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morte, ecc.; tutti aspetti tradizionalmente a carico delle epistemologie mitico-religiosa e filosofica<br />
popolare. La cataratta culturale, dunque, - che per secoli aveva mediato e regolamentato l'<strong>intero</strong><br />
ciclo di vita degli abitanti del villaggio-mondo, fornendo competenze soluzioni e consolazioni -<br />
lentamente si squarciava e manifestava la sua virtualità e relatività, perché era una semplice<br />
sovrastruttura costruita sull'economia naturale. Infatti, man mano che il tempo-spazio ingabbiato<br />
e l'economia naturale venivano rivoluzionati dalla proprietà privata secondo la nuova versione<br />
valore aggiunto di scambio, si dissolvevano le percezioni-interpretazioni-soluzioni garantite dalle<br />
epistemologie mitico-religiosa e filosofica popolare che avevano imperato nel villaggio-mondo.<br />
Quei vecchi valori erano troppo legati alle caratteristiche di quel tempo-spazio ingabbiato e senza<br />
prospettive di cambiamento; erano valori che dipendevano troppo da quella vita circoscritta e<br />
depositata in solchi definitivi. Saltata quella vita ingabbiata e introducendosi il cambiamento nei<br />
vari livelli e ambiti della scacchiera, era saltata pure tutta la simbologia ivi respirata e la<br />
cataratta che la alimentava. E al di là della cataratta, si apriva lentamente la volta stellare,<br />
l'atmosfera di un cielo che ritornava vuoto e senza più quella luce rifratta.<br />
In questo cielo vuoto ha potuto e saputo espandersi giorno dopo giorno l'economia del capitale,<br />
cercando di illuminare con la propria luce la volta stellare, imponendo la propria normatività e<br />
garantendo percezioni-interpretazioni-soluzioni a partire dalla epistemologia scientifica, dalla<br />
tecnologia, dalla produzione industriale, dalla commercializzazione mediante valore aggiunto di<br />
scambio, dalla progressiva crescita della domanda e del consumo.<br />
Il terremoto finale si è avuto proprio una cinquantina d'anni fa, nel periodo post-bellico; epoca<br />
in cui saltarono gli ultimi rimasugli del villaggio-mondo, già traballante per tutte le gallerie e<br />
caverne prodotte nel tempo. La miccia per lo scoppio finale fu rappresentata dalla guerra e<br />
dall'intensificarsi di esperienze di astinenza e di ricerca di merci per vecchi e nuovi bisogni<br />
primari. Infatti la seconda guerra mondiale, così distruttiva in tantissime nazioni, scatenò a<br />
livello planetario il bisogno impellente di cibo, di abitazioni, di ricostruzione, di tranquillità, di<br />
hobby, di beni di consumo e di trasporto, di divertimento piacevole, di evasione da quelle tragiche<br />
esperienze, di approdo ad un mondo diverso da quello prima vigente. Ghiotta occasione proprio<br />
per l'economia del capitale che era ormai pronta al grande e definitivo salto di qualità. I<br />
rivoluzionari del valore aggiunto di scambio erano ormai pronti per affondare il coltello nel cuore<br />
del villaggio-mondo e sgabbiare ingredienti, opportunità, sfide, problemi, contraddizioni,<br />
prospettive.<br />
Gli artificieri del grande botto finale sono stati soprattutto i superpotenti americani che, come<br />
abbiamo già visto, a partire dal 1945 seppero innescare i tanti "boom": l'aumento demografico, la<br />
domanda mondiale circa generi di consumo e varietà di merci, la produzione industriale con la<br />
automazione dei processi produttivi e la trasformazione degli operai in tecnici e personale<br />
specializzato, la liberalizzazione degli scambi e del commercio internazionale, l'aumento del<br />
reddito nazionale, i capitali da investire, le "multinazionali", i paesi che accettavano di integrarsi<br />
nel sistema economico governato dal capitale. Lentamente questo nuovo imperatore ha saputo<br />
impadronirsi di tutti gli abitanti dei vari villaggi-mondi, li ha lusingati, unificati e inclusi nel<br />
proprio regno.<br />
Il villaggio mondo ormai non c'è più in Occidente. Forse non c'è più nemmeno nei giacimenti di<br />
società organiche e consistenti che da sempre sono state alcune nazioni dell'Africa o dell'Asia o<br />
dell'America. Questo mondo è definitivamente perduto. La gabbia si è spappolata facendo uscire<br />
tutti in libertà e mescolando confusamente solchi, stili di vita, opportunità, cicli, bisogni, habitat,<br />
epistemologie, culture, lingue, etnie, ecc., aprendo le porte ad una nuova e imperante mondialità.<br />
4.3 Il Mondo-villaggio<br />
Senza che ce ne siamo accorti, un mondo fatto di una miriade di villaggi ormai è diventato un<br />
unico villaggio sotto un medesimo signore che ancora domina e detta legge.<br />
Vediamone le caratteristiche salienti di questo mondo-villaggio, mantenendo la griglia già<br />
utilizzata per il "villaggio-mondo".