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pezzi e le parti con le quali percepire-interpretare-modificare l'<strong>intero</strong>-tutto vivo, l'oceano di copie,<br />
il tessuto a nodi multidimensionali. È a questi "originali" che d'ora in poi ci si riferirà come punto<br />
di partenza di ogni discorso, interpretazione, ricerca, modifica che verrà ipotizzata e realizzata<br />
nel magico mondo di Flatlandia. Sono questi "originali" astratti il vero albero della vita e non<br />
quello originario da cui siamo partiti per formarci le rappresentazioni e poi approdare a<br />
Flatlandia; anzi, è solo grazie a quei Universali astratti che ci possiamo salvare dalle apparenze e<br />
dai rischi insiti nell'albero della vita e nei suoi innumerevoli concreti-specifici "fenomeni vivi".<br />
Infatti, con queste preziose tessere è ormai semplice produrre una vera conoscenza universale e<br />
scientifica, il vero <strong>intero</strong>-tutto al di là delle false apparenze dell'<strong>intero</strong>-tutto vivo-concretospecifico,<br />
delle sue fuorvianti molteplicità di reti e delle sue confuse molteplicità di vibrazioniespressioni-composizioni-ritmi-creazioni.<br />
* Vedo che fate difficoltà a riappropriarvi di queste informazioni che riguardano ognuno di noi<br />
e che ci evidenziano come la nostra conoscenza, specie quella occidentale, abbandona l'albero<br />
della vita e lo sostituisce con la virtualità di queste rappresentazioni universali astratte nominali.<br />
Vi invito, invece, a familiarizzarvi con queste provocazioni, eventualmente approfondendole con<br />
gli Atti che potremo approntare successivamente.<br />
Ma torniamo al discorso della "virtualità", insita strutturalmente nel nostro albero della<br />
conoscenza, e vediamone le concrete modalità conoscitive e le conseguenze che ne derivano per la<br />
vita concreta di ogni giorno.<br />
Ripartiamo dal prezioso scrigno dove dimorano tutte le rappresentazioni universali astratteconcetti-nomi,<br />
dove sono disponibili tutti i pezzi e le parti con le quali percepire-interpretaremodificare<br />
l'<strong>intero</strong>-tutto vivo, l'oceano di copie, il tessuto a nodi multidimensionali.<br />
Di scrigni d'oro, veramente, l'uomo ne ha coniati più di uno, tanti quante sono state le<br />
epistemologie che ha adottato nel corso della sua storia. Vedo che qualcuno ha fatto un viso<br />
interrogativo, non comprendendo il legame tra questa parola di alto rango "epistemologia" (quasi<br />
sempre poco compresa anche dentro le università) e le cose che stiamo dicendo. Debbo deludervi e<br />
dirvi che nei corsi di dinamiche di gruppo, che faccio per chi ha già fatto un'esperienza di "Gruppi<br />
Alla Salute", parto proprio dalla "filogenesi" delle epistemologie, dalle epistemologie già adottate<br />
dall'uomo e precisamente: l'epistemologia mitico-religiosa, quella filosofica e quella scientifica.<br />
Non sono argomenti per astrusi addetti ai lavori, ma aspetti di cui è impregnata la nostra vita di<br />
ogni giorno e di cui bisognerebbe riappropriarsi a parte il grado di scolarizzazione che si possiede<br />
o il ruolo sociale svolto.<br />
Infatti, la epistemologia adottata è come una telecamera piatta, bidimensionale che prima di<br />
tutto introduce ulteriori artifizi e condizionamenti nella conoscenza di un fenomeno vivo: è come<br />
se aggiungesse alle limitazioni e appiattimenti già descritti una nuova griglia deformante, una<br />
bocca di entrata con una forma prestabilita e fissa, attraversabile solo dalle entità che accettano<br />
di adeguarsi perfettamente a quella forma, e impenetrabile da chi ne differisce anche per aspetti<br />
marginali. In pratica, una telecamera può decidere il tipo di frantumazione alla quale sottoporre<br />
l'<strong>intero</strong> vivo che vogliamo conoscere, quali sono le entità da trasformare in rappresentazione e<br />
quali fare abortire già a livello recettoriale. Inoltre, può decidere che grado di astrazione<br />
esercitare sulla rappresentazione veicolata neuro-elettrochimicamente e appena introdotta nel<br />
mondo interno; quali e quanti riferimenti, legati alla specificità e alla storicità di quella entità<br />
vanno scorporati, distaccati, astratti, tolti via per trasformarla in rappresentazione universale,<br />
ovvero generica e contingente, e rappresentare tutte le copie dello stesso genere. Inoltre, una<br />
volta prodotte le rappresentazioni universali astratte-nominali, la telecamera adottata decide<br />
quale sia la serie degli opposti e a quale serie assegnare le singole rappresentazioni universali e<br />
tutte le copie dell'<strong>intero</strong> vivo-concreto che sono a esse conformi. Infine, dopo questo lavoro di<br />
classificazione in opposti, inizia il libero gioco degli apparentamenti tra rappresentazioni, delle<br />
trasformazioni-embricazioni-fusioni-creazioni-regressioni, negazioni, rimozioni. A conclusione di<br />
questa miracolosa attività, ogni epistemologia produce la sua I.De.A. (Interpretazione Delirante<br />
Allucinatoria) dell'albero della vita e un corrispettivo "sistema".<br />
In altre parole, dopo questa conoscenza virtuale dei fenomeni vivi, ogni epistemologia torna<br />
all'albero della vita (da cui era partito) e fissa irrevocabilmente quali dinamiche debbano esserci<br />
tra rappresentazioni simili e opposte. In altre parole un "sistema", scaturente da una specifica