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Libro intero - Nuova Specie

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Questo pullulare di diversità e opportunità personali-etniche-religiose-culturali senza<br />

frontiere, che si incrociano quotidianamente, ha però introdotto spinte e tendenze che ancora non<br />

trovano soluzione o definizione. È vero che l'individuo del mondo-villaggio non deve dar conto più<br />

alla cataratta culturale del villaggio-mondo perché, come abbiamo visto, si sono affievolite o in<br />

certi casi eclissate le epistemologie mitico-religiosa e filosofica. È vero però che le nuove<br />

costruzioni simboliche sono diventate sempre più evanescenti, non alimentano più e hanno<br />

lasciato orfane intere generazioni. Oggi l'individuo si sente sempre più smarrito nella vastità di<br />

un cielo vuoto e artificialmente illuminato, senza valori di riferimento. Il patto di unione tra gli<br />

individui, alla luce di una norma-regola-legge che stabilisce il senso-durata-benefici-scioglimento<br />

dell'unione stessa e che prevede sanzioni, è sempre più disatteso o infranto. La società in cui si<br />

vive è sempre più una società senza regolamentazione e normatività, una società psicotica e a<br />

brandelli, in cui ogni individuo vive isolato nel suo delirio, preso intimamente ad ascoltare quelle<br />

voci virtuali che gli giungono dal rimosso, da una qualità di vita non ancora soddisfacente, da una<br />

sensazione ostile e asfissiante che si avverte pur nella comodità delle celletta o nello sballo<br />

dell'emporio.<br />

Non c'è più per l'individuo di oggi una cultura efficace in grado di fissare una visione della<br />

vita, un albero della conoscenza adatto a questa società psicotica, un Globale Massimo in cui<br />

includere gli infiniti pezzi previsti o prevedibili in una società globalizzata.<br />

Le macchinette dell'emporio, a differenza della cataratta culturale del villaggio-mondo,<br />

purtroppo non riescono a fornire alcune competenze, soluzioni, consolazioni, percezioni,<br />

interpretazioni, adatte a vivere nelle arnie metropolitane.<br />

I ruoli sono sempre più indefiniti-vacui-rarefatti-impalpabili come l'aria. Sempre meno si è<br />

capaci di adeguarsi precocemente e stabilmente alle occasioni di sacrifici-rinunce-povertàcomportamenti<br />

richiesti dalla economia finanziaria e dai suoi micidiali tempi di produzione<br />

industriale e di flessibilità senza garanzie. Manca la capacità e il tempo per separarsi dalla<br />

interazione precedente e lentamente immergersi nell'attività che sta all'orizzonte, per ascoltare<br />

gli eventi atmosferici, le posizioni del proprio corpo, le rappresentazioni del giorno prima che si<br />

fondono nel mondo interno, determinando sensazioni inedite o piacevolmente riconosciute. Manca<br />

la capacità di regolamentare il ciclo delle diverse età e fasi della vita di una persona dalla nascita<br />

alla morte. Non c'è più una regolamentazione culinaria, di abbigliamento, di sogni-simbologie di<br />

vita-identificazioni-rappresentazioni-festosità, di immersione negli archetipi di vita, di regolegerarchie-alleanze-utopie.<br />

Non si è più capaci di animare feste e rappresentazioni specifiche; non<br />

sono più vive alcune festività, né sono differenziati periodi dell'anno di particolare valore di vita o<br />

di meccanismi di vita. Manca la capacità di istruire bocca a bocca, in presa diretta, mediante<br />

proverbi, aneddoti, racconti epici, vicende rielaborate soggettivamente. Non vengono più<br />

trasmessi la memoria storica, gli antenati, il fondo comune che non coincide con la produzione<br />

industriale. É sempre più raro il racconto di eventi concreti fatto direttamente dalla bocca di<br />

protagonisti; l'ascolto da parte di persone coinvolte e interessate a quel racconto; l'alternanza di<br />

ruoli; l'uso del corpo come amplificatore mimico; gli odori delle secrezioni corporee; i timbri e le<br />

modulazioni vocali personali; le frasi stornellate e le serenate per far giungere messaggi e giudizi<br />

mentre si lavora o si soffre d'amore; l'intermediazione diretta e personale tra emittente-ricevente<br />

e facilitatore mediatico, che funge anche da garante notarile della parola data e degli impegni<br />

presi. L'istruzione è sempre più astratta e senza sapere emotivo, lontana dalle esigenze del fondo<br />

comune della vita, mera informazione adatta a far funzionate la giostra elettronica e gli empori a<br />

basso costo.<br />

Manca la capacità di vivere la fiction direttamente nella situazione reale, nella vita sacrificata<br />

che ognuno fa o nei contrasti-passioni-lacerazioni-vendette piene di odio-attese magiche e<br />

fantastiche che già vive, nella ritualità e organizzazione simbolica fornite da ricorrenze religiose o<br />

altri ambiti epistemologici.<br />

La carestia, le ristrettezze economiche e relazionali, le malattie, i dissapori, la vecchiaia, la<br />

morte, ecc., sono diventati anch'essi proprietà privata, che vanno vissuti in solitudine anche se<br />

non si è capaci di affrontare direttamente quegli eventi negativi attingendo a risorse e<br />

competenze locali-personali. Non c'è più la solidarietà e ospitalità del vicinato; i messaggi<br />

ascoltati in chiesa o in altre assisi sono vuote verbosità che non diventano carne in casa e fuori<br />

casa nel presentarsi concreto di quegli eventi.

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