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Riporto qui, integralmente, quanto ho già detto in precedenza a proposito della "prima virtù"<br />
della nuova specie. È anche un modo per dire che il metodo alla salute parte proprio da quella<br />
stessa premessa e precisazione.<br />
«Dire "<strong>intero</strong>-tutto" significa che è presente e si ha a che fare con un globale simile più a un<br />
oceano che a una pozza d'acqua. Si tratta di un unico tessuto, in cui ordito e trama si intrecciano<br />
in "nodi" multidimensionali. Pertanto, come dice la "mater" salute, si tratta di un globale "non<br />
diviso e indivisibile": non è, dunque, un mosaico di parti distinte e autonome, liberamente<br />
sostituibili, né una loro somma o incollamento artificiale. Di conseguenza, la sua interezzaintegrità<br />
non può essere conosciuta per singole parti, perché: parti ci appariranno<br />
immediatamente visibili, parti si riveleranno illusorie, parti si manifesteranno velate, parti<br />
rimarranno ancora invisibili. Una conoscenza per "parti" è possibile solo se prima frantumeremo<br />
quell'<strong>intero</strong>-tutto e lo renderemo "non vivo", cioè non più <strong>intero</strong>-tutto. Però, una conoscenza per<br />
"parti", approfondita e sofisticata che sia, non ci rivelerà mai pienamente la realtà specifica di<br />
quell'<strong>intero</strong>-tutto, e la rappresentazione che ne ricaveremo non coinciderà mai interamente con<br />
l'oceano che ci sta davanti.<br />
Un "<strong>intero</strong>-tutto" a noi può giungere solo come globalità, "armonia", vita specifica che pulsa in<br />
una molteplicità di reti, molteplicità di vibrazioni, molteplicità di espressioni, molteplicità di<br />
composizioni, molteplicità di ritmi, molteplicità di creazioni. E ogni rete, vibrazione, espressione,<br />
composizione, ritmo, creazione, che diverrà visibile ci rimanda di continuo alle altre reti,<br />
vibrazioni, espressioni, composizioni, ritmi, creazioni che rimangono invisibili e al viaggio che<br />
bisogna ancora fare per incontrarle, sperimentarle e ri-conoscerle.<br />
Queste sono le gravi difficoltà e limiti che bisogna prevedere quando si vuole conoscere e<br />
interagire con la "salute in principio" di una persona o situazione viva.<br />
Difficoltà e limiti ancora più evidenti, se si considera che l'“<strong>intero</strong>-tutto” ("salute") di una<br />
persona porta in sé le tracce vive e operanti di due viaggi: quello dell'esodo di vita iniziato<br />
qualche miliardo di anni fa e presente in varie fasi e livelli; quello che la stessa persona ha<br />
vissuto da "zigote" per nove mesi nell'utero e poi ha proseguito "a cielo aperto", fino al momento<br />
del nostro incontro con lui e dell'interazione in atto. I nodi intessuti sono davvero una<br />
complessità, sono specifici di quella persona o situazione viva e trascendono sicuramente<br />
qualsiasi sbrigativa e definitiva percezione-interpretazione-modifica che possiamo ipotizzare.»<br />
Ne derivano importanti conseguenze anche per altri aspetti, che cercherò di esporre.<br />
* Guarigione<br />
"Guarire" la salute è un aspetto fondamentale per ogni "individuo" e, quindi, per l'<strong>intero</strong> esodo<br />
di vita. "In-dividuo" significa, appunto, "in-diviso", "<strong>intero</strong>", "integro". Più falliremo nell'obiettivo<br />
"guarire la salute" e meno avremo individui, interi, integrità; più avremo, viceversa, pezzi morti,<br />
frammenti; e più la vita si trasformerà progressivamente in "non-vita" e nessuno e niente si<br />
"salverà", nonostante l'assistenza, gli antidoti, le protesi, la tecnologia avanzata.<br />
La parola "guarire" -ricorrendo alla "mater"- significa "proteggere, difendere". "Guarire un "individuo",<br />
uno specifico "<strong>intero</strong>-tutto", dunque, significa proteggere-difendere ciò che "già" è quel<br />
globale indiviso; significa proteggere, difendere l'armonia, le reti, le vibrazioni, le espressioni, i<br />
ritmi, le creazioni, che "già" sono operanti, ancor prima che noi li conosciamo e anche quando noi<br />
li consideriamo inesistenti perché invisibili. "Guarire" significa anche proteggere-difendere<br />
quell'<strong>intero</strong>-tutto dalla frantumazione o dalla sua rappresentazione in parti morte; significa<br />
evitare che si polarizzi verso la "non vita" e perda la sua integrità e autoreferenzialità. Guarire<br />
può significare anche accrescerne l'armonia, favorirne "devotamente" la complessità (da "cumplector":<br />
intrecciare insieme), stringendo "nodi" multidimensionali.<br />
Ma tutto ciò non si verifica col semplice introdurre nell'<strong>intero</strong>-tutto una singola "parte",<br />
antidoto o protesi, che a noi sono sembrati significativi. Nessuna parte da sola può menomare<br />
l'<strong>intero</strong>-tutto se viene a mancare, né dargli maggiore consistenza se viene a includersi. Una parte,<br />
antidoto o protesi, tirata fuori dall'<strong>intero</strong>-globale, non pulsa, non ha un ritmo, in sé non crea o<br />
trasmette salute. Se una qualche funzione può svolgere, è solo perché quella funzione già è in<br />
opera e già esiste come possibilità per quell'<strong>intero</strong>-tutto, già preesistono in quell'<strong>intero</strong>-tutto le<br />
condizioni necessarie e i meccanismi per includere e utilizzare quella parte.