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Libro intero - Nuova Specie

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sempre più multi-nazionale; la commercializzazione avveniva mediante il "valore di scambio" che<br />

questi prodotti rappresentavano; vale a dire che, per consumarli, bisognava acquistarli mediante<br />

un valore prestabilito, in pratica scambiando soldi. I soldi, a loro volta, erano un simbolo<br />

universalmente riconosciuto e rappresentavano la testa ("caput", da cui "capitale") per far<br />

funzionare l'<strong>intero</strong> corpo dell'economia "capitalistica". Questa "testa" per far funzionare un tale<br />

corpo doveva crescere continuamente e "capitalizzarsi" a dismisura, clonarsi in altri soggetti e<br />

contesti, possibilmente fino a diventare l'unica "testa" dell'<strong>intero</strong> pianeta e rappresentarlo<br />

globalmente, uniformando a sé le diversità esistenti e costituendo un unico impero.<br />

Questo processo si manifestò conclamatamente appena dopo la fine della guerra, nel '45. Fu<br />

allora che l'economia capitalistica cominciò il suo periodo di crescita più travolgente, una serie di<br />

"boom" che durò almeno per un trentennio, fino al '75. Il primo "boom" fu l'aumento demografico,<br />

soprattutto dovuto all'abbassamento della mortalità per i progressi della medicina e di pratiche<br />

igieniche. Di conseguenza vi fu il "boom" della domanda mondiale circa generi di consumo e<br />

varietà di merci. Di conseguenza vi fu il "boom" della produzione industriale, grazie alla<br />

sostituzione del carbone col petrolio, presente sul mercato a basso costo (almeno fino al 1973) e in<br />

quantità che sembravano inesauribili; importante fu pure la automazione dei processi produttivi e<br />

la trasformazione degli operai in tecnici e personale specializzato. Di conseguenza vi fu il "boom"<br />

della liberalizzazione degli scambi e del commercio internazionale, grazie anche all'abolizione di<br />

misure protezionistiche e del sistema tariffario per favorire la ripresa postbellica delle economie<br />

nazionali. Di conseguenza vi fu il "boom" delle "multinazionali": imprese in grado di operare con<br />

mezzi finanziari ed impianti presenti in vari paesi, la cui responsabilità decisionale era affidata a<br />

manager; si creò quindi un potere economico, che aveva di mira solo il profitto dei consociati, al di<br />

là dei confini e degli interessi nazionali. La leadership in questi "boom" spettò proprio agli Stati<br />

Uniti, davanti ad una Europa devastata e impoverita dal conflitto bellico: la sua produzione<br />

raddoppiò facendo scomparire la disoccupazione, il reddito nazionale aumentò moltissimo in<br />

percentuale, crebbero a dismisura i capitali da investire in quei paesi che accettavano di<br />

integrarsi nel loro sistema capitalistico e di accettare la loro funzione di centro motore e<br />

coordinatore dell'impero.<br />

Che questo sistema economico capitalistico funzionasse e, quindi, fosse l'unica identità<br />

possibile lo testimoniavano due indiscutibili dati di fatto. Il primo era l'esclusione di alcune<br />

nazioni da questo banchetto, soprattutto le nazioni che facevano parte del blocco opposto, non<br />

capitalistico. Il secondo dato di fatto era il benessere individuale, grazie al quale ogni individuo<br />

poteva circondarsi sempre più di "prodotti symbol" per dimostrare-ostentare il paradiso raggiunto<br />

e i magici poteri dell'economia industriale-capitalistica che, come un Re Mida, trasformava in<br />

ricchezze e benefici tutto ciò che toccava.<br />

Tutti questi "boom" e dati di fatto non potevano non dare alla maggior parte degli statunitensi<br />

la convinzione che il loro sistema fosse il più razionale, il più efficiente, il più morale socialmente,<br />

l'unico in grado di garantire pace e sviluppo economico; che bisognava intervenire, a sua tutela,<br />

con l'intervento politico, economico, non escluso quello militare. Questa era dunque l'identità e lo<br />

stile di vita, dominante tra gli adulti e nelle istituzioni, ai tempi in cui vissero i giovani "bisnonni".<br />

L'identità cestinata<br />

Come ogni identità-cultura dominante che si impone nella vita, anche questo sistema<br />

economico fondato sul "caput"-soldi come valore di scambio era "parziale": cioè aveva cestinato<br />

alcuni pezzi di vita, aveva perso alcune prospettive di vita, conteneva alcune forti contraddizioni<br />

rispetto alla vita stessa, aveva una parte di "non-vita". Vediamone alcuni.<br />

Gli adulti dominanti avevano cestinato il valore di vita, culturale, paesaggistico, esperienziale,<br />

di visione della vita, rappresentato dalle altre nazioni e continenti, trasformandoli solo in<br />

potenziali supermarket del "valore di scambio" per i propri prodotti.<br />

Gli adulti dominanti avevano cestinato la convivenza pacifica tra le nazioni, facendo della<br />

guerra e del terrore l'arma più indispensabile per mantenere un equilibrio mondiale. Un<br />

equilibrio a cui venivano destinate molte risorse, molte industrie, molte ricerche universitarie e di<br />

tecnologia, molti scambi economico-commerciali tra le nazioni.

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