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strafogamento interrotti da pause di digiuno per poi tornare nuovamente nella braccia della oralità<br />
vorace.<br />
Accanto a queste pillole ordinarie di dipendenza, negli ultimi anni si sono organizzate "pillole di<br />
dipendenza fine-settimanali" che stanno diventando sempre più l'occasione di un cocktail<br />
pluriconsumatorio nel nuovo tempio di Gerusalemme in cui sono acquistabili mercanzie varie:<br />
frenesia di sensorialità, stimolazione con sostanze psicoattive, approcci sessuali, vissuti da branco,<br />
deliri proibiti, ecc..<br />
Una di queste opportunità è rappresentata, tra le "giovani accoppiate, dalla "accoppiata" col tifo<br />
allo stadio per la propria squadra di calcio, che proverò a descrivere anche con l'aiuto di metafore che<br />
ne potrebbero svelare meccanismi più profondi.<br />
Su una tradizione di "tifo" già vissuto dagli adulti, si è innestata una presenza giovanile che, oltre<br />
a regalare una maggiore coreografia e un maggior introito per le società di calcio, ha fatto emergere<br />
dinamiche di difficile controllo e di grossa minaccia per l'ordine pubblico e per l'incolumità di chi si<br />
reca allo stadio. L'accoppiata "giovani-tifo" prevede il seguente cocktail di ingredienti. Durante la<br />
settimana: preparazione emotiva all'evento tramite commenti e scambi all'interno di piccoli gruppi,<br />
letture di quotidiani sportivi (tra i quotidiani più venduti in Italia) con titoli e occhielli studiati per<br />
sottolineare stravaganze personali e per accendere contrapposizioni-rivalità, servizi sportivi e<br />
interviste dei mass media locali e nazionali sugli eroi o protagonisti della epopea calcistica. La<br />
domenica, giorno di sospensione dell'attività lavorativa o di impegno ordinario, vede svolgersi il "rito<br />
dello stadio": indossare particolari indumenti; mettere in second'ordine il rito del pranzo e<br />
accontentarsi di pasti più frugali; dirigersi in anticipo verso la mecca con amici o assieme ad altri<br />
pellegrini che si radunano cammin facendo, provenienti da altre zone della città o da altre città;<br />
separare gli agnelli (i tifosi della propria squadra) dai capri (i tifosi della squadra avversaria);<br />
scambiare con i tifosi avversari sfide-giudizi-offese-minacce presenti o future; occupare i pochi<br />
centimetri di stadio assegnati ad ogni tifoso; recintare il perimetro occupato dal proprio sottogruppo<br />
di amici-tifosi fedeli; attendere il fischio d'inizio con commenti-attività-approcci vari; consumare<br />
bevande alcoliche, sesso o "roba" portata con sé o acquistata agli shop clandestini dello stadio;<br />
inquadrare il territorio del branco avversario e osservarne composizione-consistenza-coreografiacomunicazione<br />
gestuale e verbale-potenziale di sfida e di minaccia. Il fischio di inizio dà l'avvio alla<br />
consumazione del match virtuale in cui, come nella disfida di Barletta, si oppongono: la squadra che<br />
rappresenta il tifoso e la squadra che rappresenta gli avversari-nemici; la propria nazione-metà<br />
campo e quella nemica; il bene e il male; il campione e il "non all'altezza"; il gruppo compatto-capace<br />
di invadere la nazione-metà campo avversaria e il gruppo sfilacciato che viene perforato e violato.<br />
Questo match psicotico-persecutorio è reso possibile e reale dall'uso del pallone: un proiettile sferico<br />
pieno d'aria che può essere trattenuto e fatto avanzare solo con l'uso dei piedi in corsa, capaci di<br />
dribblare artisticamente gli avversari e perforarne la difesa fino a giungere al sacrario nemico, la cui<br />
porta è custodita da un sacerdote che ha la facoltà di usare anche le mani per impossessarsi del<br />
proiettile bolloso. L'evento psicotico è lì che si consuma pienamente e può scatenare sballo frenetico e<br />
maniacale o costernazione angosciante; è lì il cuore della battaglia che può segnare le sorti del rito<br />
domenicale. Un campione eroico è chi, giunto nelle vicinanze del sacrario nemico, sa scagliare<br />
poderosamente e imprendibilmente il proiettile letale, superando gli ultimi ostacoli del sacerdote<br />
messo in sua difesa. Quando la sfera gassosa finalmente entra nella porta del sacrario, attraversa la<br />
linea di demarcazione e va in rete invadendo il territorio simbolico, allora c'è il segnale che<br />
finalmente la sconfitta del nemico è vicina e vicino è il trionfo del proprio esercito. Ma la guerra<br />
domenicale non finisce al primo proiettile piazzato in rete avversaria; c'è un tempo che regolamenta<br />
la durata della partita, durante il quale le sorti si possono ribaltare e il nemico vittorioso di una<br />
battaglia può perdere l'intera guerra. Dopo novanta minuti di questa epopea di piedi, emozioni e<br />
profanazioni, finalmente c'è il verdetto di questo "confronto-differenza": c'è una squadra che è stata<br />
vinta e che deve scendere di grado-valore, col rischio di approssimarsi agli ultimi posti di classifica<br />
ed essere ingoiata in un torneo di serie più scadente e di valore simbolico più annacquato e più<br />
micro-locale; c'è una squadra che esce vittoriosa e trionfante dallo stadio, osannata come i reduci da<br />
un conflitto bellico perché ha acquisito punti per salire di classifica e approssimarsi alle vette in cui<br />
si ascende in serie di grado superiore e di valore simbolico più intenso e sempre più macro-mondiale,<br />
in cui si confrontano solo pochi campioni e sempre più capaci di scagliare proiettili perforanti da<br />
posizioni impossibili verso sacrari inaccessibili-divini.<br />
Ovviamente le azioni che ogni tifoso ha investito nella propria squadra all'inizio della partita,<br />
delegandone totalmente ad essa gestione e destino, ricevono immediatamente il dividendo maturato