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Libro intero - Nuova Specie

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intravisti… mai visti! Insomma, non ci ricavammo una mollica d'aiuto, come se solo noi avessimo il<br />

carisma di tutto fare e pigliaguai. E invece spesso basterebbe raccogliere tante mollichelle, ognuno la<br />

propria e al momento opportuno… e qualcuno in più o forse tanti potrebbero mangiar pane. (…).<br />

«Queste storie di burrascoso impatto quasi sempre rimanevano affare di operatori medici, di<br />

ambulatori e corsie ospedaliere. La famiglia spesso era all'oscuro della "dipendenza" del proprio<br />

figlio; e, quando entrava in ballo, diveniva un problema aggiuntivo, spiazzata dall'apprendere la<br />

notizia e preoccupata soprattutto di non farla circolare, rischiando il discredito; e quando scendeva in<br />

ballo era soprattutto per esigere la reclusione in corsia o altra terapia, risolutiva in qualche<br />

settimana; e se i frutti tardavano a venire, calavano presto le credenziali nei confronti del figlio<br />

tossicodipendente e compariva l'intolleranza e l'aggressività, talora esasperate fino a ricercare<br />

soluzioni distruttive e senza ritorno. (…).<br />

«Ma, a parte la famiglia del tossicodipendente, neanche dal resto dell'ambiente veniva fuori vera<br />

solidarietà. C'era sempre da tenere a bada l'intolleranza da parte dell'ambiente Ospedaliero. Per i<br />

colleghi, infatti, si era qualcosa a metà strada tra "samaritani-acchiappafarfalle" ed esperti<br />

"droghieri" di miscugli poco conosciuti. C'erano i "giudizi" dei farmacisti che continuavano a spedire<br />

ricette… la delusione di chi, stando fuori, si aspettava qualche risultato. Per la gente comune e per le<br />

varie istituzioni si era tutt'al più il segno tangibile che il problema "droga" era presente pure in loco.<br />

Per alcuni, poi, si rappresentava un punto di riferimento a portata di mano dove poter vedere drogati<br />

in carne ed ossa e assaporare in anteprima morbosità e piccanterie; la stessa disponibilità di costoro,<br />

faticosamente racimolata, non andava al di là di episodici gesti di solidarietà. Quanto poi a suscitare<br />

un approccio globale al fenomeno, neanche a parlarne, perché per i più si trattava di un fenomeno<br />

simile a quello degli "untori": pecore nere che prima o poi sarebbero state isolate o fatte fuori, ma che<br />

in ogni caso non avrebbero mai potuto intaccare le proprie vicende familiari o i personali equilibri.<br />

«E confinati in questo "zoo-ghetto", i risultati del proprio lavoro erano modesti, o meno che modesti, al<br />

di là dell'impegno o dei vari tentativi messi in opera. L'esperienza più profonda che si poteva fare, se<br />

si operava con onestà ed impegno, era quella di poter conoscere da vicino personalità strutturate<br />

stabilmente, poco o nulla modificabili, organizzate su uno "stile di vita" qualitativamente diverso dai<br />

propri o da quelli correnti. (…).<br />

«Ma per noi queste attese dell'esterno non facevano più legge perché stando dal di dentro avevamo<br />

dovuto dilatare i tempi e i problemi della Tossicomania,… proprio come chi parte gasato per una<br />

guerra lampo e poi si ritrova in trincea a centellinarsi speranze e attese» 8 .<br />

Seconda stazione: il calice amaro<br />

Prima o dopo gli aspetti di realtà infrangono il "delirio simbiotico" e subentra un<br />

atteggiamento opposto e speculare che si manifesta mediante: interrogativi-dubbi sull'operato, la<br />

consapevolezza delle semplicionerie fatte, la banalizzazione della interazione fino a un vero e<br />

proprio rifiuto con possibili "colpi di testa".<br />

«La nostra semplicioneria era stata l'ipotesi "esorcistica" testardamente sperimentata in<br />

ambulatorio… in reparto… in campagna… a casa stessa del diavolo, se fosse stato possibile! E invece<br />

l'eroina, come la coda di una lucertola, rispuntava ogni volta che sembrava tagliata. C'è poco da fare,<br />

per un tossico tutto ciò che capita dentro o fuori è un motivo buono per non abbandonare mai la roba e<br />

farsi possedere sempre di più. Non badano ad orari, rispetto dell'altro, amicizia, impegno preso,<br />

progetti futuri… è la prima in assoluto, come del resto capita per ogni altra passione. (…).<br />

«Vera o no che sia, l'astinenza certamente è solo una parte del problema...o meglio è solo una facciata<br />

dell'eroina, perché ogni astinenza può essere anche l'anticamera per l'altra "facciata", per la ricerca<br />

cioè del successivo sballo. Anzi spesso più intensa è l'astinenza... più inebriante è la ricerca della<br />

roba… più delizioso, totale e unico è lo sballo. E in questo trapassare continuo di una facciata<br />

nell'altra rimane poco spazio a volerle separare …come capita coi poli di un magnete. (…).<br />

«Che peso dare a cambiamenti che si erano dileguati al primo caldo e alla prima noia?… e ancora, con<br />

quali novità affascinare e trascinare Ido, se fosse ritornato da noi? Tutti interrogativi che ci<br />

lasciavano svuotati e smarriti! …Sono emozioni, "sentirsi svuotati e smarriti", che puntualmente<br />

sopravvengono in chi ha giocato con impeto e tenacia le sue carte preziose e così facendo inizialmente<br />

l'ha spuntata coi "tossici ", ma poi constata che tutto scema man mano che il tossico si abitua alle<br />

novità messe in ballo; …come se in questa partita non possano esistere mosse "scacco-matto". (…).<br />

«Quel nostro riprendere tante volte daccapo era stato un po' come l'ossessivo che è convinto di stare<br />

bene se farà solo per l'ultima volta le cose che sta facendo da più volte con lo stesso esito. Ogni grande<br />

passione è così: si ripete sempre e non si esaurisce mai.. ed è quello che capita a chi della<br />

"guarigione" del tossico ne ha fatto una passione, una condizione "sine qua non" per il suo benessere,<br />

una "dipendenza". (…).<br />

8 M. Loiacono, op. cit., p. .

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