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organizzazioni politiche, apparentemente stabili e durature, è invece molto probabilmente un'altra<br />
manifestazione del "disagio diffuso" che sta avendo una sua estrinsecazione anche a livello di<br />
istituzione politica e di rapporto tra le nazioni. Non capisco perché solo l'individuo dovrebbe<br />
manifestare i segni di disagio diffuso e non invece anche l'istituzione che è fondata proprio sugli<br />
individui. A me pare che questi atteggiamenti siano espressione del fatto che non ci siano più cose<br />
forti nel mondo di oggi; tutto si sta omogeneizzando come in una cellula agonica dove il potenziale di<br />
membrana scompare. É molto verosimile che lo spappolamento di un ordine forte internazionale<br />
rappresenti un'altra manifestazione dello scoppio del Globale Massimo che fino ad allora aveva<br />
mantenuto un certo ordine tra diversi stati e popoli. Gradualmente è venuto meno quel fondo<br />
comune che teneva insieme gli opposti. Di conseguenza gli opposti si sono separati, differenziati e ha<br />
prevalso il meno debole dell'altro, il più vicino alla regina degli equilibri mondiali che è la economia<br />
capitalistica.<br />
Tra parentesi. Giacché ci sto, vi propongo una lettura "strana" di un altra vittoria, questa volta<br />
italiana: quella sul satana mafioso. Pare che la mafia stia subendo pesanti colpi per il pentitismo, per<br />
la carcerazione di esponenti di spicco di una cupola che pareva irraggiungibile, pur soggiornando in<br />
domicili cittadini, in appartamenti ordinari, in bunker vicini alle cantine del centro storico. Questi<br />
indiscutibili successi nella lotta alla mafia certamente sono dovuti anche al fatto che lo Stato si è<br />
organizzato di più, ma non basta. Secondo me, anche in questi successi c'è lo zampino del disagio<br />
diffuso, perché i sintomi di dismaturità, le sindromi psicotiche sono nelle persone di oggi, quindi<br />
anche nei mafiosi. Il disagio diffuso, la caduta di Globali Massimi forti ha reso la mafia un fenomeno<br />
molto meno monolitico di prima, meno strettamente vincolato alla normatività e ritualità interna,<br />
più penetrabile dall'esterno poggiando sui bisogni individuali e sulla separazione degli opposti<br />
interna al gruppo mafioso.<br />
Ma torniamo al nuovo rapporto tra le nazioni.<br />
Dopo la caduta del satana avversario, ormai vi è: una sola Roma imperiale; un solo Campidoglio<br />
con sede nella potenza statunitense che ha vinto il derby superpotente; una sola legge che è quella<br />
della economia capitalistica, portata al massimo splendore proprio dagli Stati Uniti. L'economia<br />
globalizzata, guidata dalla nuova Roma americana, permea ormai gran parte se non tutti i rapporti<br />
tra le varie nazioni. Più che diversità o specificità nazionale, nel rapporto internazionale conta il<br />
valore di scambio, la riserva aurea centrale, le quotazioni in borsa, i tassi di credito, il PIL, il posto<br />
occupato come affidabilità finanziaria internazionale, i debiti internazionali, la disoccupazione, la<br />
mano d'opera sfruttabile a basso prezzo, le risorse primarie svendute barattando merci industriali.<br />
Tutti indici gestiti dal Campidoglio americano-industriale-occidentale che funziona in modo che "a<br />
chi ha più sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha".<br />
Per meglio favorire una simile normatività l'economia si è ulteriormente allontanata da qualsiasi<br />
tipo di controllo concreto o legato alla specifica vita degli individui, dei gruppi etnici, della loro<br />
cultura, di ogni attività o produzione simbolica e valoriale. Oggi comandano sempre più questi prerequisiti<br />
finanziari: che vi sia una completa libertà di far circolare i capitali finanziari senza alcun<br />
vincolo e regolamentazione; che il valore economico di un'attività produttiva o di un'azienda dipende<br />
dalla sua quotazione in borsa e non dalla sua reale produttività o dal valore di vita che possiedono le<br />
merci prodotte; che il vero guadagno o reddito non dipende più dal valore dell'economia reale, ma dal<br />
rialzo o caduta che hanno i titoli e le azioni quotati in borsa, a secondo dei capitali che girano e che si<br />
spostano e a secondo delle speculazioni che sono state orchestrate e intraprese, a secondo delle<br />
turbolenze dei mercati. Insomma una completa separazione del capitale dall'economia delle merci e<br />
dal loro riferimento alle esigenze di vita degli individui, delle etnie, delle loro organizzazioni<br />
simboliche e valoriali, delle politiche programmate all'interno di una nazione. Potremmo dire che il<br />
"mafitale", così come l'abbiamo descritto nella teoria particolare del disagio giovanile, è divenuto<br />
l'unico e indiscusso re del pianeta, omologando al suo interno mafiosi, banchieri, chierici, usurai,<br />
piccoli azionisti, politici, grossi finanzieri, scrocconi vari che siedono al tavolo del grande banchetto<br />
planetario mettendosi a completo servizio del caput danaroso.<br />
Che questo non sia un nuovo ordine globale e che ancora non ci sia un nuovo modello di<br />
integrazione mondiale tra le nazioni, lo stanno a dimostrare alcune tendenze internazionali odierne.<br />
Per le nazioni organizzate secondo il vecchio ordine manicheo-superpotente, una volta caduto il<br />
proprio Globale Massimo non c'è stato e non c'è molto con cui rimpiazzarlo. Questo è risultato<br />
evidente soprattutto per i paesi dell'Est: pensavamo che il problema fosse far scoppiare il "Satana<br />
Comunismo"; il Satana è scoppiato ma al Satana non sappiamo che cosa sostituire. Finita la guerra<br />
tra le superpotenze, l'ordine preesistente tende a frammentarsi in entità e particolarità locali