dagli esperti in quel settore e ci convince<br />
l'aggancio immediato e acritico che quella conclusione ha con i nostri simboli personali e di consumo.<br />
É facile farsi ammaliare dai falsi profeti: in un momento in cui le visioni della vita non ci sono più,<br />
prevalgono paradossalmente proprio le visioni psicotiche o estremistiche, proprio perché non si ha<br />
una visione della vita adeguatamente flessibile e adatta alla complessità. In mancanza di Globali<br />
Massimi personali e reali, sempre più ci si riferisce alla autorevolezza di luoghi comuni o a pezzi di<br />
immagini e parole presi dalla fiction o dal predicatore di turno, pieni di pregiudizi omologanti, di<br />
automatismi e di comportamenti stereotipati.<br />
Un'altra modalità di parzialità-frammentazione è come si risponde a questi bisogni-opportunità<br />
per soddisfarli. Innanzitutto ci stiamo espropriando sempre di più della capacità di trasformare i<br />
bisogni-interpretazioni in parola. Facciamo difficoltà a costruire una nostra galleria che mette in<br />
comunicazione la nostra miniera interna con l'esterno e trasforma il vissuto in "parola" (logos).<br />
Facendo difficoltà a tirare fuori quello che veramente siamo, a parlare, a farci conoscere, preferiamo<br />
abbandonare i nostri vissuti e lasciarli parziali, frammentati. E rispetto a questa espropriazione, a<br />
quest'incapacità ad essere minatori di noi stessi, succede che siamo portati a fare la delega, a far fare