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La bestia ebbe il potere di dare la vita alla statua del mostro, perché potesse parlare e far<br />
uccidere tutti coloro che non lo adoravano.<br />
La bestia fece mettere un marchio sulla mano destra e sulla fronte di tutti, piccoli e grandi,<br />
ricchi e poveri, liberi e schiavi. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio,<br />
cioè il nome del mostro o il numero che corrisponde al suo nome.»<br />
Come dice l'Apocalisse, stiamo anche noi in questa "Babilonia, quella che aveva fatto bere a<br />
tutti i popoli il vino inebriante della prostituzione". Anche oggi è tra noi il mostro salito dal mare,<br />
la bestia salita su dalla terra, il drago che sta offendendo la vita, che ha il potere sopra ogni razza,<br />
popolo, lingua o nazione e che vuole essere adorato. Anche oggi nessuno può comprare o vendere<br />
se non porta sulla mano destra o sulla fronte il marchio, cioè il nome del mostro o il numero che<br />
corrisponde al suo nome.<br />
Disilludiamoci, il mostro oggi c'è e c'è pure il labirinto in cui ci ha rinchiusi e dal quale<br />
vorremo uscir fuori.<br />
Ma come?<br />
Uscire dal labirinto<br />
Una soluzione che eviterei è proprio quella di Dedalo, figlio di Metione, il costruttore del<br />
labirinto così intricato che chi vi entrava, vi si perdeva. Dedalo, rimuovendo la pesante situazione<br />
in atto, pensò di poter evadere insieme al figlio Icaro, fabbricando ali di penne unite insieme con<br />
la cera.<br />
Trovare uno stratagemma per evadere con le proprie persone care dal labirinto dell'arnia<br />
elettronica e del disagio diffuso è pure possibile. Ma è pure molto possibile che si faccia la fine di<br />
Icaro: che ci si distanzi troppo dalla terra e si salga troppo in alto, e che il sole sciolga la cera e ci<br />
faccia precipitare nel mare profondo. Scappare è una soluzione posticcia e vigliacca che potrebbe<br />
nuovamente riportarci dentro il labirinto, più incatenati e prigionieri di prima, dopo aver perso la<br />
speranza di ogni discendenza.<br />
Né mi convince la soluzione adottata dalla moglie di Barbablù per sfuggire al coltello di costui<br />
che intendeva sgozzarla, dopo aver constatato che la stanzina era stata aperta e i suoi misfatti<br />
erano ormai conosciuti. Implorare Barbablù perché si intenerisca e migliori le sofferenze e le<br />
angarie alle quali ci sottopone, non serve perché costui ha "il cuore più duro del macigno". Così<br />
non serve, per l'attuale disagio del mondo-villaggio, chiedere tempo a Barbablù per aspettare che<br />
arrivino propri fratelli o persone interessate a noi che lo passino con le loro spade da parte a<br />
parte, ci liberino e ci facciano diventare padroni di tutti i suoi beni. Questo finale è troppo da<br />
fiction fiabesca e non durerebbe più dei sogni della piccola fiammiferaia.<br />
Personalmente preferisco la soluzione di Teseo che, spinto dalla sofferenza dei sette giovani e<br />
sette fanciulle che Atene ogni anno doveva dare in sacrificio al Minotauro, partecipò<br />
personalmente alla spedizione diretta verso l'isola di Creta dove aveva sede il Minotauro e il<br />
labirinto che lo conteneva. Giunto a Creta, portò dalla sua parte Arianna anch'essa figlia di<br />
Minosse e, perciò, informata sul labirinto e in grado di contribuire ad attraversare il suo intricato<br />
percorso. Infatti, avvalendosi del filo che Arianna gli aveva procurato, Teseo osò inoltrarsi nel<br />
labirinto, affrontare il Minotauro e trapassarlo con la propria spada.<br />
Penso infatti che, per affrontare l'odierno Minotauro e attraversare il labirinto intricato che lo<br />
nutre, ognuno debba sentirsi protagonista degli eventi in corso e debba partire da ciò che intendepuò-sa<br />
fare attivamente lui stesso, in sinergia con chi intende far parte della medesima spedizione<br />
e si innamori della difficile scommessa in corso.<br />
Bisogna che ritroviamo un po' tutti il filo di ciò che ci sta succedendo e degli eventi che hanno<br />
prodotto questo mostro e il suo potere di marchiarci, sottometterci, disperderci nel labirinto della<br />
virtualità e della parzialità. Bisogna entrare nel labirinto e osare. Forse Minotauto soccomberà; in<br />
ogni caso non potrà più essere quello che era stato prima.<br />
Personalmente sono convinto che l'apocalisse dei giovani possa essere letta al di là di ogni velo<br />
che tendiamo a rimettere per nasconderci la particolarità e drammaticità del disagio in corso e dei<br />
vizi capitali che lo alimentano.