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Libro intero - Nuova Specie

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nessuno, compresa l'Università, dia ai giovani la memoria storica di questo viaggio iniziato quasi<br />

quarant'anni fa.<br />

Vedrete che avremo molto materiale da scambiare. Vedrete che conoscere i vostri antenati è<br />

una cosa importante, perché potrebbe dare più significato a quello che in questo momento è<br />

presente in voi stessi o è presente per esempio nei vostri genitori, nei docenti, nel prete, nel<br />

politico, in chiunque è coinvolto nel "disagio diffuso", un problema che coinvolge trasversalmente<br />

le varie fasce di età, i vari gruppi, le varie istituzioni.<br />

Spero che questa mia testimonianza attivi in voi un "ri-conoscimento" del medesimo materiale<br />

che già c'è in voi. Forse lo avete già conosciuto; probabilmente in maniera esterna a voi stessi,<br />

quindi, delirante-allucinatoria. Grazie a questo seminario, probabilmente, potrete conoscere in<br />

maniera nuova quello stesso materiale. Conoscere in maniera nuova non è una esperienza solo<br />

mentale, razionale; è una opportunità che vi può aiutare a far venir fuori meglio la vostra<br />

specificità. Se non esce fuori la vostra specificità non sarete mai in armonia, non sarete mai un "sé<br />

bios", come dice il prof. Piazzi, un tutto, una globalità, un equilibrio vivo; sarete sempre un pezzo,<br />

un evento psicotico, parziale, non completamente o non sufficientemente "vivo".<br />

Reporter di prima linea<br />

Qualcuno di voi si sarà chiesto perché ne parlo io, che non ho, almeno ai vostri occhi,<br />

un'autorevolezza ufficiale o certificata da istituzioni prestigiose.<br />

L'autorevolezza in sé mi viene dal fatto che vi parlerò di eventi nei quali ho avuto la fortuna di<br />

essere protagonista, prima come giovane e poi come persona impegnata in un servizio pubblico. In<br />

questi eventi, molto spesso tragici, non ho fatto lo "scienziato" o il "terapeuta", ma mi sono<br />

immerso come persona, che ha cercato di intervenire in questo percorso per introdurre degli aiuti<br />

e delle risposte utili e contemporaneamente ha cercato di interrogarsi e di trovare un senso a<br />

quello che avveniva in sé e nelle persone disagiate. Penso, perciò, di essere abilitato almeno a<br />

darvi il mio punto di vista su questo interessante percorso: non vi dirò "la" verità su questi<br />

quarant'anni, ma vi dirò quello che è successo "secondo me" o che è ricostruibile in maniera<br />

probabilmente meno delirante-allucinatoria di tante pubblicazioni costruite a tavolino o con<br />

sofisticati questionari.<br />

L'autorevolezza in questa sede mi verrà dal fatto che alcuni di voi, io spero tutti, si<br />

ritroveranno nelle cose che vi proporrò come "reporter di prima linea". È impossibile che voi non<br />

abbiate già avvertito le cose che io cercherò di dire; probabilmente le dirò in un certo ordine, in<br />

una certa sistematizzazione, perché su questi temi ho cercato di pensare, di raccogliere materiale<br />

e di riflettere fin dal 1966, quando queste situazioni erano appena dei germi embrionali,<br />

difficilmente percepibili. Ritengo, però, che alcune mie riflessioni e osservazioni, pubblicate più di<br />

dieci anni fa quando non erano così eclatanti, sono ormai abbastanza convalidate dai fatti e sono<br />

fotografabili nella realtà anche personale oltre che relazionale.<br />

Il mio reportage, comunque, è abbastanza esclusivo anche come operatore. Dal '75 mi<br />

interesso di disagi: ho cominciato nella sezione di Psichiatria con i disturbi mentali, soprattutto di<br />

tipo psicotico (schizofrenici, maniaco-depressivi, border-line); poi sono passato nel "Centro di<br />

Medicina Sociale" interessandomi di tossicodipendenza; da quindici anni mi interesso di alcooldipendenza,<br />

farmaco-dipendenza e "disagio diffuso". Come vedete ho fatto un viaggio personale e<br />

fortemente coinvolto all'interno di questi stili di vita, di queste situazioni di sofferenza e di disagio.<br />

Negli ultimi anni sono sempre più impegnato in esperienze con persone gruppi e istituzioni<br />

che non hanno nessuna connotazione "patologica" tradizionale, ma sono espressione "asintomatica"<br />

di questi "nuovi disagi". Quindi le cose che dirò non le vedete come derivanti dalla<br />

psichiatria, perché così non ci intendiamo. Sono cose, ripeto, che sono diffuse ed eventualmente<br />

potreste trovarle pure in voi o attorno a voi.<br />

L'albero degli "eroi" negativi<br />

Secondo me, in questi anni, si sono alternate almeno quattro generazioni di disagio giovanile.<br />

Dico "generazioni" perché intendo "fenomeni vivi" di qualità diversa. Infatti, un "fenomeno vivo"<br />

si evolve come ogni cosa viva, non resta sempre lo stesso; ogni organismo, ogni cosa viva cambia,

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