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corpo, dentro la polis, dentro il mondo-cosmo, permettendo un pericoloso sconvolgimento di questi tre<br />
oceani.<br />
*E il Patriarca visse più di duemila anni…<br />
Ippocrate, padre fondatore della scienza medica, non avrebbe mai immaginato che il suo paradigma<br />
avrebbe goduto di una longevità maggiore di Matusalemme e rimanere in buona "salute" per più di<br />
duemila anni, fino al 1700 circa. "Difficoltà soggettive" ve ne furono, e anche in abbondanza, ma per<br />
lungo tempo niente riuscì a scalfire questa I.De.A.<br />
L'abito del male fa il monaco<br />
* I.De.A. cronica<br />
Più di duemila anni sono una bella cifra: riassumerne congruamente e sufficientemente gli eventi e i<br />
protagonisti è un'impresa pressoché impossibile. Né, però, ho sentito rammarico o mi sento in difetto<br />
per trascurarne eventi e protagonisti: infatti, per duemila anni "sondaggi" significativi non ne furono<br />
fatti, nuovi "elementi primi" non furono identificati, nuovi "modelli" dominanti non furono concepiti,<br />
nuovi "paradigmi" non furono mostrati, nuovi "santuari" non furono costruiti. Dominò incontrastata<br />
una unica I.De.A., quella che Ippocrate aveva messo a fondamento della scienza medica, con<br />
l'aggiunta di alcuni approfondimenti e specificazioni sia anatomici, che diagnostici e medicamentosi.<br />
Per più di duemila anni imperò una "salute-guarigione psicotica-cronica-collettiva", con qualche<br />
spunto di critica che non scalfì minimamente il delirio che Ippocrate aveva costruito scientificamente.<br />
Ricorderò solo due nomi di questo bimillennio psicotico cronico: Galeno e Paracelso.<br />
A distanza di sei secoli circa da Ippocrate, Galeno fu l'artefice della trasmissione e diffusione della<br />
I.De.A. ippocratica nell'Occidente di allora: infatti, giunse a Roma nel 162 d.C., alla corte di Marco<br />
Aurelio. A partire dalla sua "empiria", Galeno specificò che la natura dei quattro umori di Ippocrate<br />
era legata alle quattro qualità (caldo, umido, freddo, secco), ai quattro elementi (fuoco, terra, aria,<br />
acqua), alle quattro stagioni, alle diverse età dell'uomo. Accettò la concezione platonica delle tre<br />
anime o spiriti che furono così collocati: lo spirito naturale con sede nel fegato, lo spirito vitale con<br />
sede nel cuore, lo spirito animale (da anima) con sede nel cervello e deputato alle attività psichiche.<br />
Paracelso (1493-1541), invece, è l'esponente più significativo di questo bimillennio che, in epoca<br />
rinascimentale, tentò di rifiutare l'autorità della tradizione legata a Ippocrate e a Galeno. Servendosi<br />
dell'alchimia diede impulso allo sviluppo di una medicina basata sulle sostanze chimiche.<br />
* Il male-habitus<br />
Nel medioevo, la medicina scolastica si affannò solo a far coincidere l'autorità dei testi antichi con le<br />
nuove conoscenze (che furono molto poche, perché la conoscenza del corpo era considerata immonda e<br />
blasfema). Diagnosi e prognosi si basavano sull'esame delle urine e la posizione degli astri, mentre le<br />
cure si limitavano a salassi, purghe e l'uso di qualche erba. L'igiene pubblica fu ignorata e<br />
l'assistenza sanitaria era limitata all'isolamento; ne conseguì il diffondersi delle patologie infettive,<br />
della peste, ecc..<br />
Le patologie si vennero sempre più a connotare come "malattie", con tutte le implicanze contenute in<br />
questo termine. Infatti, la "mater" della parola malattia, "male-habitus", sta a indicare che ad una<br />
determinata persona si avvince, si attacca il "male", divenendone quasi un vestito, qualcosa che si<br />
indossa e si mostra ogni giorno. La malattia, dunque, presuppone che il "male", ciò che sta "extra" ed<br />
è l'opposto della vita e della salute ("bene"), penetri nel macro-cosmo, nella polis, nello spazio vitale<br />
di un individuo e gli si appiccichi addosso. D'ora in poi quell'individuo "ha" il male, possiede ed è<br />
"posseduto" dal male. Il possesso da parte del male toglie l'individuo dalla normalità e lo rende<br />
pericoloso strumento di diffusione del male, di malvagità, di stregonerie. Il malato diventa la<br />
personificazione del male e la sua incarnazione, rispetto alla quale non si può rimanere indifferenti,<br />
per non essere "ammalati" a nostra volta, unti da quel male e precipitare nel suo possesso. È per<br />
questo che la gestione concreta della malattia usava frequentemente formule magico-suggestive,<br />
purificazioni, esorcismi, controfatture, caccia alle streghe e agli untori del maleficio (specie gruppi<br />
particolari come gli ebrei), una loro punizione esemplare.<br />
* I santi dello Zodiaco<br />
L'assistenza concreta dei malati fu riservata ai religiosi che assistevano pellegrini e ammalati in<br />
conventi e ospizi. I farmaci erano somministrati con riti e preghiere. I segni dello Zodiaco, che nella<br />
tradizione presiedevano ai vari organi, furono spodestati e sostituiti con la protezione dei Santi: san<br />
Biagio per la gola, santa Apollonia per i denti, santa Lucia per la vista, san Rocco per la peste, ecc.<br />
Alcune malattie presero il nome di santi: il ballo di S. Vito (la corea), il fuoco di S. Antonio (herpes<br />
zoster), ecc.<br />
* La congrega degli "extra"<br />
È interessante notare come l'ospedale, nella sua istituzione, nasce come un concentrato di "extra".<br />
"Fuori" di questo mondo ("extra") erano i religiosi e vivevano per raggiungere, dopo la morte, il