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assume aspetti diversi, consistenza diversa. Personalmente, vi dicevo, ho osservato quattro<br />
generazioni diverse di disagi giovanili. Ma per darvi meglio il senso che si tratta di generazioni<br />
appartenenti ad una unica famiglia di eventi, nel presentarvi le varie tappe del percorso di<br />
disagio giovanile, userò la metafora dell'albero genealogico: bisnonni, nonni, genitori, fratelli, ecc..<br />
Questo vostro albero genealogico è un albero di eroi perdenti; li definirei dei "kamikaze", cioè<br />
persone che, pur senza comprendere bene quello che stava avvenendo, si sono sacrificati e<br />
rinchiusi in pezzi di realtà e di esperienza negativi, spesso rimettendoci la propria vita. Questa<br />
loro sconfitta ha permesso però di amplificare i segni e sintomi della "febbre" presente nell'<strong>intero</strong><br />
organismo e non ancora sufficientemente valutata e compresa. Sarebbe auspicabile che questo<br />
loro sacrificio diventi per noi una occasione di nascita, un travaglio che realizzi un parto di cose<br />
nuove.<br />
Nel conoscere questo "albero degli eroi negativi", partirò dagli antenati della prima<br />
generazione, vale a dire i giovani della cosiddetta "contestazione".<br />
Apriamo, dunque, l'album fotografico.<br />
1.1 I bisnonni: i giovani della contestazione<br />
Il termine "con-testazione" è composto da "cum" (insieme) e "testis" (testimone) e sta a<br />
significare: "incominciare una lite davanti al giudice col produrre ciascuna parte i propri<br />
testimoni o sostenitori".<br />
Prima di vedere davanti a quale giudice, individuiamo meglio qual era la lite in atto e quali i<br />
"testimoni" dei "bisnonni" d'America, dove la contestazione ebbe inizio.<br />
Il primo dei due testimoni in causa era il partito degli adulti che si fondava su due capisaldi.<br />
La guerra superpotente<br />
Primo capisaldo: il rapporto degli Stati Uniti d'America con l'Unione Sovietica. Già nel '44,<br />
ultimo anno di guerra, l'alleanza antinazista tra i due stati si era incrinata. Ma una volta vinto il<br />
nemico e liquidato il nazifascismo, emersero sempre più le distinzioni interne tra gli Stati alleati;<br />
un po' come capita in tutti i meccanismi psicotici, il gruppo si coalizza quando c'è il nemico fuori<br />
da combattere, ma non appena il nemico è stato fatto fuori nascono le opposizioni al proprio<br />
interno. Questo avviene nella coppia, in un gruppo di lavoro, in una istituzione, ecc., sono<br />
meccanismi di vita.<br />
Nel '47 il contrasto si irrigidì e cominciò la "guerra fredda" tra le due Superpotenze: uno<br />
scontro per l'egemonia che veniva presentato, reciprocamente, come la lotta tra "bene" e "male",<br />
l'opposizione tra "mondo della libertà" e "mondo della dittatura del proletariato", tra economia<br />
capitalistica e socialismo reale. La stessa divisione dell'Europa (occidentale e orientale), e di<br />
nazioni di altri continenti, servì solo a creare "cortine di ferro" e blocchi di appartenenza ad uno<br />
dei due poli. Un equilibrio territoriale che veniva mantenuto e tutelato tramite il rischio calcolato<br />
di una guerra atomica distruttiva, che tendeva sempre più al rialzo dei rispettivi arsenali atomici<br />
per terrorizzare-controllare questo nemico-demonio, e possibilmente portarlo alla sconfitta, meglio<br />
ancora, alla scomparsa. Il rischio fu di una "guerra totale". Il continente asiatico (Corea, 1950-<br />
1953, e poi Vietnam) rappresentò l'ambito di duro scontro tra i due blocchi, con bombardamenti<br />
indiscriminati, metodi da "guerra sporca".<br />
I "boom" del capitale<br />
Secondo capisaldo: l'economia capitalistica.<br />
Gli adulti statunitensi, appena usciti dal conflitto bellico mondiale, erano stati capaci di<br />
superare i disastri causati dalla guerra e addirittura avviare una vita sociale di forte e diffuso<br />
benessere, ricca di prodotti da consumare, di servizi di cui disporre, di innovazioni tecnologiche<br />
continuamente immesse nella vita ordinaria delle persone di varie nazioni occidentali. Chiave di<br />
volta e regista di questo diffuso benessere era l'economia capitalistica: una economia in cui i<br />
prodotti di varie industrie (compresa quella militare-bellica) erano distribuiti in un mercato