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ealtà toccheranno anche noi; ritornano i suoni eccitanti di musiche d'altri tempi e d'altri spazi… la<br />
pace che dura sempre meno… la guerra che è scoppiata e che nessun vertice sa arrestare… le testate<br />
nucleari che possono precipitare e ci possono azzerare… i Presidenti delle testate nucleari… i bottoni<br />
che possono premere in un istante… gli anni che ci vogliono per poter cambiare Presidente e far fuori<br />
le testate!… e la nostra tavola, la nostra intimità e il desiderio di appartenerci diventano granelli di<br />
sabbia e ogni giorno di più perdono dimensione e peso.<br />
«Ma a parte questa invasione di afferenze terrestri che divide continuamente la mente, sono<br />
diventati vicini spazi e mondi del firmamento che tolgono sempre più peso e dimensione agli<br />
individui del mondo di oggi.<br />
«Ci troviamo ormai in un mondo che non sa che farsene delle nostre mani… dei nostri giochi senza<br />
elettronica… dei nostri linguaggi senza "bit"… dei nostri calcoli lenti e dei pensieri senza cibernetica;<br />
un mondo contemporaneo che viaggia ad anni luce insieme a navicelle e a computer. I soli son<br />
diventati tanti, le galassie innumerevoli… e i soli muoiono con i pianeti e i buchi neri crescono… e noi<br />
uomini non siamo più "capo unico" dell'Universo e gli extraterrestri ci invadono le fantasie e le realtà.<br />
E per questi spazi di anni luce senza atmosfera e senza gravità, noi siamo talpe senza vista, siamo<br />
orecchie senza udito, siamo recettori senza soglia; le nostre mani e le nostre gambe sono senza utilità;<br />
la nostra mente non si orienta e non comprende; la nostra speranza è che queste realtà fuori del globo<br />
non diventino mai il nostro pane e la nostra acqua e che, invece, un giorno o l'altro qualcuno ci<br />
dimostri con certezza che si tratta di miraggi arbitrariamente ricercati dagli astronomi o da<br />
fantascienziati.<br />
«In definitiva, nel mondo di oggi sta scoppiando un po' tutto il versante afferenziale del sistema<br />
uomo: sono scoppiati i nostri bisogni primari, è scoppiato il territorio fatto a nostra dimensione,<br />
stanno scoppiando la terra e i suoi confini. E il cervello si ingolfa sempre più per i bisogni mai quieti,<br />
per gli eventi fuori dalla nostra portata, per gli spazi che non si possono più toccare e per i tempi che<br />
non si possono più contare; …e per tutta questa enormità ci manca un fuoricampo e talora ci può<br />
prendere una costernazione senza speranza e senza futuro.<br />
«Se questa è la situazione nelle afferenze, non meno problematica è la situazione nelle<br />
"PREEFFERENZE", cioè nel momento di elaborazione di tutti questi stimoli che penetrano nel nostro<br />
sistema.<br />
«Tanto per cominciare il tempo che ci concediamo per elaborare è diventato un flash, pressati come<br />
siamo da bisogni urgenti e incontenibili che si placano solo in una soddisfazione immediata e<br />
cortocircuitata: siamo diventati, per certi versi, un fiume senza argini e senza letto che taglia dritto al<br />
mare. E per stimoli così travolgenti e senza tempo, spesso ci mancano le griglie interne… i selezionatori…<br />
gli elaboratori: siamo diventati senza utopie, senza certezze di riferimento ed è vero tutto e il<br />
contrario di tutto; il passato non ha più niente da dirci, le tradizioni sono solo folklore e il piccolo<br />
territorio non dà più cultura e moralità; le ideologie durano poco e convivono confuse senza più<br />
dialettica; la morte e il dolore non ci sconvolgono più; nel futuro non c'è più escatologia, la divinità è<br />
rimasta senza spazi e senza più "aldilà" e chissà quando risorgerà.<br />
«Considerando questa sproporzione tra valanga di afferenze e la povertà delle preefferenze, c'è da<br />
immaginare qual è la situazione nelle "EFFERENZE".<br />
«Infatti le risposte che possono uscire dal nostro sistema, i comportamenti che possiamo elaborare,<br />
sono in genere quelli più grossolani, quasi meccanici e senza complessità, rudimentali moncherini per<br />
adattarsi ad un mondo sofisticato che ogni giorno di più richiede invece mille capacità e ruoli…<br />
elastica e veloce interscambiabilità tra essi… aggiornamento continuo in progressione geometrica<br />
(…se solo volessimo aggiornarci su tutte le cose scritte dagli altri a proposito di un argomento<br />
marginale, ci vorrebbe l'intera vita di un uomo sempre seduto e senza distrazioni).<br />
«Ammesso pure che bastasse maturare un singolo ruolo, spesso capita che dopo essersi sudati una<br />
competenza o una stabilità, bisogna aspettare le kalende greche per l'inserimento lavorativo<br />
specifico… e le armi approntate presto si spuntano nella ruggine… e quando viene il giorno del<br />
mestiere ci viene a mancare la fantasia e la costanza.<br />
«Ammesso pure che ben presto ci mettiamo in una professione e troviamo la nostra integrazione<br />
nella realtà, spesso può bastare una moda… un movimento d'opinione… un bilancio di pagamenti in<br />
passivo… una guerra senza ragione e ci si può trovare di nuovo senza ruoli e senza modelli; e proprio<br />
quando non si possiedono più freschezza di braccia e agilità di mente ci si può trovare obbligati a<br />
riformulare il proprio linguaggio, gli atteggiamenti del corpo, le proprie nozioni, gli orari di ogni<br />
giorno, le distanze e i propri adattamenti.