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Libro intero - Nuova Specie

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Nel '75 in Italia uscì la prima legge sulla tossico-dipendenza, la 685, che rappresentò un<br />

momento importante perché prima di allora la tossico-dipendenza era vista soprattutto come fatto<br />

illegale, deviante e chi faceva uso di sostanze era considerato un criminale, per cui l'unica risposta<br />

era il carcere. La Legge 685 modificò lo stereotipo, decise che la tossicodipendenza era una<br />

malattia, la medicalizzò e, di conseguenza, affidò il tossicodipendente alla cultura medica e<br />

all'assistenza dei servizi medici. Nacquero i CMAS (Centro Medico Assistenza Sociale), che da<br />

qualche anno si chiamano SerT (Servizio Tossicodipendenti).<br />

L'ottica medica di questi Servizi, per "malati di droga", si concentrava essenzialmente sulle<br />

indagini bio-umorali, per individuare i parametri alterati e le patologie droga-correlate (epatite,<br />

ecc.), sulla disintossicazione e, soprattutto, sul trattamento con farmaci per gestire la fase<br />

astinenziale. All'inizio i medici si divisero in due categorie. C'era chi usava farmaci non<br />

sostitutivi: ad esempio, psicofarmaci, antidolorifici in genere, clonidina e altre sostanze con effetti<br />

psicotropi che si ritenevano di una certa efficacia antiastinenziale. C'èra chi usava la<br />

distribuzione controllata di Morfina (famosa l'esperienza di Milano) o farmaci sostitutivi sintetici,<br />

come il Metadone.<br />

Già l'uso in sé di farmaci della stessa famiglia dell'eroina o degli oppioidi in genere era ed è di<br />

una palese ambivalenza: come un voler dimenticare un grande amore, fidanzandosi col fratello di<br />

chi si voleva dimenticare o abbandonare e frequentando la stessa casa. Ma ancor più paradossale<br />

fu l'uso della Morfina, se si pensa che, una casa farmaceutica, la Bayer, aveva prodotto l'eroina<br />

(di-acetil-Morfina) partendo dalla stessa Morfina e mettendola sul mercato legale come "antidoto"<br />

per la cura dei Morfinomani, che all'epoca erano soprattutto operatori della sanità che<br />

maneggiavano la Morfina in Ospedale come potente antidolorifico per i pazienti e poi ne<br />

approfittavano per farne un uso personale voluttuario. I primi "eroinomani" furono medici, suore<br />

e infermieri. Beffa della sorte, dopo qualche tempo l'eroina della Bayer diventò una "droga" molto<br />

più ricercata della Morfina per un flash più intenso che offriva, e invase il mercato illegale. La<br />

Morfina, invertendo il ruolo, diventò l'antidoto per l'eroina che, in precedenza, era stata sua<br />

antidoto! Grazie all'industria americana fu successivamente introdotto il Metadone nella cura<br />

degli eroinomani per alcuni vantaggi che presentava: veniva preso per bocca ed evitava il "buco"<br />

in vena col rischio delle infezioni da siringa infetta; non dava un vero e proprio flash, venendo<br />

assorbito lentamente; la durata dell'effetto era di più di 24 ore e quindi era possibile la<br />

somministrazione in una unica dose giornaliera, molto adatta per chi intendeva mantenere gli<br />

impegni lavorativi. Soluzione pragmatica, all'americana. Ma era un po' come somministrare ad un<br />

alcolista alcool sottocute per la durata di una intera giornata. In altre parole, considerandolo<br />

malato "cronico" e dandogli un sostituto - così come si dà "insulina" a un diabetico -, si riteneva<br />

che il tossicodipendente veniva tolto dal giro e inserito in attività produttive.<br />

Oltre al medico e agli interventi medici, un tossico poteva trovare altre figure professionali: lo<br />

psicologo per interventi di psicoterapia e/o riabilitazione, associati o distinti da quelli<br />

farmacologici; l'assistente sociale e, in alcuni CMAS, anche il consulente legale.<br />

Dunque, con questi rudimentali ed occasionali arnesi, i "drogologi" avrebbero dovuto perforare<br />

quel mondo senza finestre e innamorato perdutamente di quei "trip" a basso costo.<br />

Grazie alla Legge 685, perciò, il tossico si presentava, prima o dopo, a un Servizio Medico, e in<br />

genere lo faceva per vari motivi:<br />

- perché in astinenza, non riusciva a rintracciare l'eroina presso il mercato nero e quindi<br />

sperava di ottenere l'equivalente "legale" (Metadone, Morfina) presso la struttura pubblica;<br />

- perché si sentiva occasionalmente stanco di quello stile di vita, logorato dai meccanismi e<br />

comportamenti messi in atto ogni giorno, e voleva essere aiutato ad uscire dalla sindrome di<br />

astinenza;<br />

- perché voleva che la struttura pubblica lo aiutasse a far riemergere le altre identità che<br />

aveva trascurato e/o perso a causa della dipendenza dalla roba (…caso, spesso, ipotetico!).<br />

In conclusione si trattava di un individuo che nella maggior parte dei casi ricorreva alla<br />

struttura socio-sanitaria perché pressato da esperienze di sofferenza soggettiva e necessitato a<br />

ricercare un transitorio lenimento. Più che crepe o vere finestre di cambiamento, insomma, si<br />

trattava di transitori crateri che poco scalfivano l'involucro supercorazzato.

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