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Morrison, ormai sempre più strettamente legato all'uso di eroina; ambedue morirono<br />
successivamente per "overdose").<br />
Quella grande adunata rock segnò un momento ambivalente: da una parte rappresentò una<br />
manifestazione rilevante sul piano della partecipazione dei giovani e dell'impatto sull'opinione<br />
pubblica; dall'altra rappresentò anche l'ineluttabile inizio di un tramonto di questa prima<br />
generazione di "eroi negativi", tramonto che si consumò assai velocemente.<br />
Prevedibile fu la disfatta di quell'esercito di "francischiello", rappresentato dai giovani e dal<br />
loro movimento di contestazione. Nel giro di poco tempo, il movimento dei giovani perse vitalità,<br />
fu assorbito dal sistema; alcuni gruppi degenerarono. Dell'ondata di contestazione, rimase<br />
l'esigenza di una democrazia diretta e partecipata, forme di cogestione in seno all'Università,<br />
interessanti fermenti in una molteplicità di espressioni artistiche (dalla letteratura, al teatro, alla<br />
musica, all'arte figurativa).<br />
Mentre il "cigno" entrava in agonia a Woodstock, gli Stati Uniti sancirono la supremazia<br />
tecnologica anche nella conquista dello spazio. Il 21 luglio '69 l'astronauta Neil Armstrong<br />
metteva per primo il piede sulla luna nel corso della missione "Apollo 11".<br />
Qualche anno prima ('65) vi era stato un altro evento di rilievo nel mondo occidentale: la<br />
conclusione del Concilio Vaticano II che alimentò prospettive di rinnovamento nella vita<br />
istituzionale e pastorale della Chiesa Cattolica, assorbendo di conseguenza molte spinte di<br />
contestazione interna.<br />
La vittoria degli adulti ci fu; la prima sconfitta dei giovani risultò definitiva.<br />
I segni del combattimento, però, si evidenziarono anche nel vincitore.<br />
Una vittoria di Pirro<br />
Le perdite degli adulti furono le seguenti.<br />
Prima di tutto l'identità-cultura dominante aveva visto crescere al suo interno un "nemico"<br />
pericoloso che, come un demonio, si era impossessato dei giovani, dei figli, dei propri discendenti,<br />
di chi avrebbe dovuto afferrare il testimone di quell'identità-cultura capitalistica, farla propria,<br />
clonarla dentro di sé e tramandarla nel tempo. Più che discendenza, si era verificata una lotta<br />
intestina tra membri della stessa famiglia; i pezzi di vita buttati dalla finestra erano rientrati<br />
prepotentemente dalla porta centrale, tramite i residenti nel palazzo stesso. Quell'identità, in<br />
pratica, più che produrre discendenti, aveva prodotto anticorpi contro se stessa (auto-anticorpi),<br />
aveva istigato il proprio esercito ad ammutinarsi e a rivoltarsi contro, a diventare nemico che non<br />
viene da fuori o dalla Russia, ma è interno alla identità stessa, come un cavallo di Troia. L'esito<br />
era tanto più paradossale, quanto più si considera che il "movimento giovanile o dei figli" si<br />
proponeva di arrivare al cambiamento di quella medesima realtà attraverso una via di<br />
partecipazione politica, di movimento critico. La conflittualità tra generazioni, già fisiologica,<br />
aveva solo trovato momenti di espressione e di manifestazione più incisivi e più collettivi; tutto<br />
sommato era un movimento teso a partecipare alla vita di quella società e dei suoi momenti<br />
istituzionali per trasformarne e arricchirne il modo di organizzarsi e di funzionare.<br />
L'altro segno di perdita era il fuoco sottocenere, residuato dopo il combattimento. Quei pezzi di<br />
vita cestinati dagli adulti e incarnati dai giovani, non erano stati distrutti, né erano<br />
completamente distruggibili, perché appartenenti al "fondo comune" della vita. Ormai erano<br />
patrimonio di valore comune, anche se sopito. Per i giovani che subentrarono, i bisnonni<br />
rappresentarono un periodo aureo del protagonismo giovanile, in parte rimpianto<br />
nostalgicamente, in parte imitato meccanicamente. <strong>Specie</strong> dopo la sconfitta, rimase duratura la<br />
memoria di quegli "eroi negativi", morti "kamikaze" per una guerra di liberazione; divennero<br />
fantasmi inquietanti di una guerra di famiglia in cui i padri avevano preferito "mangiare" i figli<br />
per mantenere la supremazia. Monito inquietante per il rapporto tra le future generazioni.<br />
Il segno più denso di conseguenze era però la rottura di una dialettica di interazione e<br />
partecipazione tra le due generazioni. Soprattutto era pesante l'avvilimento dei giovani, il non<br />
capirci più niente e il conseguente allontanamento dalla realtà viva per abitare la virtualità delle<br />
"sostanze psicoattive" e la loro evanescente seduzione.