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schiacciate-cestinate-triturate si mantengono attive proprio con "dipendenze oppositivesimbiotiche-parassite-simbarassite"<br />
e con tenacia sanno aspettare Godot, fino a quando riescono a<br />
smascherare la virtualità di una epistemologia adottata, dei suoi Universali e del sistema<br />
dominante a essa collegato.<br />
* Dunque, già con la genericità e contingenza della politossicodipendenza, i giovani-genitori<br />
avevano rivelato indirettamente questo vizio burattinaio che risiede nel palazzo del pensiero<br />
logico-razionale, divinizzato e imbellettato da tanti sacerdoti-templi-vocabolari-cameramen. Ci<br />
sono anche adesso, però, altri segni e rivelazioni che portano alla stessa diagnosi; questa volta<br />
sono anche più diretti.<br />
Innanzitutto c'è la enorme crescita e consumo di fiction sia nei cinema che negli schermi<br />
domestici; spesso è una fiction fatta ad insalata con dei banali fatti di cronaca, specie quando sono<br />
in gioco ragazze cenerentole divenute prima principesse reali e poi mogli insoddisfatte di principi<br />
ereditari. Vi chiederete perché galoppa questa industria del celluloide.<br />
Il cinema ci attrae perché nel buio della sala di proiezione è come se potessimo riprodurre il<br />
sogno: la sala da proiezione notturna che ognuno possiede in esclusiva per vedere lui solo i film di<br />
cui lui stesso è regista, sceneggiatore, tecnico delle luci, delle immagini e dei suoni, montagista,<br />
spettatore, critico. Ma perché, secondo voi, ci attrae così tanto sia la fiction onirica che quella dei<br />
cineasti? Vi sembrerà strano ma, secondo me, il vero regista della fiction è ancora una volta il<br />
gran Burattinaio, la virtualità stessa. Mi spiego meglio. Il sogno (e quindi il film) è l'unica<br />
possibilità che abbiamo di accontentare il narcisismo di questo Barbablù di Flatlandia. Il sogno<br />
permette finalmente a questo burattinaio di sentirsi indistintamente "albero della vita e albero<br />
della conoscenza", senza che possa venir oscurato dalla fastidiosa e vincolante concretezza dei<br />
fenomeni vivi e della loro specificità difficile da gestire. Nel sogno questo gran Burattinaio<br />
finalmente diventa signore assoluto e ci impone incontrastatamente piaceri, fusioni, salti nel<br />
precipizio, persecuzioni all'ultimo tryller, regressioni, identificazioni, zoomorfismi umani, suoni<br />
arcani, pianti all'ultima goccia. Quanto più la realtà viva, ad occhi aperti, è lontana dalla logica di<br />
questo Barbablù, tanto più ci deve sopperire il sonno-sogno o fantasticherie di celluloide o<br />
fantasie ad occhi aperti o veri e propri deliri che mascherano la realtà, si sovrappongono e la<br />
trasformano in una personale cinecittà. È perciò comprensibile il perché oggi, che il mondovillaggio<br />
ci impone sempre più realtà accelerate e frantumate, il gran Burattinaio si sta<br />
mangiando ore di veglia per trasformarle in surrogato aggiuntivo di ore di sogno.<br />
Così capite anche perché c'è un enorme consumo di sostanze psicoattive nel mondo-villaggio.<br />
Proprio per lo stesso motivo. Perché il gran Burattinaio si sta rendendo conto dello<br />
scombinamento in atto e della possibilità sempre più vicina che la sua piccola stanzina stia per<br />
essere aperta. Richiede sempre più modalità che eliminino velocemente e stabilmente la realtà<br />
viva, gli eventi concreti e specifici; ha necessità che Flatlandia non venga disturbata e messa in<br />
discussione. Né ha più tanto fiducia nelle telecamere, né nella protezione derivante dalle loro<br />
I.De.A. e sistemi correlati. L'albero della vita è ritornato a fare pressione e sta per manifestarsi<br />
alla luce del sole con le esigenze e normatività legate ai fenomeni vivi e al loro sapere emotivo.<br />
Ormai, in questa imminente catastrofe, non funzionano più tanto nemmeno le diverse sofisticate<br />
fiction e "buena vista". Il Burattinaio sta ricorrendo direttamente al veleno chimico che riesce ad<br />
addormentare i recettori, i canali neuro-elettrochimici e trasforma Flatlandia in una monade<br />
dove l'albero della vita non ha diritto di cittadinanza e l'imperatore può regnare sovrano e<br />
incontrastato, almeno il tempo che la "droga" venga metabolizzata e inattivata.<br />
* È per questo che nel mondo-villaggio si è resa visibile un'altra e più pregante rivelazione che<br />
riguarda questo vizio capitale. Infatti, grazie alla scienza occidentale, è stato possibile portare a<br />
termine un altro duro colpo all'albero della vita e ai suoi fenomeni vivi. È stata una mossa<br />
intelligente e inattesa che ha nuovamente inorgoglito Barbablù e lo ha convinto a invitare<br />
persone nella sua villa, e organizzare passeggiate, partite di caccia, balli, feste, per persuadere<br />
qualche altra figlia minore che lui non ha la barba tanto blu e che è una persona molto per bene.<br />
Tante, e sempre più, sono oggi le persone ammaliate dalla potenza del virtuale mai concepito e<br />
prodotto da società umana. Oggi c'è finalmente la realtà virtuale, realtà vissuta-vera generata con<br />
semplici microchip, circuiti elettronici integrati, veloci processori. Il sogno del gran Burattinaio