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La comunità tribale<br />
In questa gabbia circoscritta, con una economia statica e naturalistica e con epistemologie<br />
psicotiche-parziali, anche gli stili di vita e i ruoli sociali erano molto circoscritti per sesso per età e<br />
per ceto, definiti minuziosamente nelle competenze e negli oneri-onori sociali, quasi per nulla<br />
modificabili, come se fossero delle nicchie naturali impervertibili. Sì che sembravano dei solchi<br />
invalicabili, dove ognuno veniva depositato alla nascita e vi rimaneva vita natural durante,<br />
adeguandosi obbligatoriamente alle prestazioni richieste, alle sofferenze-menomazioni imposte,<br />
alle specializzazioni previste con esproprio della altre competenze, alle rimunerazioni<br />
socioeconomiche prestabilite, alla dipendenza prevista nei confronti di altri ruoli gerarchici e di<br />
solchi di classe superiore. C'era un solco per l'uomo, uno per la donna, per i figli in ordine di<br />
nascita, per la famiglia, per le varie età, per i vari mestieri, per le varie possibilità economiche,<br />
ecc.. All'interno di queste gabbie fisse si giocavano la organizzazione domestica del mangiare e del<br />
vestiario, i confronti-differenze, i conflitti, le passioni, le soggettività, i "rapporti forti", le piccole<br />
prospettive di avanzamento di ruolo e di posizione.<br />
Questa organizzazione economica stratificata, ognuna caratterizzata da piccole gabbie di<br />
opportunità per i bisogni primari, non poteva di per sé risolvere tutti gli altri bisogni di una<br />
famiglia: le feste, l'istruzione, lo spettacolo, periodi di impoverimento e di carestia, necessità di<br />
particolari attrezzi in alcune circostanze, malattie di vario tipo e grado, eventi traumatici, la<br />
morte, ecc.. Per tutte queste altre occorrenze ed esigenze, il villaggio-mondo utilizzava un efficace<br />
antidoto che proveniva dalla "cultura", o meglio dalle epistemologie adottate per fissare la visione<br />
della vita, l'albero della conoscenza, il Globale Massimo in cui includere i vari pezzi previsti o<br />
prevedibili. Anche se dall'esterno, questa cultura psicotica attivava-regolamentava e sosteneva<br />
tutta una serie di competenze, essenziali per affrontare la realtà dura del tempo-spazio<br />
ingabbiato e dell'economia naturale. Era come se le due epistemologie dominanti (filosofica<br />
popolare e religiosa) stendessero sul cielo del villaggio-mondo una grande cataratta che mediava e<br />
regolamentava l'<strong>intero</strong> ciclo di vita degli abitanti di quel mondo perduto, fornendo competenze,<br />
soluzioni e consolazioni. Sotto la cataratta ogni abitante respirava la medesima aria, le medesime<br />
percezioni e interpretazioni, le medesime soluzioni, adatte a quella difficile vita ingabbiata.<br />
La prima competenza che forniva questa cataratta culturale era proprio la capacità ad<br />
adeguarsi precocemente e stabilmente alla vita di sacrifici-rinunce-povertà-comportamenti,<br />
richiesti dalla economia naturale e dai suoi micidiali tempi di produzione manuale. La macchina<br />
produttiva, pur lenta e dolorosa, aveva sufficiente e affidabile manodopera per cominciare a<br />
funzionare ogni giorno prima che il sole nascesse. Al lavoro si andava quasi sempre a piedi o al<br />
ritmo del dondolio dell'asino o del carretto trainato da muli o cavalli. Nel lungo trasporto c'era<br />
tempo per separarsi dalla interazione precedente e lentamente immergersi nell'attività che stava<br />
all'orizzonte; c'era anche tempo per ascoltare gli eventi atmosferici, le posizioni del proprio corpo,<br />
le rappresentazioni del giorno prima che si fondevano nel mondo interno, determinando<br />
sensazioni inedite o piacevolmente riconosciute.<br />
Una regolamentazione importante riguardava il ciclo delle diverse età e fasi della vita di una<br />
persona dalla nascita alla morte; una regolamentazione che poteva prevedere solo un piccolo<br />
range di variazioni: si sapeva quando bisognava separarsi da una fase e transitare in una diversa<br />
per immergersi nella nuova fase senza possibilità di tornare indietro o di modificare quanto già<br />
tracciato. Ad esempio, anche una bellissima donna piena di qualità transitava nel limbo delle<br />
zitelle e delle ex ragazze da marito, appena fuori il range di età prestabilito; così come, dopo il<br />
matrimonio, ogni sorpresa uscita dall'uovo rimaneva una faccenda personale da sopportare vita<br />
natural durante. Ogni adulto, e non solo i genitori o parenti stretti, poteva e doveva verificare<br />
l'andamento del ciclo delle stagioni e tappe individuali, la corrispondenza alla tappa in atto e ai<br />
ruoli previsti-richiesti. Per ognuna di queste tappe cronologiche, a cominciare dalla nascita, vi<br />
erano dei riti adatti e dei cerimoniali ufficiali, che sancivano autorevolmente il passaggio di stato<br />
e fissavano la nuova rete di vincoli, di oneri-onori tribali, di intreccio tra famiglie e compari quasi<br />
sempre all'interno del proprio ceto.