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varie fasi-generazioni-meccanismi si è perfettamente manifestata con la medesima sequenza nel<br />
disagio diffuso adulto: quasi una tardiva maledizione dei giovani kamikaze a cui gli adulti non<br />
seppero dare ascolto, alle sofferenze dei quali non seppero offrire coinvolgimento e com-patimento, ai<br />
messaggi dei quali non seppero assicurare una decodifica, perché in altre faccende affaccendati.<br />
Ma quella maledizione giovanile è ancora attiva, pronta a colpire nuove distrazionibanalizzazioni-sordità-ritardi.<br />
Se già una volta i giovani hanno anticipato segni e tendenze che con ritardo di qualche anno si<br />
sono manifestate negli adulti, questo è valido anche per le nuove fenomenologie che ho descritto a<br />
proposito del "disagio diffuso giovanile": "pillole di dipendenza, trasgredire nel proibito, deliri<br />
violenti, morti dismature". Ancora una volta, quei nuovi disagi sono solo una avanguardia delle<br />
future fenomenologie, uno specchio in cui vedere in anticipo prospettive che non tarderanno a<br />
manifestarsi anche nel mondo degli adulti e delle istituzioni. Tramite i giovani, il nuovo disagio sta<br />
arrivando a tutti, come una epidemia da contagio. La vita si sta diffusamente tasformando in un<br />
girotondo perverso in cui le persone sono sempre più coinvolte in un tentativo di gravidanze abortive<br />
con esiti letali, sciupando e menomando cose-entità vive-archeologie antiche-germogli di crescita e di<br />
evoluzione. Nei diversi piani di rapporti si combinano come in un micidiale incastro ingredientiproblemi-opportunità<br />
di vario tipo, trasformando il tutto in un delirio imprevedibile, ma lucido nel<br />
suo diffondersi e abitare tutta la terra. Come nuvole ormai sature all'eccesso, il disagio diffuso ha<br />
cominciato a polverizzarsi in minuscole gocce, a piovere ininterrottamente e a ricoprire la terra come<br />
un diluvio che non conosce altezze irraggiungibili e, man mano che il livello delle acque cresce,<br />
impone leggi, obbliga a starci dentro, mentre lentamente inonda e inghiotte le certezze economiche,<br />
di classe, di appartenenza culturale e valoriale: baluardi sicuri della vecchia specie uomo.<br />
Penso che ne stia andando di mezzo la vita e il suo viaggio; penso che si stiano inquinando le falde<br />
profonde a cui la vita attinge da miliardi di anni per procedere nel suo esodo.<br />
L'inquinamento vitale<br />
anno fa, per evidenziare che stavo parlando di cose nuove e diverse dalle fenomenologie di disagio<br />
tradizionale, utilizzai un neologismo: "inquinamento psiché". Era anche un modo per evidenziare che<br />
si trattava di problematiche vitali e che, come tali, interessavano tutti al di là delle specializzazioni<br />
di ruoli e di ideologie.<br />
"Inquinamento" perché, secondo me è stata "la" emergenza degli anni novanta e lo continua ad<br />
essere. Emergenza, come dicevo, significa qualcosa che coinvolge tutti, che si respira come l'aria ed è<br />
un qualcosa su cui affrettarsi, senza ansia ma con una certa responsabilità, perché dipenderà anche<br />
da noi in che direzione potrà evolvere questa emergenza. Non è un fatto che possiamo banalizzare col<br />
discorso dei giovani, col discorso del Nord, della città industriale; è un problema che riguarda tutti ed<br />
è verificabile ovunque. "Inquinamento" per sottolineare che non era e non è importante solo<br />
l'inquinamento atmosferico, della natura, ma si stavano e si stanno inquinando le falde che<br />
alimentano il respiro della vita di ognuno di noi, stavamo e stiamo in un contesto in cui ci sono questi<br />
fatti di non vita e ognuno che c'è dentro li respira. "Inquinamento" per far capire che i fattori che<br />
inquinano e le realtà che vengono inquinate sono circolarmente tutte. "Inquinamento" perché<br />
finalmente è emersa una interdipendenza obbligatoria (non è più opzionale a secondo se io sono di<br />
sinistra, di destra, sono un tipo illuminato, gretto, o altro) e stretta tra "disagi, stili di vita diffusi in<br />
un gruppo sociale, l'utilizzo delle risorse in senso lato comprese quelle culturali, la visione della vita<br />
e il codice utilizzato"; siamo finalmente obbligati a considerare come realtà unitaria ciò che già è una<br />
realtà intera. Secondo me, è una vera e propria emergenza per la specie uomo, un'emergenza, a mio<br />
parere, che deciderà molto su come sarà il terzo millennio. Dipenderà molto da come ci muoveremo<br />
in questi anni se l'inquinamento psiché arriverà a dei livelli tali per cui il processo di vita, l'esodo di<br />
vita iniziato miliardi di anni fa, potrebbe approdare ad un lento degrado o invece diventerà una<br />
strada per metterci in "crisi", per mettere giudizio, abbandonare i vecchi equilibri e spostarci su<br />
nuove strade, su nuove tendenze: quello a cui io personalmente sono interessato. Si tratta perciò di<br />
un evento complesso che non si può rimandare ad una disciplina specialistica, meno che mai ad una<br />
interpretazione di tipo medico-tradizionale.<br />
"Psiché" inteso nel senso originario di "anima, respiro, spirito", qualcosa che indica ciò che è<br />
"ontologico", l'essenza della vita, ciò che ci struttura, che ci rende in-dividuo, il fondamento che sta<br />
alla base della nostra vita, delle sue manifestazioni e del suo viaggio, il "fondo comune" che ci