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Libro intero - Nuova Specie

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scioglimento dell'unione stessa e che prevede sanzioni ove il patto di unione venga disatteso o<br />

infranto da uno dei soci.<br />

Grande collante e notaio della società odierna è diventata soprattutto l'economia capitalistica<br />

finanziaria. La società del mondo-villaggio si presenta, infatti, come un grande alveare fatto di<br />

tante piccole cellette esagonali, tutte uguali nella struttura e funzione, messe una accanto<br />

all'altra, separate solo da sottili membrane divisorie che ne recintano il volume, distinguendole da<br />

quelle contigue; l'unico spazio disponibile è il piccolo incavo-celletta ricavato nel favo che funziona<br />

da laboratorio continuo notte e giorno. Chi vi lavora in questo spazio così stretto deve abituarsi a<br />

convivere e incrociarsi con migliaia di situazioni simili che procedono ognuna per conto proprio e<br />

che non hanno nulla da scambiare o condividere. Può capitare al singolo abitante di cambiare<br />

celletta, ma il senso lavorativo e di condizione relazionale non muta molto.<br />

Fuori della metafora, il mondo-villaggio ha facilitato la cancellazione delle piccole comunitàvillaggi<br />

ed ha privilegiato l'urbanizzazione metropolitana: una molteplicità di cellette dove, oltre<br />

alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, sono raccolte e accentrate sempre più le<br />

attività economiche e finanziarie, le occasioni e opportunità di incontro-scambio-istruzionedivertimento-tempolibero-trasgressioni;<br />

questa tendenza è ormai netta anche in molte città<br />

africane e asiatiche dove la comunità tribale pareva un totem inamovibile. L'urbanizzazione ha<br />

reso possibile la creazione di queste grandi arnie metropolitane che hanno trasformato la<br />

convivenza umana in un alveare monotono e spesso caotico, dove l'unica diversità consiste in<br />

quale celletta di differenziazione funzionale si va a finire. Anzi, la scienza-tecnologia è presa in un<br />

ossessivo affannarsi a creare cellette sempre più piccole e virtuali, e realizzare produttività<br />

sempre più competitiva e a basso costo per merci che diventino cibo per tutto il pianeta, per tutti i<br />

giorni e per tutti gli abitanti.<br />

In questa grande arnia dell'economia finanziaria, dominano solo gli obblighi-doveri nelle<br />

relazioni tra gli individui: obblighi e doveri univocamente previsti e matematicamente<br />

regolamentati dal valore aggiunto di scambio, dalla parità nei cambi di monete, dal valore<br />

finanziario e borsistico assegnato alla merce prodotta, dalla valutazione quantitativa decisa dalle<br />

speculazioni di borsa e dalle turbolenze dei mercati, dalle decisioni soggettive prese dai signori<br />

invisibili delle finanze mondiali che sanno transitare da una borsa ad un'altra, da una nazione ad<br />

un'altra con la velocità di una comunicazione telematica satellitare.<br />

Ogni celletta, specializzata in una determinata funzione economica o di servizio, accoglie solo<br />

manodopera dotata di competenze specifiche e ad alta produttività competitiva. Infatti, per<br />

restare nell'alveare ogni abitante del mondo-villaggio deve sviluppare continue e ampie<br />

competenze per saper passare da una nicchia ad un'altra, oppure accettare di restare fuori di ogni<br />

economia e quindi fuori di ogni possibilità dignitosa di garantirsi il vitto-alloggio-vestiario, il<br />

minimo di bisogni primari per sopravvivere. Fuori delle differenziazioni funzionali, rappresentate<br />

dalle cellette, un individuo si può situare solo nel limbo degli slums o della povertà accattona e<br />

barbona, in cui sono poco o per nulla possibili passioni, soggettività, rapporti forti, piccole<br />

prospettive di avanzamento di ruolo e di posizione, al di là delle specificità individuali di cui si è<br />

portatori o dei diritti alla sopravvivenza, astrattamente sanciti e proclamati.<br />

Per chi, invece, rientra nell'alveare ed accetta di lavorare nelle cellette, l'economia finanziaria<br />

mette a disposizione interi supermarket di merci e di opportunità di incontro-scambio-istruzionedivertimento-tempolibero-trasgressioni.<br />

Da tempo, addirittura sono disponibili nell'emporio<br />

versioni industriali di relazioni qualitative-animazioni-feste-amori-valori-sofferenze-mortiimpegno-dono-progetto<br />

di vita-spettacoli di vita, ecc.. Tutte omologazioni brevettate, acquisibili<br />

sempre più a basso costo, man mano che vengono consumate dalla maggior parte delle cellette,<br />

dei favi, delle arnie metropolitane e rurali dell'<strong>intero</strong> pianeta. L'unico passe-partout che apre le<br />

porte al consumo personale è sempre lo stesso, il valore aggiunto di scambio che domina in tutta<br />

l'arnia. Come per Alì, basta pronunciare la magica parola valore aggiunto di scambio e il tesoro è<br />

alla propria portata: tutto diventa sorridente, accessibile, flessibile, acquisibile come proprietà di<br />

consumo privato, al di là delle distanze-distinzioni spazio-temporali e liberi finalmente di non<br />

obbedire ai criteri epistemologici tradizionali, imposti dalla defunta cataratta culturale.

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